Verso il 6 maggio

Genova - Se non ora...quanto?

Servizi sociali Uniti contro la crisi!

5 / 5 / 2011

SE NON ORA … QUANTO?

SE NON difendiamo ORA i diritti e le tutele sociali conquistati con anni di lotte dei lavoratori, delle donne, degli studenti, QUANTO potrà durare ancora il sistema dei servizi sociali che rende concreti quei diritti?

Stiamo parlando, in concreto, dell’accesso dei nostri figli agli asili nido o ai servizi scolastici doposcuola, della possibilità che i nostri parenti anziani o non autosufficienti possano condurre una vita dignitosa. Stiamo parlando del diritto di ragazzi e famiglie in difficoltà ad avere una casa, un lavoro, un sostegno per un positivo inserimento sociale.

I servizi sociali secondo il piano del governo (libro bianco di Sacconi) devono diventare un mercato, chi può compra, chi non può si arrangia. SE NON contrastiamo ORA la mercificazione delle prestazioni, QUANTO verranno a costare i servizi alle famiglie?

Oltre i costi diretti ci sono quelli indiretti. SE NON reinvestiamo ORA nei servizi sociali QUANTO ci costerà la mancata prevenzione di molti fenomeni di disagio, resi cronici (e costosi) dall’esclusione sociale? Quanto incide in termini di costi l’apparato che interviene dopo che il disagio è esploso, forze dell’ordine (ora anche l’esercito), carceri, CIE, servizi giudiziari, manicomi criminali? O quanto costa assistere per mesi le persone anziane negli ospedali, invece che farlo a domicilio? Qual è il costo economico e sociale del rinchiuder in istituto disabili, malati psichiatrici, persone affette da dipendenze, invece che organizzare percorsi di reinserimento sociale e lavorativo? Quante persone (soprattutto donne) devono rinunciare al lavoro e al reddito per la mancanza di adeguati servizi all’infanzia?

SE NON facciamo ORA la nostra parte per riaffermare che vogliamo uno Stato garante dei diritti per tutti, QUANTO tempo ci vorrà prima che la cricca di affaristi al potere finisca l’opera di occupazione abusiva di tutta la pubblica amministrazione e, con le leggi “ad personam”, tuteli solo i propri interessi privati invece che il bene comune?

SE NON ricostruiamo ORA un progetto comune e dal basso di miglioramento dell’attuale assetto dei servizi sociali, pretendendo un forte e continuativo impegno dello Stato, QUANTO potranno resistere i nostri posti di lavoro già oggi precari e sottopagati?

E' in gioco la sopravvivenza dell'intero sistema dei servizi alla persona, e l'idea stessa del nostro lavoro, che è trasformazione sociale e promozione della dignità umana.

E’ in atto una mutazione genetica della democrazia, che sostituisce alla persona, portatrice di diritti inviolabili, il consumatore. La dignità è data dall’entità del  conto in banca.

Come operatori che lavorano per l'inclusione sociale non possiamo rassegnarci in silenzio e passivamente ad un disegno di società che diviene ogni giorno più ingiusta e disumana, o ad aspettare una soluzione dall'alto che non arriverà. Dobbiamo essere consapevoli della sfida e organizzare una risposta, prendendo coscienza della nostra forza unendoci con le lotte di altre migliaia di cittadini e lavoratori. E' importante e urgente far sentire la nostra voce unitaria, per continuare a poter dire, con forza e nonostante tutto, “RESTIAMO UMANI”

PER QUESTO PARTECIPEREMO IL 6 MAGGIO AL CORTEO CHE PARTIRA’ DA PIAZZA CARICAMENTO ALLE 9.00 DENTRO LO SPEZZONE DI UNITI CONTRO LA CRISI

SERVIZI SOCIALI UNITI CONTRO LA CRISI

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