In questo intrigo che tutto vuole tenere, che ci schifa profondamente, che ci è lontano sideralmente, i cervelloni dei grillini, per non essere emarginati e pesare comunque in queste scelte, hanno optato di rimettere al centro della loro azione il Parlamento

Il giuoco delle parti

Ke palle con sto governo!!!

di Bz
10 / 4 / 2013

Ke palle con sto governo. 

Questo è lo sms che gira vorticosamente nei social network: come non essere d’accordo?!!

Il potere d’acquisto delle famiglie è sceso del 5% in un anno, la propensione al risparmio è ai livelli più bassi degli ultimi 20, si sono persi 1 milione di posti di lavoro, i consumi, anche quelli di base, stanno precipitando mentre aumentano in maniera esponenziale depressioni, suicidi e microcriminalità, tanto da far affermare a più di un prete che rubare, in periodo di crisi, non può essere considerato un atto grave, un peccato mortale.

Il teatro della politica, invece, è ritornato alla grande e ci ha offerto oltre 40 giornate di replica di uno spettacolo indecoroso, dove tutti gli attori si sono prodigati nelle migliori performance di cui sono capaci per non perdere la faccia di fronte agli spettatori che gli hanno applauditi ovvero votati. Bersani non poteva che incespicare sulla scena: non poteva chiedere i voti a Berlusconi, e Grillo ha giurato che non glieli avrebbe dati, Monti è come una toppa sul culo. Fine della rappresentazione; no. Il grande regista Napolitano si inventa i consiglieri para istituzionali per prender tempo: nessuno vuole andare alle elezioni, perché tutti sanno che nulla cambierebbe sostanzialmente, pur potendosi invertire le parti tra i tre attori co-protagonisti, e Napolitano stesso non intende assumersi la responsabilità di incaricare un super partes non inviso alla compagine grillina, così come molti hanno mormorato e Bertinotti, col suo noto tempismo, ha messo nero su bianco: la regia, dunque, passerà al prossimo Presidente della Repubblica.

I giuochi istituzionali sono, quindi, concentrati su questa figura, per il ruolo risolutivo, che a breve, dovrà assumere: qui la macedonia parlamentare grillina viene ridimensionata dall’apporto dei 58 grandi elettori regionali che sono parte integrante dell’elettorato presidenziale, dove i montiani contano men che zero: qui se la vedono il PD e il PDL, siamo all’inciucione presidenziale, che dovrà essere confezionato con la delicatezza necessaria per la formazione del prossimo governo, con un’attenzione particolare agli equilibri europei ed internazionali.

In questo intrigo che tutto vuole tenere, che ci schifa profondamente, che ci è lontano sideralmente, i cervelloni dei grillini, per non essere emarginati e pesare comunque in queste scelte, hanno optato per rimettere al centro della loro azione il Parlamento, il suo ruolo, la sua funzione per riconquistare la visibilità e rientrare pienamente nel giuoco istituzionale, che gli si vuole sottrarre. Di qui le grida di Golpe Bianco, di nominiamo le Commissioni, di facciamo legiferare il Parlamento.

Secondo il M5S, con la scusa che non è stato ancora possibile formare un governo, gli altri partiti – a partire da PD e PdL – non hanno ancora proceduto all’elezione dei membri delle singole commissioni, paralizzando quindi l’attività parlamentare. Il M5S sostiene che le commissioni possano essere elette e possano insediarsi anche in assenza del governo; PD e PdL invece sostengono il contrario dicendo che è necessario prima avere un governo per garantire l’equa rappresentanza delle varie forze politiche in ogni commissione. Questa mattina la conferenza dei capigruppo del Senato ha deciso a maggioranza di procedere all’insediamento delle commissioni solo dopo l’insediamento di un governo.

Che cosa sono le commissioni

Le commissioni sono organi parlamentari collegiali, cioè sono formate da più persone che insieme prendono decisioni, con il compito di analizzare i disegni di legge. La loro esistenza è prevista dall’articolo 72 della Costituzione che stabilisce che “ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale”.

Ogni commissione è molto importante per il buon funzionamento del Parlamento, perché è di solito specializzata su un ristretto insieme di argomenti, su cui (almeno in teoria) su cui (almeno in teoria) ha maggiori possibilità di analisi e intervento rispetto a tutti i parlamentari raccolti indistintamente in aula. La commissione analizza gli articoli dei disegni di legge, propone e vota modifiche, integrazioni e soluzioni per migliorarli prima del loro passaggio in aula.

Quante sono

Poiché il nostro sistema parlamentare è simmetrico, con due Camere che fanno sostanzialmente le stesse cose, anche le commissioni permanenti hanno funzioni simili. Sono 14 sia alla Camera sia al Senato e vanno da quelle che si occupano degli affari costituzionali all’agricoltura passando per gli affari sociali, il lavoro e la giustizia. Oltre alle 14 commissioni permanenti per ogni ramo del Parlamento, possono essere istituite altre commissioni di tipo straordinario o speciale, per seguire determinate e specifiche tematiche.

Come si costituiscono

Le regole sono simili tra Camera e Senato. Dopo la sua formazione, ogni gruppo parlamentare deve indicare le persone che ha scelto per essere inserite nelle commissioni. I presidenti delle camere utilizzano poi queste proposte per costituire le commissioni, facendo attenzione che in ognuna siano rappresentati i gruppi parlamentari in proporzione alla loro grandezza in aula. Chi fa parte di una commissione non può lavorare anche in un’altra, ma è previsto che due componenti di uno stesso gruppo e in due commissioni diverse possano scambiarsi. Quando sono stati designati i membri, si procede in ogni commissione all’elezione di un presidente, di due vicepresidenti e di due segretari.

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