#GreenTheRedCarpet: l'appello del Comitato No Grandi Navi al mondo del cinema.

Al via la campagna per chiedere alla settima arte di schierarsi a favore della lotta alla crisi climatica.

27 / 8 / 2019

Pubblichiamo l'appello del Comitato No Grandi Navi rivolto ai lavoratori e alle lavoratrici del mondo del cinema e della cultura: al via la campagna #GreenTheRedCarpet.

Da Venezia chiediamo un segnale a tutto il mondo del cinema e della cultura: chiediamo di unirsi a noi per domandare un’inversione di marcia e un cambio di prospettiva per salvare il pianeta.
Nella settimana della 76esima edizione della Mostra del Cinema de La Biennale di Venezia chiediamo ad attori e attrici, a registi/e, produttori, produttrici, tecnici e tecniche, costumisti/e, sceneggiatori e sceneggiatrici di partecipare alla Climate March to the Venice Film Festival il 7 settembre e/o di registrare un breve video con l'hashtag #GreenTheRedCarpet.
Il cinema – l'arte in generale – ha saputo narrare superbamente la tragedia del cambiamento climatico, ma l'impegno travalica qualsiasi immagine. In molti e molte negli anni hanno messo la propria visibilità a disposizione delle lotte per la salvezza del nostro pianeta: noi chiediamo che nuovi/e si uniscano al coro di chi chiede, con disperata urgenza, un cambio di rotta.
La settima arte ha enormi potenzialità, molte ancora inesplorate. Con questo appello chiediamo che chiunque lavori nel cinema e nel teatro dia voce a queste possibilità, racconti come questo mondo possa aiutare le sorti dell'umanità (e non solo), e lo faccia usando la parola chiave #GreenTheRedCarpet.

APPELLO AL MONDO DEL CINEMA E DELLA CULTURA PER LA GIUSTIZIA CLIMATICA VERSO IL 7 SETTEMBRE. CLIMATE MARCH ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA


In occasione della Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno abbiamo deciso di portare un messaggio forte e chiaro: non c’è più tempo da perdere, esigiamo subito un cambiamento di rotta per salvare il nostro pianeta! Il 7 settembre, dopo le giornate del Climate Camp al Lido di Venezia, marceremo verso il Red Carpet per ribadire a gran voce che l’emergenza climatica è reale e che non possiamo più restare a guardare inermi l’abisso verso il quale sta scivolando la Terra. 

“Nessun’ arte passa la nostra coscienza come il cinema”, diceva Bergman. Tanti i titoli di pellicole come ‘L’alba del giorno dopo’, ‘Quintet’, ‘Re della Terra Selvaggia’, ‘The Age of Stupid’, ‘Waterworld’, ‘L’11 Ora’, solo per citarne alcuni, che hanno profondamente colpito il nostro immaginario collettivo attraverso scenari catastrofici e apocalittici, i quali oggi sembrano non essere più solo fantascienza o lontani da noi, ma sono sempre più visibili e vicini, come gli incendi che hanno devastato ettari di verde in Amazzonia e in Siberia, le calotte polari che ormai si stanno dissolvendo, i tornado e bufere che colpiscono sempre più luoghi del globo. A pagare le conseguenze di tutto ciò sono soprattutto le popolazioni del Sud globale, costrette ad emigrare verso nord, oltre che la flora e la fauna, sempre più minacciate e portate verso una inevitabile estinzione. E se il luglio appena trascorso è stato il mese più caldo mai registrato sinora, questo rappresenta solo una delle prime e decisive avvisaglie verso  l’irrecuperabile. 

Venezia stessa, perla dell’industria cinematografica e bellezza rinomata a livello mondiale, è messa a rischio da un capitalismo sempre più aggressivo, votato alla speculazione più becera sulla pelle di chi vive la città e a su quella del suo delicato ecosistema. Stimata come città portuale più inquinata in Italia e terza città più inquinata d’Europa, la Serenissima è stata ormai privata di una grossa fetta di residenti. La città ha visto nel giro di soli quattro anni un calo da circa 56000 unità, a 52000. Una signora in equilibrio precario sull’acqua, il cui secolare e unico fascino è stato sfruttato dalle lobby crocieristiche e dalla monocoltura del turismo di massa. 

Nonostante il grave incidente del 2 giugno, in cui una grande nave ha di fatto travolto un battello fluviale e si è schiantata contro una banchina, finora il governo italiano non è stato capace di proporre una soluzione volta alla reale salvaguardia della laguna e dei suoi abitanti. Per non menzionare la grande e inutile opera del MOSE, costata già sei miliardi e si è rivelatasi un fallimento. Opera che, tra l’altro, risulta inadeguata e pericolosa a fronte all’innalzamento del medio mare previsto per i prossimi decenni. 

Perciò il 7 settembre ci prenderemo il Red Carpet, perché Venezia può lanciare un grande messaggio a livello mondiale, e ci auguriamo che una voce decisiva di supporto venga proprio da chi ci sfilerà su quel tappeto o da chi lo ha fatto in passato. E che si unisca anche il mondo della cultura, delle arti e dello spettacolo tutto, nessuno escluso. Purtroppo, nonostante i ripetuti appelli scientifici e sociali, il mondo è ancora nelle mani di negazionisti che portano avanti politiche climatiche criminali (Trump, Bolsonaro, Putin e non solo). Né ci salveranno le retoriche del capitalismo green e del green-washing.

Chiediamo finalmente che si fatta giustizia climatica. Che il prossimo governo Italiano dichiari, finalmente, l’emergenza climatica, destinando risorse al blocco delle produzioni climalteranti e ad una transizione ecologica equa, abbandonando il sistema delle grandi opere inutili e dannose e impegnandosi nella messa in sicurezza di un territorio che è già, profondamente, dentro il climate change.