Il giro di vite sul collettivo ZTL Wake Up: riflesso locale di una tendenza nazionale

Dai fogli di via di Treviso agli arresti nella capitale. Liberi tutti!

26 / 9 / 2014

Pochi giorni fa la Questura di Treviso ha richiesto al Tribunale di Treviso l'attivazione di una misura di sorveglianza speciale preventiva per il nostro militante Fabio Tomaselli. Le denunce presentate dalla Questura per giustificare il provvedimento sono in parte false, ma riguardano per la maggior parte episodi del più che decennale percorso politico di Fabio nei movimenti per la difesa dei diritti, dalle lotte per gli spazi sociali a quelle contro l'austerità, dalle battaglie contro la distruzione dell'ambiente a quelle per la casa. 

Più che di “pericolosità sociale” si tratta insomma di “pericolosità politica” verso chi opera per la continua erosione di tali diritti.

Fabio è uno dei nostri militanti che negli anni passati è stato più esposto alle aggressioni, ai danneggiamenti e alle minacce dei fascisti, l'autodifesa non dovrebbe quindi sembrare una cosa così strana. Tuttavia il provvedimento arriva in seguito all'episodio di autodifesa antifascista dell'1 agosto 2014 ed è un'ulteriore e grave conferma della strategia “due pesi e due misure” della Questura. Esso si aggiunge infatti ai nove fogli di via emanati contro gli attivisti del collettivo, di cui cinque tuttora attivi. Di fronte a tale asimmetria il silenzio di gran parte della politica è a maggior ragione preoccupante. 

L'accanimento in atto riflette da un lato dinamiche tutte trevigiane e dall'altro lato è inscrivibile nel più ampio contesto nazionale. 

Treviso è stata per un ventennio roccaforte della Lega più fascisteggiante, ben simboleggiata dal famigerato “sceriffo” Gentilini. L'avvento di una giunta di centro sinistra quanto mai timida e accondiscendente ha scalfito assai poco le consolidate pratiche di collusione tra Questura, Prefettura, vigili e parte della burocrazia comunale, che consentono a questo blocco di destra di esercitare tuttora una significativa infuenza politica tramite dichiarazioni a mezzo stampa, l'uso smodato di provvedimenti speciali e la coordinazione informale e illecita tra queste istituzioni. 

Emblematico è stato il tentativo dei vigili di impedire a una militante Ztl di ottenere il cambio di residenza all'interno del territorio comunale. Nonostante la ragazza venisse destata dal letto dai vigili urbani nella casa verso cui aveva chiesto il cambio di residenza, avesse firmato le carte comunali, non avesse alcuna diffida, alcuna denuncia e alcuna condanna effettiva, si è vista ritardare – che a oggi equivale a negare – la richiesta perché erano in corso controlli da parte dei vigili sul suo stato abitativo, a mezzo di appostamenti e interrogazione dei vicini.

A livello nazionale, i provvedimenti contro il collettivo si inseriscono in un più ampio giro di vite contro i movimenti, che ha visto negli ultimi giorni il pestaggio di un attivista per la casa a Firenze e l'eclatante arresto di Nunzio D'Erme e Marco Bucci a Roma. 

L'intento sembra essere anche quello di intimidire i movimenti in vista delle mobilitazioni autunnali. Le recenti dichiarazioni di Bce e Fmi, seguite puntualmente da quelle dei loro vicari Renzi e Napolitano, sono l'annuncio di un nuovo inverno di lacrime e austerità. Il secondo atto del Jobs Act è solo l'inizio, il Fmi richiede anche nuovi tagli a salute e pensioni (e sembra improbabile che saranno quelle “d'oro” a diminuire). 

L'ariete è come sempre quello del debito e ovviamente non è lecito prendere in considerazione misure alternative per ridurlo: la tassazione a livello europeo di grandi patrimoni e capitali, la chiusura dei paradisi fiscali, un certo livello di inflazione e/o una rinegoziazione dei volumi di rimborso dello stesso non fanno parte del dogma vigente. 

Non è quindi così strano che gli apparati di controllo si adoperino per tentare di intimidire chi pensa che il problema non siano i diritti e la spesa sociale ma il continuo e ormai ben documentato aumento delle disuguaglianze economiche, mobilitandosi di conseguenza. 

Diventa a maggior ragione importante far saltare il ricatto scendendo nelle strade per dimostrare la capacità di resistenza ai tentativi di erosione della libertà che si accompagnano all'odierna radicalizzazione del neoliberismo.