Granarolo (BO) – Continua la protesta dei facchini

La polizia interviene per rimuovere il blocco, ancora nessuna risposta dall'azienda

2 / 5 / 2013

Non si ferma lo sciopero dei lavoratori della Sgb, da alcuni giorni ormai in protesta per chiedere alla cooperativa il rispetto del contratto siglato e il ripristino del pieno salario. Da alcuni mesi, infatti, le buste paga subiscono una decurtazione del 35% “causa crisi”, una cifra che va dai 400 ai 600 euro a seconda del livello d'inquadramento e delle ore lavorative degli operatori. La sera del 1 maggio, in concomitanza con la ripresa delle attività lavorative presso il magazzino di carico e scarico merci della Granarolo a Cadriano, i facchini sono tornati davanti ai cancelli dell'azienda incrociando le braccia e bloccando l'entrata e l'uscita dei camion. La decisione di avviare un picchetto, ricordiamolo, è stata presa solo dopo che l'azienda aveva deciso nei giorni scorsi di chiamare altri lavoratori esterni per sopperire allo sciopero degli operatori della logistica. Nessun problema nella notte con gli autisti degli automezzi, ma anche nessuna risposta da parte dell'azienda. Verso le undici e mezza del mattino, quando ormai lo sciopero stava per terminare e il blocco per essere rimosso, sono giunti sul posto numerosi agenti della digos che hanno iniziato a riprendere i manifestanti con una telecamera. Dopo un po' sono giunti anche due blindati con gli uomini della celere che si sono immediatamente schierati di fronte ai manifestanti. I facchini hanno allora deciso di terminare il blocco, come da programma. A questo punto, però, gli uomini della digos hanno preteso i documenti di tutti i manifestanti, probabilmente per intimidire i lavoratori, tutti provenienti da altri paesi. Le intenzioni intimidatorie sono state palesi quando si è minacciato di denunciare tutti i presenti per la mancata identificazione, alludendo al bisogno di rinnovare il permesso di soggiorno. Dopo una piccola assemblea si è deciso di non consegnare i documenti per evitare che qualcuno dei facchini potesse diventare oggetto di attenzioni speciali da parte della polizia. Alle insistenze minacciose della digos i lavoratori si sono trovati costretti a iniziare una piccola marcia nelle campagne circostanti per liberarsi dalla pressione della polizia. Fortunatamente la situazione si è risolta senza ulteriori problemi. Oggi i facchini torneranno in azienda, anche perché ieri sono giunte voci che ad alcuni di loro è stato “consigliato” di non presentarsi sul posto di lavoro, atto totalmente illegale che, se confermato, testimonierebbe ancora una volta l'atteggiamento dispotico dell'azienda. La protesta naturalmente non si ferma, nei prossimi giorni saranno messe in campo nuove iniziative.
Molte sono le domande da porsi a questo punto: è possibile che nessun ispettore del lavoro vigli sul rispetto dei diritti e delle condizioni contrattuali dei lavoratori? È tollerabile che il ricatto della crisi e del permesso di soggiorno diventino un pretesto per colpire i salari, già di per sé miseri? È  accettabile che un'azienda ignori del tutto le proteste dei propri dipendenti? È possibile che l'unica risposta alle rivendicazioni sociali dei lavoratori (non stiamo parlando di presunti facinorosi, ma di persone con famiglie e storie difficili alle spalle) sia la repressione della polizia?
Lo sciopero della logistica del 15 maggio sarà l'occasione per ribadire che dignità e diritti non sono merci sulle quali è possibile contrattare.

Immagini dallo sciopero