Francia- Il tribunale per stranieri in aereoporto è illegale

La ministra della Giustizia, Christiane Toubira, ha deciso di non aprire il 1° gennaio 2014 un annesso del Tribunale per stranieri nella zona d'attesa dell'aeroporto Charles De Gaulle a Roissy.

18 / 12 / 2013


M.me Taubira dovrà però difendere la sua decisione con il ministero degli Interni.

Tra le forme illecite di amministrazione della giustizia francese nei confronti degli immigrati, quella delle udienze nello scalo merci dell'aeroporto internazionale di Parigi è forse la più abusiva e la più atroce dal punto di vista dell'isolamento e dell'abbandono.

 Le udienze presso il Tribunale per stranieri, vicino al Centro di detenzione per immigrati (CRA, Centre de rétention administrative) e in prossimità delle piste aeroportuali sono sempre state un abominevole teatro di ipocrisia dove la violenza dell'impatto con l'amministrazione nazionale ed europea si è dimostrata sempre molto efficace. Secondo il rapporto chiesto dallo stesso Ministero della giustizia francese, Roissy ha battuto il record europeo dei rifiuti di entrata sul territorio: 6246 rinvii nel 2012, 6997 persone in attesa, 4982 passate davanti ad un giudice.  

 Le aule di giustizia dentro l'aeroporto sarebbero dunque incostituzionali come emerge da quest'ultimo rapporto ministeriale, finalizzato a proprorre alternative e soluzioni senza mettere in causa l'esistenza stessa di un Tribunale per immigrati stranieri.

 La situazione degli immigrati stranieri nei 3 CRA con annessi tribunali ( Pas-de-Calais, Canet a Marsiglia e Mesnil-Amelot, nelle vicinanze di Parigi) o nelle zone d'attesa dell'aeroporto è differente. I primi, sans-papiers, sono mandati nei Centri dai prefetti, dopo 25 giorni un giudice deve pronunciarsi per altri 20 giorni supplementari di detenzione, mentre nella zona d'attesa, l'immigrato/a straniero/a non ha messo piede sul suolo francese, viene interpellato appena sceso dall'aereo e 'trattenuto' 4 giorni se è senza passaporto o certificato d'accoglienza famigliare. In questo caso un giudice può decidere di mantenerlo/a 'in attesa' per altri 20 giorni, oppure 26 se richiedente asilo.

 Ma questo richiede un'aula di Tribunale e quindi uno spostamento di circa 20 km fuori dall'aeroporto. Motivo per cui l'amministrazione congiunta della Giustizia e degli Interni aveva pensato di far venire magistrati e avvocati direttamente a Roissy. Ma il progetto aveva però scatenato la reazione delle associazioni di solidarietà con gli immigrati e l'ostilità dei legali, nonché le riserve dei magistrati.

Già nel 2008 e poi nel 2011, il Consiglio costituzionale aveva stabilito che non si potevano inserire aule di Tribunale  dentro i Centri de detenzione per  immigrati perché le udienze devono essere pubbliche e i luoghi indicati invece non sono liberamente accessibili.

 L'assurdità di queste argomentazioni 'di diritto' sta tutta nella loro concretezza: a Roissy una semplice porta serve a separare la zona d'attesa dall'aula d'udienza. Nel rapporto ministeriale la proposta - logica - è stata  quella di murarla. Infatti l'annesso del Tribunale per stranieri sarebbe sia in "prossimità immediata" che "non interna" come raccomanda la Corte costituzionale. Strategia amministrativa elementare con la quale migliaia di immigrati devono fare tragicamente i conti nel tentativo di entrare in Europa.