Genova 2001- 2011: noi non c’eravamo , noi rivendichiamo!!

16 / 7 / 2011

L’importanza di tornare a Genova per una generazione cresciuta nel mito di Carlo Giuliani

Genova per noi che non c’eravamo, ma la sentiamo nostra. Per noi cresciuti con il mito di Genova, per noi che al solo parlarne viene in mente la foto di Carlo. Quel sangue lo sentiamo addosso, e non si cancellerà mai. Ma quei caldi giorni di luglio furono l’urlo di una rabbia accumulata da tempo: “Vogliamo un mondo che contenga mondi diversi”,in questa frase è racchiusa l’essenza di quel movimento. Nel 2001 c’era un ponte che collegava il Chiapas, uno dei possibili mondi diversi, alle “tute bianche” che attraversarono Genova. “Di chi sono i diamanti della Sierra? Di chi è tutta l’acqua della Terra? Delle multinazionali, dei signori della guerra o di tutte le popolazioni del pianeta Terra?!”.

Genova è stata, e sarà sempre, la consapevolezza che una realtà diversa è possibile, ma è vero anche che è stata una scossa mai attutita, mai superata, perché troppo forte: una scossa che ha turbato nel profondo tante persone. Genova è la radice prima di ciò che sta accadendo oggi: un terremoto sociale che attraverso i social network propaga oltre ogni previsione i suoi movimenti tellurici che scuotono il neoliberismo. Dieci anni fa chiedevano di decidere del loro futuro, si pensava che poche persone non avevano alcun diritto di decidere il destino del mondo e di chi lo abita, ma allora ci è stato impedito con la violenza: le parole di democrazia, libertà e giustizia sono state stuprate ,le idee sono state calpestate dalle iniquità di questo stato “sociale”.
Questa è la globalizzazione: un mostro che si arroga il diritto di decidere la destinazione d’uso di ciò che è di tutti, ed è proprio contro questo che noi lottiamo. Carlo è stato ucciso, è stato una vittima della forza repressiva scatenata da questo mostro, ma è sicuramente il simbolo di quel movimento no-global che dieci anni fa ci aveva visto giusto e grazie al quale oggi possiamo sperare in un mondo diverso, che si sta costruendo sulle macerie di questo neoliberismo morente sconfitto dalla volontà popolare attraverso gli ultimi quesiti referendari del giugno 2011 in Italia. Carlo siamo noi.
Carlo era con noi al fianco degli operai della FIOM; Carlo era con noi il 14 dicembre 2010; Carlo è stato con noi al fianco del movimento NO TAV.
Carlo quindi non è solo un simbolo, ma è anche un messaggio concreto o da esportare in tutta Italia e in tutto il mondo: “Agire locale, pensare globale”.
Chi di noi cresciuto con il suo mito e con la sua sofferenza, non si è sentito, in quest’ultimo periodo un po’ Carlo?
Genova quindi è anche nostra, perchè Genova è stata un po’ come Roma, come Napoli, come Milano. Genova deve essere di nuovo un altro momento di rottura con il vecchio sistema, e un altro passo verso l’ignoto, verso un nuovo sistema da costruire…
Seguiteci anche voi a Genova se desiderate che il vostro futuro non sia caratterizzato da precarietà e instabilità, se non desiderate che l’ambiente in cui vivete venga modificato ad arbitrio di grandi società che speculano sulle risorse del territorio, se desiderate il cambiamento, se siete oppressi dall’estenuante ritmo della modernità neoliberista; insomma seguiteci se PRETENDETE  “un altro mondo possibile”.

Aula Flex Napoli - Zero81 occupato 

Info partenze da Napoli http://www.zer081.org/2011/07/10/476/