Un assassinio fascista

Gianluca Casseri non era (solo) uno squilibrato, ma un razzista militante!

Un punto di vista dopo i tristi fatti di Firenze

14 / 12 / 2011

di Nicola Angrisano

Samb Modou e Diop Mor, due nostri concittadini senegalesi, sono stati trucidati nella maniera più assurda e gratuita, mentre lavoravano inconsapevoli nei mercati. Altri tre migranti della stessa nazionalità, Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike, sono feriti gravemente in due distinte aggressioni a colpi d'arma da fuoco.

L'autore di questa mattanza si chiama(va) Gianluca Casseri. Alla fine, circondato dalla polizia, probabilmente si spara in bocca.

I giornali on-line sottolineano la militanza fascista di Casseri e la sua vicinanza/internità ai "fascisti del terzo millennio" di Casa Pound. Che immediatamente cercano di prendere le distanze: non potendo negare i rapporti puntano a sminuirli, dichiarano che non si tratta di un iscritto ma di un "simpatizzante" e  ripuliscono il più possibile la rete dalle tracce di frequentazioni divenute all'improvviso imbarazzanti. Ma soprattutto cercano di confinare la responsabilità del gesto nella "follia" di Casseri, in una dimensione astratta e inconsulta che screditerebbe ogni altro piano di lettura di questa tragedia.

Ma non è così! Ovviamente Casseri è "anche" uno squilibrato, uno che si mette a sparare per strada a vittime innocenti e inconsapevoli. Ma il suo gesto trova incubazione e lettura dentro un fortissimo odio ideologico.

Casseri è un razzista fanatico e militante!

Lo dicono innanzi tutto le sue azioni di oggi. Nella sua furia omicida, improvvisa o programmata che fosse, non spara a caso. Spara ai neri!

Casseri è  un fascista molto attivo. Lo dice la sua biografia. Che non ha il segno dell'improvvisazione. E neanche della banalità. A Pistoia dove viveva (si era trasferito a Firenze da poche settimane) era ben conosciuto  negli ambienti dell'estrema destra. Era il direttore editoriale di una rivista fantasy "d'area", (La Soglia) principalmente rivolta agli epigoni di Tolkien, uno scrittore adottato come narratore principe dell'immaginario neofascista. Casseri stesso pubblica con Enrico Rulli un libro fantasy "la chiave del caos" sullo scontro tra "l'ordine" e "l'ombra", tra l'ordine e il "Caos"... un classico del genere. Ma non si limita certo al fantasy. Pubblica saggi antisemiti, è un acceso negazionista dell'olocausto, scrive una biografia del nazifascista Romualdi  e molto altro.

Casseri odia magari anche "i froci e i giudei", ma probabilmente spara ai "neri" perchè sente che le loro morti "pesano di meno". Perchè ne è maggiormente ossessionato. O perchè si aspetta maggiore comprensione dalla sua "comunità di riferimento". Dai camerati... 

E infatti dopo la sua morte, dalla cloaca dei siti dell'estremismo xenofobo piovono i post di riconoscimento e "gratitudine" al camerata Casseri e al suo "sacrificio" per liberare l'Italia "dall'invasione". Temi non dissimili da quelli dello stragista norvegese Breivik. E se la Norvegia non ha pensato di nascondere  l'orrore dietro il rassicurante paravento dell'incapacità di intendere e di volere, è legittimo chiedersi se abbia senso darla invece per scontata in questo caso.

Nella galassia dell'estrema destra Casseri ha intrecci molto significativi con Casa Pound. E non solo perchè è un dichiarato fan di Ezra Pound. Due volte viene identificato dentro manifestazioni di questa organizzazione, ma i rapporti non si limitano alla militanza di piazza...

In queste ore il leader di CasaPound Iannone lo descrive come un povero psicolabile, un isolato, un "figlio" debole di mente abbandonato alla sua follia dallo Stato assente. E però dev'essersene accorto solo ora, visto che prima lo trattavano quasi come un "intellettuale d'area"... Casseri infatti non solo presenta alcuni suoi libri nella sede di Casa Pound a Pistoia, ma più volte i suoi saggi sono ospitati sull'Ideodromo, dove si trova la cosiddetta "ricerca teorica dell'organizzazione". Quello spazio che Iannone ha definito "il posto dove corrono le idee, le nostre idee. Qua è dove prendono forma, dove trovano slancio. Un laboratorio ad alta velocità...".

Tutti i giornalisti che improvvisamente oggi pomeriggio hanno cercato su google qualche informazione sul carneade Casseri, hanno potuto "apprezzare" diverse sue pubblicazioni sull'Ideodromo, come quella in cui difende alcune milizie della Repubblica sociale dall'accusa di torture ai partigiani. E altri autori, sullo stesso spazio, recensiscono la sua biografia di Romualdi. Tutti articoli che Casa Pound ha cancellato dal sito senza motivare e non senza una certa viltà intellettuale, ma che proprio grazie a queste ricerche è ancora possibile ripescare nella memoria cache di google. Almeno per un pò.

Nei succitati blog un camerata che significativamente si firma "non conforme"  (l'autodefinizione preferita dai militanti di Casa Pound) scrive: " E' il prezzo che ha pagato un eroe. Una situazione ormai figlia dell'esasperazione di chi ha creato questa società multietnica che è una bomba a orologeria pronta a esplodere, perché la storia insegna che tante etnie non possono coesistere insieme". In pratica una "giustificazione morale" a partire dalla falsa equivalenza tra società multietnica e società "multirazzista", dietro la quale Casa Pound nasconde usualmente e ipocritamente il proprio razzismo. Sullo stesso sito dell'organizzazione, mentre il comunicato ufficiale prendeva le distanze dall'assassino, retrocesso a "isolato simpatizzante", la redazione doveva impegnarsi a cancellare diversi commenti di esaltazione del gesto "eroico e disperato"...!!

Naturalmente nella narrazione pubblica dei neofascisti prende piede e lo farà sempre più, approfittando del diluirsi della memoria sociale, anche la classica teoria del complotto (magari giudaico-massonico...), secondo cui tutti i post di esaltazione dell'assassino sono tutti dei fake o dei troll e qualcuno ha magari plagiato la mente del "debole" Casseri per spingerlo all'eccidio al solo scopo di  screditare Casa Pound... o addirittura per "riproporre leggi a favore dei neri"...!

E' utile fare questa ricostruzione logica di notizie per lo più già pubblicate in rete dai giornali non per esercizio inquisitorio, ma semplicemente per ricontestualizzare un semplice dato: l'hard core delle persone che si avvicinano a organizzazioni come Casa Pound non lo fa perchè magari dice di essere anche lei contro le Banche o cose del genere. Lo fa perchè Casa Pound si autodefinisce "fascista" e sa di cosa parla!

Lo fa perchè Casa Pound diventa un possibile riferimento, magari un pò meno stagionato e all'apparenza più "presentabile" di altri, dell'ultranazionalismo xenofobo, dell'odio ideologico e razzista verso il nero o  il rom, dell'islamofobia, dello squadrismo militante contro"le zecche comuniste", dell'elitarismo fanatico, del rancore sociale verso il "diverso" che corrisponde a una precisa identità culturale e si offre come interpretazione alternativa al disagio sociale. Quell'interpretazione che fa sfogare le lotte sociali in conflitti orizzontali, in guerre ai poveri!

Un riferimento ideologico, politico e militante che spinge anche personalità come quella di Casseri a sceglerla come interlocutore mentre sta incubando il raptus (se vogliamo considerarlo tale) che è esploso oggi pomeriggio sparando a cinque uomini per la "colpa" di essere neri e stranieri. 

Il leader "carismatico" di questa organizzazione, Gianluca Iannone, ha dichiarato in pubbliche interviste di considerare Hitler un "rivoluzionario" e in precedenza militava nel "Movimento Politico Occidentale", sciolto nel 1993 in base alla legge Mancino per istigazione all'odio razziale...

Sono elementi che possono essere banalizzati da una pubblicistica ignorante o ipocrita solo in un paese come l'Italia che ha vissuto un lungo processo di "normalizzazione" dell'eredità fascista.

C'è però un altra cosa su cui è amaro riflettere!Dopo la strage, almeno a giudicare dalle immagini, la protesta dei cittadini senegalesi li ha visti in strada da soli o quasi. Questo non vuole essere certamente una critica ai militanti antirazzisti che domani e poi sabato saranno in piazza a Firenze per denunciare e contrastare il fanatismo razzista. Questa "lentezza di riflessi" riguarda la risposta sociale in generale, i primi vicini, le persone che vedono sfilare la protesta ai bordi delle strade e non vi uniscono spontaneamente la propria rabbia.  E' una questione che riguarda tutti noi "autoctoni" e che si è ripetuta spesso in questi anni. E' la stessa immagine che ci è venuta da Rosarno o, per non andare  lontano da dove scrivo, basta ricordare la distruzione violenta dei campi rom di Ponticelli che è durata un giorno intero senza che nessuno riuscisse a opporsi, eccetto pochi attivisti. E' un'impermeabilità della sensibilità sociale, un riflesso di separatezza che dice molto di quanto ci siamo tutti assuefatti al clima di apartheid. Tanto da fare della xenofobia una rendita politica. Tanto da portare un ministro xenofobo agli Interni, tanto da vedere dirigenti di un partito di "centro-sinistra" partecipare ai pogrom contro i rom...

Venti anni fà, dopo l'assassinio razzista di Jerry Masslo ci fu la più grande manifestazione di solidarietà antirazzista e di rivendicazione di diritti per i migranti della storia d'Italia. Molte centinaia di migliaia di persone! La distanza fra quella larghissima indignazione sociale e il clima di oggi ci fa sentire per intera la precipitazione della cultura sociale di questo paese. E la fibrillazione della crisi  costringerà tutti a farci i conti. Per andare in una direzione o nell'altra!