La vittoria di Salvatore Carrozza nella sfida per il titolo Wbf di pugilato.

Il campione ce l'abbiamo noi !

10 / 10 / 2009

Sul “Il Manifesto” di ieri, Rosario Dello Iacovo attraverso un bellissimo articolo “Carrozza Boxe Antifa” in penultima pagina, racconta l’esperienza di un nostro compagno, un nostro fratello che ha combattuto per il titolo intercontinentale Wbf di pugilato.
Salvatore Carrozza probabilmente rappresenta in questo momento un modello, quello del giovane precario di periferia, declinando tutte le specificita’ dell’area metropolitana partenopea, che sceglie la via dell’indipendenza e dell’autonomia.
Un ragazzo senza tante possibilita’, con un padre operaio della Fiat Avio, che insegue la boxe come scelta di vita, che decide di dedicarsi ad uno sport piuttosto che seguire la via dell’emarginazione sociale o quella della delinquenza che nei nostri quartieri, qui, accanto alle quattro mura di rivolta rappresentate dal Laboratorio Insurgencia, è senza dubbio la strada piu’ semplice da seguire.
Ci ricordiamo bene quando Salvatore si allenava nel Lotto 14 B, una struttura comunale costruita con i soldi della legge 219/81, la legge del dopo terremoto. Un serpentone lunghissimo, con dentro una palestra polifunzionale, una piscina olimpionica, una biblioteca comunale, un auditorium, una scuola superiore, un teatro.
Una cattedrale, ma assolutamente nel deserto. Nel deserto di una periferia dove nessuno si propone e nessuno investe, dove nessuno si mette in gioco tantomeno le istituzioni. Cosi’ quella cattedrale per decenni resta luogo di degrado, con il povero istituto superiore vittima di vandalismo e furti praticamente ogni mese. Negli anni ’90 il teatro fu dato in gestione a Renato Carpentieri e nacque cosi’ il Teatro Area Nord, l’auditorium e gli altri spazi vengono regalati alla Rai per girarci la fiction “La Squadra”, la biblioteca resta all’incuria, la piscina olimpionica all’abbandono, cosi’ come tutte le altre sale del polifunzionale. Ma al pian terreno il maestro Bottiglieri tira su’ con sacchi e corda ragazzi che hanno scelto un’altra vita, come Salvatore che intanto cresceva e cominciava a vincere titoli. Ce lo ricordiamo bene quando l’ennesimo atto di vandalismo provoco’ l’incendio della biblioteca, e noi, un laboratorio occupato autogestito prima del Comune portammo computer e libri per riattivare quello che per noi era ed e’ un servizio indispensabile per la nostra periferia nord.
Intanto le nostre lotte crescevano, cosi’ come il legame biopolitico che fa della periferia nord di Napoli la nostra “casa” dove sperimentare formule di esodo, indipendenza ed autonomia.
Salvatore dopo due anni di esperienza abbandonava l’Esercito Italiano, caso piu’ unico che raro. Per gli sport minori infatti le forze dell’ordine sono la sola ed unica via per esprimersi a livello professionistico. Ma Salvatore con una disciplina fascistoide , quella esasperazione per la bandiera che per noi del Sud non trova mai posto, esattamente come la bandiera messicana per gli zapatisti, non aveva proprio nulla a cui spartire.
Per questo torna nuovamente a Napoli, torna a Marianella, quella cantata dai Cosang, quella terra dove, come suggerisce Eduardo De Crescenzo in “Cosi’ parlo’ Bellavista” si faceva prima a contare gli occupati che i disoccupati. E trova pero’ una elemento in piu’, un valore aggiunto. Il Laboratorio Insurgencia, dove in molti di noi avevamo deciso di investire la nostra vita.
Trova la rivolta di Chiaiano, trova l’onda studentesca, trova i nuovi collettivi da quelli antiproibizionisti e quelli di genere che invadono la citta’ di nuova linfa, di nuove idee. L’assonanza tra quella scelta di indipendenza e la sua personale scelta di vita costruiscono da subito quel mix che fa di Salvatore Carrozza un pugile professionista militante.
La rivolta di Chiaiano porta a Salvatore la lotta e quella dimensione di nuova comunità resistente fin sotto casa, e così come a Salvatore a tantissimi altri che cominciano a costruire quella che oggi è una rete fitta di relazioni, attraversamenti, sinergie che evidenziano ai ragazzi e ragazze di questa parte della città un’alternativa credibile.
Salvatore ha combattuto per il titolo intercontinentale Wbf , combattendo contro un altro ragazzo come lui, uguale a lui, di un altro Sud del mondo, come scrive Dello Iacovo. Un brasiliano di 30 anni, che come il pugilato ci insegna, ha tutto il nostro rispetto.
Ieri sera su quel ring Carrozza è salito con il pantaloncino nero e la stella rossa, con la maglietta bianca, la stella rossa e la scritta E.Z.L.N., sotto il ring le bandiere con il jolly roger e la stella del Ez.
Ma soprattutto ha portato sul ring quella “opzione altra” che ha trovato sulla sua strada e che oggi rappresenta tutti noi. Indipendentemente da come sarebbe andata, avevamo già mostrato una strada, tutti nel nostro piccolo, e Salvatore nel suo. Un pugile che ha detto no all’Esercito Italiano per amore dell’indipendenza e della libertà.
Il ring nel comune di Melito, un agglomerato urbano attaccato al quartiere di Scampia, era assolutamente incandescente. Nonostante l’eccesso di zelo di qualche questurino, nonostante la faccia piena di collera del sindaco di Melito per quello striscione sugli spalti, “Napoli è antifascista, ora e sempre resistenza! “, nonostante un giudice di gara ex generale dei Carabinieri che proprio non voleva far cominciare il match se non sparivano quegli striscioni e quelle bandiere, c’erano proprio tutti ieri sera a sostenere “Combo”. Dodici round di passione, di botte date e prese, di rispetto per l’avversario, il quale quando commette scorrettezze si gira verso il pubblico e chiede scusa. Alla fine Salvatore ha vinto ai punti.
“Combo” Carrozza è campione intercontinentale Wbf dei pesi welter.
Quel pugno alzato sul ring dopo l’incoronamento, quella gioia irrefrenabile delle centinaia di amici e compagni giunti a sostenerlo finalmente ha trovato sfogo, e quelle bandiere che quel giudice – carabiniere proprio non sopportava hanno potuto sventolare liberamente.
Oggi abbiamo un’opportunità in piu’ per porre con forza, ed oggi più che mai, la questione degli spazi sociali in città, della necessità di trasformazione delle periferie che non è solo urbanistica ma è anche e soprattutto sociale.
Non lo so se questa esperienza possa essere paragonata a quella dei pugili di Marcianise raccontati da Saviano più volte, ma so bene che il nostro pugile non santificherà mai il Tuscania e non parlerà mai di eroi quando parlerà di guerre e di pseudo missioni di pace.
Salvatore è libero…autonomo…ed indipendente. Davvero !

Intervista a Salvatore Carrozza all'interno della trasmissione "San Precario"

Fotogallery a cura di Alternative Visuali

Il video