Chi legge il testo della manovra vede ben chiaro
che la componente «militare» di tali vendite (quella che al limite si
sarebbe pure potuta condividere) non provocherà alcun dimagrimento
significativo del portafoglio dell'inguardabile La Russa, perché i
proventi della vendita del demanio militare verranno riassegnati in
massima parte alla Difesa (art. 3 lettera 12). Del resto, così come non
si può nemmeno parlare di imporre una patrimoniale draconiana sui beni
della Chiesa (io credo in emergenza occorrerebbe iniziare a rifletterci
davvero, almeno una confisca parziale), sia mai detto che si possa
risparmiare qualcosa sulla difesa: siamo naturalmente (peccato che
incostituzionalmente) impegnati (ed in modo del tutto bipartisan) a
bombardare donne e bambini innocenti in Libia ed altrove e come si sa
sono cose che costano molto care! Siamo quindi di nuovo alla svendita
del patrimonio immobiliare civile o sociale (case popolari, scuole,
ospedali, asili uffici) i cui proventi verranno utilizzati per far
fronte alla spesa corrente. Tanto chiudendo lo Stato sociale i beni
pubblici sociali non serviranno più. Cinque hanni fa ho documentato
personalmente in una ricerca dell'Accademia dei Lincei poi pubblicata
col titolo Invertire la rotta (con E. Reviglio e S. Rodotà) i meccanismi
perversi di questa dismissione, inutile, truffaldina e rovinosa e la
Commissione Rodotà aveva posto il problema della tutela dei beni
pubblici sociali. Tutto inutile! Il Governo non vende beni suoi! È ora
che ce lo mettiamo bene in mente. Si vogliono vendere beni che sono
proprietà della collettività nazionale tutta e non del governo in
carica! Beni accumulati con il sacrificio fiscale di tutti. Il governo
in carica dovrebbe esserne fedele custode e buon amministratore. Se il
governo espropriasse beni appartenenti ai privati dovrebbe pagare
l'indennizzo (la Corte Europea ci ha detto che questo dovrebbe essere a
prezzo di mercato). Nessuno pensa mai che anche quando espropria beni
pubblici e comuni qualcuno dovrebbe essere indennizzato. Quella pubblica
è la sola proprietà degli spossessati ed appartiene pro quota a tutti
noi. Su di essa non ci si accontenta di una patrimoniale perché si vuole
una vera confisca (a favore dei soliti palazzinari noti).
tratto da : ilManifessto
Il governo svende i beni pubblici che sono dei cittadini
23 / 8 / 2011
Di
male in peggio! La manovra frettolosamente messa insieme dal governo,
che in tal modo si fa complice di un progetto europeo chiarissimo di
Shock Economy, (per chi non lo ricordasse è il titolo di un bel libro di
Naomi Klein che denunciava da par suo la strategia di creare ad arte
emergenze a fine di saccheggio) fa acqua da tutte le parti. La rincorsa a
proposte estemporanee (anche da parte dell'opposizione) immalinconisce
per pochezza intellettuale e politica. Non solo dobbiamo sentire
prediche della Chiesa (il più grande evasore legale d'Italia) che
lasciano davvero increduli. Non soltanto dobbiamo sentire proporre
dall'opposizione il più fedifrago dei tradimenti rispetto a quanti
(spregevoli finché si vuole) comunque si sono fidati delle istituzioni
facendo rientrare i capitali attraverso il condono (sul brocardo pacta
sunt servanda si fonda la civilità giuridica). Non soltanto dobbiamo
vedere le barricate contro il «contributo di solidarietà» che vengono
erette al fine precipuo e del tutto ideologico di evitare che una tale
idea (che peraltro ispira la nostra Costituzione) possa contagiare il
popolo ed ammorbandolo della grave malattia, estirpata scientificamente
nel ventennio neoliberale, del solidarismo. Adesso si ripropone la
dismissione degli immobili pubblici! Insomma, per pagare i cravattari
con cui lo Stato si è indebitato a causa del suo vizio del gioco,
vendiamoci la casa!