Il cielo sotto Berlino

Note di inchiesta dalla Germania

8 / 5 / 2012

Le ultime due settimane trascorse a Berlino ci hanno dato la possibilità di vedere da vicino la Germania, questo “anomalo BRICS” europeo la cui capitale è una sorta di “neu” New York, una metropoli dinamica dall’alta mobilità, nonché il principale gate verso l’Europa dell’Est.

In questi giorni, abbiamo incontrato attivisti e collettivi estremamente eterogenei tra loro, un paesaggio vivace in cui si incrociano generazioni e forme politiche differenti: attiviste del collettivo PussyRiot di Mosca, i movimenti della post-autonomia berlinese, i ricercatori Ucraini del Center of Visual Art di Kiev attivi nel movimento universitario, gli attivisti della Coalition iL (Interventionistische Linke) promotori di Blockupy Frankfurt, artiste bielorusse e messicane coinvolte in un intenso lavoro politico, oltre a numerosi migranti spagnoli, polacchi, italiani, greci…

Berlino è una metropoli che, negli ultimi anni, ha vissuto uno dei più spettacolari e violenti processi di gentrificazione. Il movimento di squat e di occupazioni che ha caratterizzato la vita politica e sociale della zona Est a partire dal 1989, si è trasformato alla fine degli anni `90, in un’esperienza organizzata per sottrarre le case al mercato e alla speculazione immobiliare. È il caso di Mietshäusersyndikat, un sindacato sperimentale che usa gli strumenti della finanza e la gestione collettiva del risparmio come nuova arma contro la speculazione e le forme di gentrification. Queste originali forme di organizzazione, non statuali né private, trasformano la proprietà immobiliare in un bene che è di fatto tanto socializzato quanto collettivo e, proprio per questo, lo sottraggono alle regole del mercato immobiliare.

A queste forme dall’alto grado di istituzionalizzazione comune, si affiancano sperimentazioni più circoscritte, forme di gestione “comune” del risparmio diffuse come strategia di organizzazione: un esperimento particolarmente interessante è stato costruito da un gruppo di studenti, molti dei quali appartenenti all’organizzazione politica Avanti Projekt undogmatische Linke (www.avanti-projekt.de) con cui, tra gli altri, stiamo organizzando le giornate di Francoforte. Tutti rigorosamente sotto i 30 anni, questi studenti hanno costruito, da oltre cinque anni, un “fondo comune” di risparmio in cui si sommano le borse di studio e i sussidi elargiti dallo stato sociale tedesco. Questo spostamento dei fondi dal singolo al fondo comune rende possibile lo stesso accumulo continuo di sussidi. Infatti, la crisi in Germania si traduce, innanzitutto, in una ridefinizione dei criteri di assegnazione del welfare e di un continuo screening fiscale dei soggetti riceventi: i conti correnti sono quindi controllati per verificare se il richiedente necessiti effettivamente di ulteriore sostegno. Ciò che è importante di tale gestione del risparmio è la sua capacità di intervenire sulle forme di erogazione del welfare (che in Germania ancora esiste!) che dall’applicazione su una scala individuale viene socializzato, costruendo un dispositivo funzionale a sottrarre denaro e redistribuirlo secondo i bisogni di ognuno.

In questi esperimenti di gestione collettiva e indipendente, tanto del risparmio che del welfare, la speculazione immobiliare e i desideri soggettivi si intrecciano alla solidarietà e a differenti modalità di pensare il vivere insieme. Gli strumenti della finanza sono allora in grado di incontrare nuove resistenze, forme di cooperazione e socializzazione che definiscono una sorta di laboratorio del comune per creare forme di conflitto inattese.

In questo paese, dove la crisi non sembra aver ancora toccato il tessuto sociale ed economico come è accaduto invece nel resto d`Europa, politiche restrittive sociali sono dietro l`angolo: presto non sarà più possibile accedere ai servizi sociali se non si è cittadini tedeschi. Questa è la prima risposta alla nuova ondata migratoria di giovani altamente qualificati provenienti dal Sud Europa (in particolare Spagna e Italia) che sempre più affollano Berlino.

Inoltre, un anno fa è stato emesso un provvedimento che impedisce ai comuni di indebitarsi. Tradotto in parole povere, non sarà più possibile per molti di loro erogare servizi a tutti i cittadini. Queste misure provano a orientare verso la crescente popolazione migrante che vive in Germania i costi sociali di una crisi che, piano piano, comincia a farsi sentire. In breve, il welfare fa coppia con ius sanguinis, la crisi sta imponendo nuovi confini interni all’Europa che ci parlano della fine della Fortezza e dell’affermazione di un arcipelago di status economici e ranking della cittadinanza.

E’ in questo contesto che a Berlino ci siamo confrontati con i collettivi di Avanti e di felS (Für eine linke Strömung) promotori della Coalition iL (Interventionistische Linke). Seppur nate oltre dieci anni fa, queste realtà sono oggi animate da una nuova generazione di attivisti, tutti molto giovani, che hanno costruito assieme importanti appuntamenti di massa negli ultimi anni: dal G8 di Heiligendamm nel 2007, ai blocchi contro i rifiuti nucleari di Castor nel 2010, fino alle azioni antifasciste nella città di Dresda nel 2011.

L’organizzazione di Francoforte poggia su un accumulo di mobilitazioni di massa che, in Germania, negli ultimi anni hanno coinvolto un numero crescente di collettivi, attivisti e organizzazioni, tra cui il sindacato la ver.di (Vereinte Dienstleistungsgewerkschaft) che rappresenta una delle esperienze più interessanti di ricomposizione del lavoro precario nel settore dei servizi (dall’educazione, alla logistica e alle pulizie) tanto privato che pubblico.

In Germania, abbiamo incontrato un movimento decisamente attivo e maturo, che dà centralità alla forma organizzativa della coalition e alla progettazione di reti capaci di andare oltre l’identitarismo dei singoli gruppi. Il discorso organizzativo e politico si misura con la forma rete per progettare il proprio intervento politico, tanto a livello locale che europeo.

È da questa attitudine a ripensarsi assieme nelle diversità, dove le pratiche di #Occupy, dello sciopero metropolitano e di quello che abbiamo imparato durante la stagione dei controsummit, si intrecciano in nuove sfide da intraprendere. Sfide comuni, decisamente europee e transnazionali, che iniziano il 16 Maggio a Francoforte.