Grecia - Al diciannovesimo giorno lo sciopero della fame dei migranti

14 / 2 / 2011

"Lo sciopero della fame dei migranti”, dice Raul Zibechi nel suo messaggio di solidarietà, "merita tutto il nostro appoggio e solidarietà e rispetto. Perchè rompe il silenzio. Perchè apre cammini.”

Lo sciopero della fame dei 300 migranti è già arrivato al suo diciannovesimo giorno. Dal 8 febbraio i migranti hanno smesso di bere the e continuano lo sciopero della fame solo prendendo acqua.

Il silenzio dei mass media è terribile. Ancora una volta quelli più in basso diventano invisibili per il potere, dopo lo sgombero dalla Facoltà di Diritti (ndt i migranti avevano iniziano lo sciopero della fame dentro l'Università, ma erano stati allontanati).

Contro il silenzio e la durezza del governo greco, è invece la solidarietà di tant@ che da forza ai migranti per continuare: la visita degli studenti di un liceo di Atene, che hanno portato in regaolo una poesia, la visita del Coordinamento degli abitanti del Quartiere Keratea, il mesaggio del Movimento per la Giustizia di New York , la partita di solidarietà che si giocherà lunedì, la presenza di giornalisti alternativi, i 4000 giovani che hanno partecipato al concerto di solidarietà, i messaggi e le iniziative che si stanno facendo in tutta la Grecia …

Tutto questo ci fa dire che “ sì … questa lotta può vincere”.

A soprattutto quello che ce lo fa credere è la determinazione dei migranti.

Tutte le comunità migranti sono al fianco dei 300 scioperanti.

Nella conferenza stampa del 8 febbraio i primi a prendere la parola sono stati Rasid y Jasan, rappresentanti dei 300 in sciopero.

Rasid ha annunciato che di fronte all'intransigenza del governo gli scioperanti hanno deciso di smettere di prendere anche il the e che sono convinti a continuare. “Non abbiamo paura della repressione, non abbiamo paura che ci mandino la polizia. Da qui usciremo vincitori o se no morte”

Jasan haringraziato tutti quelli che appoggiano la la lotta ed ha risposto alle accuse del governo sul fatto di essere strumentalizzati. “Siamo 300. Nessuno ci rappresenta, nessuno parla al nostro posto. Noi parliamo per noi stessi.

Dopo hanno presop la parola donne e uomini delle diverse comunità di Atene.

Azant Chiku de Kurdistan ha denunciato la propaganda del Governo che vuole separare i migranti tra “buoni e legali da una parte e cattivi ed illegali dall'altra”. “ Che sappia il Governo che non solo 300 stanno facendo lo sciopero, ma che potremmo arrivare a 400.000. I migarnti non sono strumenti e non hanno la data di scadenza, non possono essere gettati nei rifiuti quando non ce n'è più bisogno.

Japines Godguin de Nigeria hadenunciato la disinformazione che presenta i migranti come criminali e delinquenti.

“Il Governo – ha continuato – cerca di mettere i greci contro i migranti. Ma sia i greci che i migranti hanno come nemico comune le politiche governamentali, che attaccano prima i migranti per poi attaccare tutti i greci. Ha continuato denunciando o sfrutttamento dei migranti: “ lavoro come venditrice ambulante, ho 4 figli nati in Grecia e per rinnovare il permesso di soggiorno devo dimostrare un'ingresso annuo di 15.000 euro”.

Tzo Valencia della Unione dei lavoratori e lavoratrici Filippini (KASAPI) ha detto: “Io sono qui perchè nessuna persona è illegale. C'è il mito che noi filippini siamo tutti in regola. Non è vero stiamo lottando, anche noi, per la legalizzazione di migliaia di uomini e donne che lavorano nelle case e nelle fabbriche. Abbiamo le stesse richieste di chi fa lo sciopero della fame. Chiediamo la solidarietà dei lavoratori greci perchè questa lotta possa vincere”.

Josef Aser della comunità egiziana ha affermato che i migranti egiziani condivisono la lotta. Ha denunciato l'uso della crisi da parte del vertice parlamentare per annullare le poche leggi buone che ci sono e che sono state conquistate con la lotta. “Dove stiamo andando? Che dicano che vogliono chiuderci in un ghetto!”. Ha sottolineato come siano al fianco della lotta degli scioperanti perchè se perdono loro, si perde tutti.

Abdul Jatzi del Forum degli immigrati di Creta ha denunciato le calunnie dell'ultra destra e dei fascisti insieme a quelle dei mass media.

Ha chiesto che il Governo inviti direttamente gli scioperanti per un confronto diretto.

“ I migranti in sciopero della fame non usciranno dall'edificio di Ipiru anche se arriveranno qui con le pistole. Specialmente ora che la loro lotta entra in una tappa cruciale e la loro salute è in pericolo. Non stiamo parlando di edifici ma di vite. Il Governo deve cambiare la sua posizione. Non ci sono categorie differenziate tra i migranti in sciopero della fame. Tutti sono un gruppo unico, inseparabile e stanno lottando per i diritti di tutti i migranti.”

Liliana Saliex della Federazione degli immigrati albanesi ha detto che il governodeve abbandonare a politica del migrante “buono e cattivo”. Anche noi eravamo illegali, condannati ad essere precari ed anche ora viviamo con la minaccia della delegalizzazione. Abbiamo vissuto in prima persona quello che ora vivono i migranti in sciopero della fame. Ha concluso dirigendosi alla società greca per dire che tutti siamo immigrati e domani possono esserlo anche i greci di nuovo.

Alla conclusione ha parlato il rappresentante dell'Unione dei Lavoratori Migranti che ha detto che i sindacati devono stare a lato dei migranti e manifestare pubblicamente la loro posizione …

Tratto da: