Il "Giorno del Ricordo" e l’attacco revisionista alla storia: la vicenda di Eric Gobetti a Verona

10 / 2 / 2022

Che il Giorno del Ricordo fosse uno degli emblemi del più becero revisionismo storico lo sappiamo da tempo. Ma quello che è accaduto a Verona allo storico torinese Eric Gobetti – tra i migliori studiosi del fascismo, della seconda guerra mondiale e della storia della Jugoslavia in circolazione – ha davvero qualcosa di raccapricciante.

L’autore del libro E allora le foibe? era stato invitato all'incontro “Il confine orientale e le foibe”, promosso dalla Rete Scuole e Territorio: Educare insieme di Verona, con l'istituto Copernico Pasoli come scuola capofila, e moderato dal giornalista Andrea Franzoso. La conferenza era prevista proprio per il 10 febbraio 2022, in occasione del Giorno del Ricordo, in diretta web con diverse scuole superiori.

La notizia dell’incontro ha scatenato subito le ire dell’estrema destra locale, con CasaPound che ha iniziato a diffamare Eric Gobetti, definendolo “sociopatico e disturbato”, e ha minacciato di impedire l'incontro. Negli stessi giorni, il Comune autorizzava una manifestazione di Veneto Fronte Skinheads e confermava il patrocinio a un concorso per le scuole elementari e medie indetto dal Museo Reggimentale Giovani Fascisti di Ponti sul Mincio, cosa che aveva creato non poche polemiche per il nome stesso del Museo che apertamente richiamava il Ventennio.

Ma c’è di più: lo stesso sindaco Sboarina, di Fratelli d'Italia, si schierava apertamente, protestando contro la partecipazione dello storico all'evento. Su pressioni del sindaco e della Giunta, per "controbilanciare" l’intervento di Gobetti la dirigente scolastica ha proposto di coinvolgere altri tre relatori: l’assessora comunale alla cultura Francesca Briani, di Fratelli d'Italia, il professore di storia e filosofia del Liceo Classico Agli Angeli Riccardo Mauroner e il giornalista Fausto Biloslavo, noto per le sue posizioni di destra e autore di svariati articoli diffamatori contro Gobetti pubblicati su “Il Giornale”.

Proprio la partecipazione di Biloslavo, che lo stesso Gobetti definisce «noto per le sue posizioni radicali, nonché protagonista di campagne denigratorie nei confronti degli studiosi» suggerisce allo storico torinese di declinare l’invito. In un post su facebook spiega le ragioni di questa decisione: «non avrebbe senso offrire a persone così l'opportunità di presentare le proprie tesi faziose al pari di chi da decenni studia con onestà e rigore la “complessa vicenda del confine orientale”, come recita il testo della legge istitutiva del Giorno del Ricordo».

Prosegue Gobetti: «la storia non è un braccio di ferro in cui vince il più forte; non è basata sul contraddittorio fra opposti estremismi; non ci sono storici che fanno propaganda fascista e quelli che la fanno comunista. Gli storici sono individui come gli altri, con appartenenze politiche, nazionali, sociali differenti, che interpretano le fonti a loro disposizione in maniera legittimamente diversa, con onestà intellettuale e la maggiore oggettività possibile. E poi c'è chi scrive sulla base dei pregiudizi ideologici, ignorando o piegando le fonti alle proprie necessità, e questi non possono essere definiti storici».

In conclusione, Gobetti si augura che la scuola non cada vittima delle imposizioni della politica, da qualunque schieramento esse provengano, e sappia mantenere la propria autonomia e libertà: «la libertà di pensiero e d'opinione, come la tolleranza, la solidarietà, l'accoglienza, sono cardini fondamentali della democrazia: non fateveli rubare da chi vuole impedirvi di imparare e di sviluppare uno spirito critico, da chi favorisce la propaganda neofascista e ostacola in ogni modo le lezioni di storia. Buona vita, libera e democratica».