Gemeinsam Gegen G20 - Agire Nella Crisi ad Amburgo

05/07 Global Solidarity Summit / 06/07 Welcome to Hell Demonstration / 07/07 Day of action Block G20 - Shut down the harbour / 08/07 International Demonstration

30 / 6 / 2017

C’è una festa di gala del capitalismo globale che andrà in scena il 7 e l’8 luglio nella città di Amburgo. Presidenti, primi ministri, ministri delle finanze e governatori della banche centrali si apprestano a prendere il loro posto alla tavola imbandita.

Le portate si prevedono succulente: i principali temi di politica economica, finanziaria, climatica, commerciale, occupazionale e di sviluppo. Per proseguire con una varietà di problemi legati ai flussi migratori e finire con un mix di guerra e terrorismo.

Le telecamere saranno accese, i riflettori puntati, gli analisti attenti e gli addetti ai social sguinzagliati tra un like e un tweet. Sentiremo belle parole al gusto di sicurezza, libertà, crescita, rigore, sacrifici e responsabilità. Il tutto imbevuto di una vecchia salsa democratica lasciata a macerare.

Certo, in tempi di austerità siamo tutti più buoni, per cui alla fine del banchetto qualche briciola verrà soavemente lasciata cadere al mondo di sotto. Non per saziare, ma per aprire lo stomaco e attendere che la fame si trasformi in voracità. Guerra tra poveri. Guerra ai poveri.

Il gala del G20 necessita di commensali che per imbandire la tavola e garantire il servizio affitteranno l’intera città di Amburgo. Esigeranno che spazio urbano sia di loro proprietà e a loro discrezione, nelle sfumature delle zone rosse e blu. Sospenderanno leggi, romperanno consuetudini, metteranno in stand-by costituzioni. Dichiareranno la necessità dell’emergenza. Della sua sovranità; che prima di tutto sarà negazione di diritti.

Molti dei commensali saranno in assetto antisommossa. A far rispettare la legge contro ogni istanza di giustizia. Quella stessa legge che con il populismo della paura e la propaganda della sicurezza fagocita velocemente anche le residue garanzie del cosiddetto "stato di diritto".

Rovesciare il tavolo, prendersi i riflettori, rovinare la festa. Pretendere l’equa redistribuzione del lauto pasto, comprese le spese. Rompere la medaglia che tiene insieme le due facce del potere, quella del neo-liberismo e quella del neo-protezionismo. Tra le politiche di impoverimento dell’Unione Europea e i nazionalismi più beceri, vi è la necessità di costruire un movimento europeo in grado di produrre sincronia, sinergia e cooperazione tra le lotte. Progetti, pratiche, vertenze, programmi e agende comuni. 

Loro vorrebbero usare il G20 per trovare un accordo tra le parti apparentemente antitetiche tra loro. Noi sappiamo già, come dimostra il passato, che anche un eventuale accordo non terrà mai conto di coloro che le decisioni le subiscono sulla propria pelle. Di nuovo, non faranno che un accordo tra potenti e grandi. I movimenti hanno la possibilità di insinuarsi tra le crepe di una governance globale le cui tensioni interne sono emerse in maniera chiara su alcuni temi centrali, in particolare quello climatico e, di conseguenza, quello energetico. La plateale uscita di Trump dagli accordi - già di per sé insufficienti - di Cop 21 potrebbe avere effetti sulla tenute stessa di un sistema la cui insostenibilità è politica, oltre che ambientale, economica e sociale.

Per questo Agire nella Crisi parteciperà alle giornate di contestazione del G20 di Amburgo. Saremo presenti in tutti quei contesti e in tutte quelle iniziative che riterremo in grado di intrecciare radicalità e legame sociale. 

Qualche mese fa, in occasione di un’altra festa di gala, quella imbandita dall’Unione Europea, siamo scesi in piazza con uno striscione, che diceva: “La nostra Europa comincia dove la vostra finisce”. Non erano solo parole, era una prospettiva.

E in questa prospettiva l’Europa non ci basta, perché oltre i muri dell’Europa fortezza e dei nuovi e sempre più diffusi dispositivi di controllo sociale, c’è un’idea di trasformazione dell’esistente che deve tornare a vivere nelle strade e nelle piazze di tutto il pianeta. 

Saremo ad Amburgo per riprendere il cammino, muovendo dalle ‘nostre’ strade e dalle ‘nostre’ piazze di St.Pauli, passando per il centro della città e circondando quella festa di gala protetta da zone rosse e blu in cui poche persone vorrebbero decidere sul futuro dei molti, lasciati senza voce. Quella stessa voce che assieme a tantissimi altri da tutte le parti del mondo ci riprenderemo collettivamente.

Agire nella Crisi