Pubblichiamo un appello, promosso da Casa delle Culture di Trieste e della Tenda per la Pace e i Diritti, per una mobilitazione contro la riapertura dei CIE, prevista da una circolare firmata dal Ministro degli Interni Minniti e dal capo della Polizia Gabrielli. La mobilitazione si terrà a Gorizia sabato 7 gennaio, con inizio alle 15,30 e concentramento in piazza della Vittoria, di fronte alla Prefettura, luogo di competenza per la gestione del CIE di Gradisca d’Isonzo. Il CIE di Gradisca, uno dei luoghi dove la detenzione dei migranti è stata più dura, è stato oggetto negli anni scorsi di numerose iniziative di protesta, all'interno ed all'esterno della struttura.
I CIE sono luoghi di
morte: nessun CIE in FVG nè altrove
Il nuovo Ministro dell'Interno chiude il 2016 prospettando inquietanti scenari
per l'anno appena iniziato: in nome del delirio securitario che vede in ogni
migrante un potenziale terrorista, qualche giorno fa il capo della polizia
Gabrielli ha diramato una circolare in cui si prevede l'apertura di un Centro
di Identificazione ed Espulsione in ogni Regione italiana.
Il nostro territorio ha vissuto direttamente, fino al novembre 2013,
l'aberrante realtà del sistema CIE. Il mostro di Gradisca d'Isonzo, per anni
indicato come "uno dei CIE peggiori d'Italia", nei suoi anni di
infame attività ha prodotto innumerevoli notti in cui il silenzio veniva
squarciato dal rumore dei lacrimogeni sparati direttamente addosso ai migranti,
piogge di psicofarmaci usate per "rendere gli ospiti più mansueti",
manganellate a volontà per chiunque osasse protestare contro quell'inferno di
sbarre e grate che non permettevano neanche di vedere il cielo. Da tutto questo
tentava di scappare Abdelmajid El Kodra in una notte di agosto del 2013, un
tentativo di fuga che gli è costato la vita. Majid aveva poco più di trent'anni
e la sua colpa, la stessa che condivideva con decine di compagni di cella, era
di non avere i documenti in regola. Come molte altre persone, morte di CIE in
altre regioni italiane, Majid è morto a causa di una burocrazia cieca, razzista
e profondamente inumana.
Sebbene in questi due anni le gabbie del CIE siano rimaste aperte per diventare
luogo di "accoglienza" (assai contraddittoria) per i richiedenti
asilo in arrivo in Regione, questo territorio non può e non deve dimenticare i
soprusi e le quotidiane violazioni dei diritti umani che si sono consumate per
anni all'interno di quelle mura. Chiunque abbia visitato il CIE di Gradisca,
con la sua struttura di grate d'acciaio, gabbie e reti, non può ingnorare che
si tratta di una struttura pensata e realizzata per annichilire l'essere umano,
una vergogna per un Paese che vuole definirsi democratico. In un momento in cui
anche la Presidente Serracchiani auspica il rimpatrio "di chi non si
integra" , la sola ipotesi di apertura di un CIE nella nostra Regione, che
sia a Gradisca o in qualsiasi altro luogo, deve necessariamente trovare una
risposta netta e univoca da parte di chiunque abbia a cuore il rispetto della
vita umana e dei diritti: nessun CIE in Friuli Venezia Giulia, nè domani nè
mai!
Dal 1998 ad oggi sono morte almeno 25 persone nei CIE italiani: morte per le
botte, per il mancato soccorso, per la disperazione. Morte perchè private della
propria libertà personale in nome della burocrazia. Per noi queste persone non
sono numeri, non sono "danni collaterali" ma sono la diretta
conseguenza di un sistema che si vorrebbe resuscitare e potenziare oggi con la
falsa promessa della sicurezza, agitando il sempre comodo spauracchio del
terrorismo.
Se il Ministro dell'Interno vuole iniziare l'anno attaccando i diritti e
mettendo in discussione le conquiste di questi anni (al momento i CIE attivi in
Italia sono 5), la nostra risposta sarà puntuale.
Invitiamo attivisti e cittadini solidali con il messaggio antirazzista a
ritrovarsi sabato 7 gennaio alle ore 15.30 di fronte ad un luogo che per anni è
stato simbolo della delirante gestione del CIE di Gradisca: la Prefettura di
Gorizia.
Qui ricorderemo simbolicamente tutti i morti di CIE in Italia e racconteremo
ancora la storia, esemplare, del CIE di Gradisca per ribadire che non vogliamo
che questa storia si ripeta nè a Gradisca nè altrove!
Tenda per la Pace e i Diritti
Casa delle Culture Trieste
Per adesioni scrivere a [email protected]
Aderiscono:
PnRebel (PN)
Iniziativa Libertaria (PN)
Circolo libertario E. Zapata (PN)
Associazione Immigrati di Pordenone
Adif
Michele Negro
Collettivo UP - Attivismo Critico Trieste
Rete Antirazzista Catanese
Arci Udine
Arci Pordenone
Rete Radié Resch Udine
Ospiti in Arrivo
Associazione Amici dell'Hospitale
Rete Accoglienza FVG
Libera FVG
La Tela
Insieme con Voi - Gorizia
Welcome San Vito
Benkadì