Il Globalismo è una tigre di carta!

5 / 11 / 2016

Il "globalismo" è una tigre di carta! Viva le lotte dei lavoratori della logistica a Padova!

Ci permettiamo di ri-adeguare il famoso detto di Mao a proposito dell’ imperialismo alla situazione attuale del capitalismo globalizzato e mondializzato. C’è sempre un punto debole nella catena del comando e dello sfruttamento: agli artigiani-artisti-apprendisti della rivoluzione il compito di individuarlo, agire su di esso, costruire rapporti di forza sociali e di classe contro i padroni e i loro governi; agli altri, tromboni accademici, politicanti di ogni genere, agli ‘’ scienziati’’ del nulla, tutto il resto…tutta la loro miseria!

Le straordinarie lotte autonome contro la ‘’ circolazione produttiva’’, che hanno avuto anche oggi una grande visibilità a Padova nell’area strategica dell’interporto, colgono un aspetto centrale e strutturale  dell’attuale modo di riproduzione capitalistico. Già il vecchio (ma mai troppo) Marx  aveva previsto in molti passaggi de ‘’ Il Capitale’’ che quando circolazione e produzione delle merci diventano, almeno tendenzialmente, una sola ed unica cosa, la produttività si misura sempre di più sulla riduzione dei tempi di circolazione e realizzazione del profitto, giù lungo fino all’utopia capitalistica estrema di annullare lo spazio attraverso il tempo. E’ chiaro che questo settore strategico è il traino dei meccanismi più spietati e selvaggi di sfruttamento della forza lavoro , quasi la riedizione moderna dell’ accumulazione originaria e della massima estrazione di plusvalore: un asservimento totale dei lavoratori ed annullamento di ogni diritto. Ma non è un flashback, bensì un’ anticipazione del futuro della lotta di classe.

Bloccare la circolazione delle merci equivale al blocco-sabotaggio dell’operaio massa della catena di montaggio fordista-taylorista, rapportata però alla nuova fase del capitalismo globalizzato rispetto alla ‘’ fabbrica sociale’’, alla catena di montaggio sociale , ovvero la riproduzione della vita e delle forme di vita. Operaio sociale moltitudinario, appunto!Ma c’è di più: la lotta di classe vera ha anche il grande merito di svelare i meccanismi del comando, separare gli amici dai nemici, smascherare le ipocrisie, la malafede, le mistificazioni dei sindacati istituzionali, veri e propri ‘’sindacati gialli  al servizio dei padroni con il compito di gestire, tra i lavoratori,  le esigenze, i bisogni, gli interessi del sistema di sfruttamento, dalle cooperative più o meno ’’rosse’’alle grandi multinazionali e catene distributive come  Pam, Prix ecc…cui il job-act di Renzi e l’abolizione dell’articolo 18 hanno concesso una ‘’sovranità assoluta’’ nel comando sul lavoro.La CGIL ha compiuto ormai la sua completa metamorfosi in vero e proprio sindacato giallo, non solo pompiere delle lotte, ma diretto gestore dello sfruttamento, anche per garantire ‘’la rendita di posizione’’ del suo mastodontico apparato burocratico.

E’ un processo iniziato, per lo meno nella sua forma strutturale, ai tempi di Lama con la politica dei sacrifici, del compromesso con i padroni, dell’ unità nazionale sotto lo spettro della ‘’crisi” e dell’emergenza. Queste sono leggi contro le lotte autonome di classe. Il provocatore Lama e gli sgherri del suo servizio d’ordine ( noti pacifisti ‘’non violenti’’…sic!) furono cacciati in malo modo dall’università di Roma nel ’77 dalla forza organizzata dell’autonomia sociale, operaia e proletaria. Fu un grande evento: bello, giusto e liberatorio.

Da questo punto di vista le dichiarazioni odierne di Romeo Barutta, responsabile della Filt-Cgil per Padova, contro le lotte dei lavoratori della logistica organizzate dall’ ADL non sono solo le stupide esternazioni di un povero burocrate di provincia, particolarmente ignorante ed offensivo rispetto alle lotte dei lavoratori e che ha il terrore di perdere il proprio posto. Sono la pacchiana rappresentazione della linea CGIL NEL SUO COMPLESSO, dalla scuola alla fabbrica fino ai servizi alla logistica produttiva. Dice il nostro ‘’scienziato della politica,, che il compito del sindacato non è la lotta, il conflitto radicale contro i padroni e i loro lacchè, bensì la ‘’ trattativa,, , che diventa la formuletta magica buona per tutti gli usi, un oggetto misterioso, quasi mistico e metafisico.

E’ evidente che fino a quando la potenza organizzata del lavoro sociale e della cooperazione produttiva non arriva all’egemonia politica e culturale per ridisegnare su altre basi l’intera società, sarà sempre necessario trattare con i padroni…ma caro prof. Barutta( doppio sic!!) lo sanno persino i bambini che ci sono trattative e trattative e che le trattative dei lavoratori , per ottenere risultati efficaci sul piano del reddito, dei diritti, della dignità, si costruiscono su rapporti di forza materiali, sul conflitto e sullo scontro, facendo male ai capitalisti ed ai loro interessi, creando un potere vero, una forza indipendente ed autonoma.

Del resto, tutta la storia del movimento operaio lo sta a dimostrare fin dagli esordi: sabotaggio, occupazione di fabbriche, scioperi selvaggi , rivolte; su questo filo rosso si sono incarnate le maggiori conquiste sul piano del salario, dell’orario, dei diritti, di una migliore qualità della vita; su queste basi peraltro sono nate anche le prime organizzazioni sindacali. Ma tutto questo Barutta non lo sa o fa finta di non sapere, rinnegando le stesse origini della storia del sindacato. Ma proprio questo è il punto dirimente: separare la trattativa dalle lotte e dalla costruzione di un rapporto di forza è l’essenza stessa del sindacalismo giallo, nemico di classe.