Gridare al lupo non serve

Risposta del laboratorio Aq16 al comunicato congiunto uscito martedì 22 gennaio di Sonia Masini e Graziano Delrio, rispettivamente presidente provinciale e sindaco di Reggio Emilia in merito alla preoccupazione di un legame stretto durante il funerale di Gallinari tra vecchio brigatismo, centri sociali e NoTav.

28 / 1 / 2013

A leggere e rileggere i vari interventi e prese di posizione attorno alla morte di Prospero Gallinari verrebbe da pensare che ci sia dell’incredibile, invece non c’è niente di incredibile o di strano, tutto scontato, puerile e angosciante. Reggio Emilia e i suoi attori politici non cambiano mai, tutti asserviti alla logica del pensiero unico, pronti a condannare tutto e niente. Tanto più che chi si è espresso negli ultimi giorni in merito al funerale, parla senza esserne stato partecipe, parla di qualcosa che non conosce, di filtrato.

I funerali sono stati evento pubblico sia per la caratura del personaggio deceduto che per una parte di “personalità” che vi ha partecipato, il tutto alimentato dalla costante attenzione dei media cittadini e nazionali che hanno trasformato un evento luttuoso in qualcosa che in realtà non è stato: un evento politico pubblico di esaltazione del brigatismo. Un’assurdità che contrasta i dati di realtà, facilmente riscontrabili, di un mondo in cui quella data esperienza è finita e non più proponibile.

Accomunare le BR ai centri sociali segnala l’ignoranza di chi ha pronunciato quelle parole: ignoranza sulla nascita, sulla genesi e sulla crescita dei centri sociali. Noi siamo Aq16, non siamo i centri sociali d’Italia. Quando prendiamo parola lo facciamo a nostro nome e non abbiamo la presunzione di rappresentare i centri sociali nella loro interezza. Chi parla dell’argomento deve avere il coraggio (virtù ormai rara) di fare riferimenti e accuse chiare perché la generalizzazione è sempre stata funzionale al mantenimento dell’ignoranza per favorire il controllo di pochi su tanti.

Le ultime dichiarazioni, perentorie, del presidente della Provincia Masini e del sindaco Delrio esprimono il chiaro tentativo di cavalcare strumentalmente un evento quale il funerale di Gallinari per fini personalistici interni al partito durante una fase elettorale. Una chiara speculazione politica, pregna di secondi fini.

Parlare di città offesa è stucchevole a fronte del reale problema rappresentato dall’incapacità di questa città di fare i conti con il proprio passato. La classe dirigente cittadina pretende di mantenere il buio attorno ai fatti di quegli anni, azione funzionale per bypassare ogni contraddizione o conflitto nascente. Agitare lo spettro degli anni settanta per criminalizzare sul nascere ogni forma di dissenso alle disuguaglianze e alla povertà crescente (un esempio fra tutti il collegamento fazioso tra movimento NoTav e brigatismo rosso) vuole essere un monito per il futuro prossimo che si preannuncia denso di lotte sociali, frutto delle contraddizioni aperte dalla profonda crisi in cui ci ha proiettato la nuova declinazione del sistema capitalistico.

E’ un vecchio giochetto che conosciamo bene, e che rispediamo al mittente.

A più di quaranta anni di distanza è ora di affrontare una vera discussione a fronte di un’ accurata analisi, lontana da pregiudizi o giudizi individuali, su una parte integrante della storia della nostra città troppo spesso demonizzata e lasciata alla mercè di qualunquismi. Questo è quello che cercheremo di fare. Vogliamo guardare al passato per comprendere, ma siamo proiettati al futuro, continuando a lottare nel presente finchè le disuguaglianze che stanno alla base del sistema economico non verranno definitivamente eliminate.

 

Laboratorio Aq16