«Giù le mani da chi difende l’ambiente!»

Iniziato il processo alla Miteni e agli attivisti No Pfas

13 / 11 / 2019

Si è da poco conclusa la due giorni di mobilitazione lanciata da diverse realtà che da anni stanno lottando contro l’inquinamento da Pfas in Veneto.

L’occasione di questa doppia mobilitazione era rappresentata dalla quasi contemporanea apertura del processo a Vicenza contro la multinazionale Miteni di Trissino, ormai nota come “fabbrica di morte”, e dalla prima udienza contro 5 attivisti del movimento No Pfas, denunciati proprio per il blocco della Miteni del 31 ottobre 2017.

«I due processi simultanei svelano un enorme paradosso» si legge nell’appello di indizione della due giorni, «infatti solo le lotte, le mobilitazioni, la continua opera di informazione scientifica e dettagliata, le iniziative dirette del movimento No Pfas, hanno costretto la procura di Vicenza ad istituire il processo contro Miteni!».

L’11 novembre diverse realtà hanno presidiato davanti al Tribunale di Vicenza per ribadire con forza che a pagare debba essere la Miteni e non chi lotta per la difesa dei territori e della vita. In quella giornata è avvenuta la deposizione degli atti dell'udienza preliminare per la costituzione delle parti civili, per la quale più di 200 gruppi e associazioni hanno richiesto di costituirsi contro la devastazione ambientale operata negli ultimi decenni dalla Miteni. L'udienza è stata rinviata al 25 Novembre.

Edoardo Bortolotto (difensore parte civile)

Danilo Del Bello (Zero Pfas Padova)

Due giorni dopo c’è stata l’udienza preliminare del processo che accusa 5 attivisti No Pfas. Molte sono le realtà che hanno portato solidarietà agli imputati, tra le quali il Comitato ZeroPfas Padova, le Mamme NoPfas, altre realtà di movimento NoPfas, Rete Gas Vicentina, CILLSA,. In molte/i hanno sottolineato il paradosso del processo in atto e le responsabilità che invece dovrebbero ricadere sulle amministrazioni.

Anna Maria Panarotto (Mamme No Pfas)

Marzia Albiero (Rete Gas vicentina)

Enrico Zulian (Resistenze Ambientali Padova)

Donata Albiero (Ci LLSA)

Nel corso della due giorni sono state avanzate ancora una volta le rivendicazioni del movimento No Pfas: bonifica dell’area, screening del sangue per tutta la popolazione veneta, senza la distinzione fittizia tra aree, smascherare le responsabilità di Luca Zaia e della giunta regionale nella vicenda.