A governo caduto ecco i decreti per declassare i siti inquinati, bruciare le ecoballe nei cementifici ed innalzare i livelli di inquinamento nelle aree militari

Gli ultimi regali di Clini

di Antonio Musella

4 / 2 / 2013

A poche settimane dal rinnovo del parlamento e del governo (chissà poi se sarà molto diverso da quello attualmente in carica) i tecnici del governo Monti hanno deciso di fare un regalo indimenticabile ai nostri territori ed alla salute di tutti i cittadini di questo paese.

Non un solo regalo, ma ben tre!

Questo è infatti il numero dei decreti legge firmati dal Ministro dell'Ambiente Corrado Clini nel mese di gennaio, a governo caduto ed a meno di un mese dalle elezioni. Sui temi ambientali, troppo spesso affidati ad una governance da “stato d'eccezione”, alle leggi speciali, ai commissariati straordinari, questa prassi non è nuova. Proprio nella primavera del 2008, Romano Prodi, a governo caduto ed a pochissime settimane dal voto, emanò per decreto provvedimenti pesantissimi: la costruzione della discarica di Chiaiano a Napoli ed il rinnovo dei poteri del commissariato straordinario all'emergenza rifiuti. Il Ministro dell'ambiente nell'ultimo mese ha preso carta e penna e c'ha consegnato tre provvedimenti che si ripercuoteranno in maniera molto pesante su diversi territori del paese e sul loro futuro.

Il primo, anche in ordine cronologico, è il declassamento di 18 S.I.N. - siti di interesse strategico nazionale – la cui bonifica esce dalle competenze del governo e viene affidata alle Regioni. Un provvedimento denunciato con forza da diversi comitati territoriali. I S.i.n, istituiti con il decreto Ronchi del 1997, sono aree del paese profondamente inquinate da attività industriali, dallo sversamento dei rifiuti o da gravi incidenti. Inizialmente erano 61, tra cui i siti più inquinati del paese, da Porto Marghera alla discarica di Pianura a Napoli, dalla Valle del Sacco nel Lazio al S.i.n. di Taranto (porto, ex aresenale, area industriale), dall'ex industria SISAS di Pioltello e Ròdano in Lombardia alla laguna di Marano e Grado in Friuli. Di questi 61, negli anni, solo due (i S.i.n. di Bolzano e Faenza) sono stati bonificati. Un dispendio impressionante di denaro pubblico ha accompagnato gli studi per bonificare queste zone. Dal 2007 al 2011 oltre 600 milioni di euro sono stati affidati alla società in house del Ministero dell'Ambiente, Sogesid, per capire come bonificare quelle aree. Risultati? Nessuno. Tutto è sostanzialmente fermo. Secondo l'ultimo decreto di Clini, 18 S.i.n., tra cui aree fortemente inquinate come l'area della discarica di Pianura a Napoli, l'area dell'isola de La Maddalena e quella della Valle del Sacco nel Lazio -, passano di competenza alle Regioni. In pratica toccherà agli enti regionali bonificare quelle zone. Secondo il Ministero dell'Ambiente questo nuovo status snellirà la burocrazia delle procedure. In realtà dopo gli enormi stanziamenti del governo, finiti tutti in studi e perizie, questo decreto non può che essere letto come un disinteresse del governo rispetto alla bonifica di queste zone. Ma non solo. In tempi di crisi e di spending review è difficile immaginare che le Regioni trovino nei propri bilanci le risorse necessarie per bonificare quelle aree. Tra i 18 siti declassati c'è anche l'area de La Maddalena, il cui inquinamento è saltato alle cronache con il naufragio della realizzazione del G8 spostato poi a L'Aquila nel 2009 e le inchieste su Bertolaso & Co che ne sono poi seguite. Fondandosi sulla legge 134 del 7 agosto del 2012, è in arrivo un decreto interministeriale che consente l'innalzamento dei valori di inquinamento delle aree militari. Tra queste, quella del poligono di Quirra in Sardegna. Il decreto legalizza di fatto l'inquinamento delle aree militari. In Sardegna oltre a Quirra ci sono anche le aree militari di Teulada, Capo Frasca e proprio La Maddalena. Quest'ultimo territorio, già beffato per il declassamento dai S.i.n, rischia ora di vedere compromesso seriamente non solo ogni possibilità di bonifica ma anche lo stop all'inquinamento ancora in atto a causa degli esperimenti militari.

L'ultimo regalo del Ministro Clini invece riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Il dicastero di Viale Cristoforo Colombo si appresta a varare infatti il decreto che autorizza l'incenerimento delle ecoballe di rifiuti anche nei cementifici. In tutta Italia si mobilitano comitati ed associazioni ed il prossimo 8 e 9 febbraio ci saranno presidi e manifestazioni in tutta Italia. Una politica ambientale, quella del governo Monti e del Ministro Clini, che segue le prese di posizione sull'Ilva di Taranto, sul nesso tra inquinamento da rifiuti speciali e tumori in Campania e che delinea una governance tesa a “giustificare” l'inquinamento, quasi a tutelarlo, piuttosto che agire sulla bonifica dei territori ed impedire nuovi scempi.

Più che un colpo di spungna nella lotta all'inquinamento ed agli inquinatori, questi provvedimenti raccontano una idea complessiva delle politiche ambientali che non mette minimamente in discussione la produzione industriale nel nostro paese (dalle armi all'acciaio) e che piuttosto che ridare un futuro ai territori prova a definirli, di fatto, come aree inquinate...per sempre!