Francia - Convergence of struggles - Convergenza delle lotte

Traduzione del testo della Commissione "Convergenza delle lotte" della Coordination des intermittents et précaires

4 / 7 / 2014


In the video you can listen the french temporary workers conclusive comunication about the convergence of struggles.

Lettura del testo in inglese di Claire della CIP

English Version

Italian Translation

Noi, lavoratori dello spettacolo, del cinema e della televisione continuiamo a rifiutare l'insieme di questo "accordo" Unedic del 22 Marzo perché in questo accordo non ci sono solo gli annessi 8 e 10 che ci riguardano direttamente.

Intendiamo dire con molta chiarezza che la lotta degli "Intermittenti" non riguarda esclusivamente la cultura ma è una questione di diritti sociali.  Il nuovo accordo Unedic porta a diminuire fortemente i sussidi e la protezione sociale per tutte le categorie di disoccupati senza distinzione, che si tratti di un contratto salariato o specifico a seconda degli annessi dell'accordo.

Non intacca brutalmente solo l'indennizzo di disoccupazione ma aumenta ancor più la precarietà, la dipendenza e la subordinazione coatta dei disoccupati.  È un problema economico ma anche di un modello sociale che si basa sulla protezione e sulla solidarietà inter-professionale che risale  al dopoguerra perché nato dal programma politico del Consiglio Nazionale della Resistenza. Modello  che si sta sfaldando ed al quale si sta sostituendo la capitalizzazione dei diritti sociali con l'incremento della povertà di un'ampia massa di lavoratori.

Noi rifiutiamo questa regressione a scapito della protezione dei più fragili. I diritti che noi davamo per acquisiti vengono cancellati come se niente fosse. Questo disprezzo nei confronti della popolazione (e attualmente del proprio elettorato) da parte dei responsabili del Partito Socialista al governo è paragonabile a quello dimostrato dall'ex-presidente Sarkozy già dal 2007: privatizzazione programmata e forzata del servizio pubblico (giustizia, università, impresa a partecipazione pubblica) e smantellamento del tessuto associativo, diminuzione o eliminazione arbitraria  delle sovvenzioni in uno dei primi settori del lavoro in Francia, modello unico in tutto il mondo. 

Concretamente, l'attacco che i disoccupati stanno subendo oggi non è che un anticipo di quello che si prefigura come progetto ben più vasto nei confronti dei lavoratori in tutta l'Europa. Si tratta dell'ideologia del Workfare inglese, una sorta di lavoro obbligatorio sotto il ricatto della perdita della protezione sociale.  Queste condizioni si trovano, similari, nella legge che regola il CDII in Francia, il contratto a Zero Ore inglese, e comparabili situazioni in Germania.

L'interesse di Hollande a questo forma di trattamento del lavoro si è visto con l'accoglienza speciale fatta a Peter Hartz, artefice della demolizione delle garanzie di disoccupazione in Germania. 

Non dimentichiamo che la situazione in Germania è catastrofica, la realtà ci parla di una contabilità dei disoccupati controllata con l'esplosione di lavoratori poveri o molto poveri. 

Con questa prospettiva, è riemersa la discussione sulla questione mai risolta della riqualificazione professionale dei lavoratori dello spettacolo e della televisione: in fin dei conti un/una tecnico, un elettricista, un falegname di scena, un truccatore/trice potrebbero accettare qualsiasi lavoro in un cantiere o in un negozio. Questo è un modo per indebolire, per annullare la solidarietà tra i mestieri, la dignità e le competenze acquisite grazie a questa esperienza.

In Francia per far fronte alla precarietà che vogliono imporci proponiamo un progetto alternativo. Abbiamo già concepito un progetto affidabile e continuativo ("perenne" ndt.) d'indennizzo disoccupazione per gli intermittenti dello spettacolo. Questo modello di protezione sociale per i nostri mestieri può essere un modello-base per la creazione di un sistema di protezione  sociale efficace per tutti/e disoccupati/e, per tutti i salariati/e del lavoro intermittente di qualsiasi categoria.

Ora, le nostre proposte, tra cui alcune concepite a partire da una collaborazione con parlamentari di differenti partiti politici, non vengono considerate  e neanche ascoltate dal governo oggi al potere, quella stessa parte politica che si dice di sinistra che le conosce e che le ha sostenute apprezzando le nostre proposte per la loro dimostrata capacità di riformare innovando. 

Gli obblighi dell'Europa dei capitali - che noi rifiutiamo - non possono diventare pretesto legittimo e tollerabile per negare le responsabilità collettive e pubbliche in merito alla protezione sociale.

L'unica scala che misura i livelli di crescita di un paese è quella umana, quella delle donne e degli uomini, senza dimenticare che in Francia l'80% dei lavori 'usa e getta' sono femminili perché le donne sono più facilmente isolate, con figli a carico e i cui diritti alla formazione sono pressoché inesistenti. 

Oggi in Francia, le donne rappresentano la maggior parte della popolazione precaria insieme ai pensionati. 

Affermiamo a gran voce che noi siamo il popolo, siamo la società. Senza la voce del suo popolo l'Europa politica corre verso il baratro. L'abbandono delle classi politiche, una dopo l'altra, ha generato la paura e provocato la regressione che nelle urne elettorali si esprime con i populismi.

La sordità dei nostri governanti e di alcuni sindacati, la manipolazione dei media, non farà che esacerbare il potere delle piazze. La piazza è moderna, consapevole e determinata. 

La parola d'ordine oggi, l'unico ambito di resistenza non può che essere la convergenza delle nostre lotte. 

Questa convergenza non è l'ultima versione rifritta  di un vecchio slogan "gauchiste" ma la necessaria risposta comune alla frantumazione dei diritti sociali individuali e collettivi, come ci ricorda il nuovo ACS negoziato dietro le quinte e replica dell'AGCS ( Accordo Generale sul Commercio e sui Servizi, GATT in inglese) di sinistra memoria.  In un contesto in cui l'86% degli impieghi sono in CDD (contratti a tempo determinato), difendere i diritti ad un indennizzo di disoccupazione dignitoso per tutti/e è semplicemente essenziale.  

Denis Kessler, una delle teste pensanti  del sindacato padronale Medef, si lamentava che il "modello sciale francese" fosse un "puro prodotto del Consiglio Nazionale della Resistenza" sostenendo che le tendenze più avanzate dell'imprenditoria francese miravano al suo programmatico annientamento.  " Osservando meglio, è possibile vedere la sostanziale unità di questo ambizioso programma. La lista delle riforme? E' molto semplice, basta prendere tutto quello che è stato messo in piedi tra il 1944 e il 1952 senza alcuna eccezione.  Dentro c'è tutto. Oggi, si tratta di uscire dal 1945, e di smontare metodicamente il programma del Consiglio Nazionale della Resistenza!". 

All'indomani della guerra contro il fascismo, il CNR auspicava una necessaria epurazione dei vecchi collaboratori di regime, il rinnovo democratico del funzionamento dei settori commerciali e finanziari rende più che mai attuale la nostra domanda di "separazione tra Medef e Stato". 

Di fronte alla brutalità dei questi attacchi, il richiamo al programma politico del CNR, cioè della legittimità dei diritti sociali allargati e garantiti con continuità, non è una banale referenza nostalgica ma il richiamo ad un necessario riemergere delle forze democratiche per una rivendicata autonomia delle soggettività comuni, degli individui e collettivi. 

Coordination des intermittents et des précaires - Covergence des luttes