Il “laboratorio Bolzano” tra lotta e nuovi fascismi

22 / 2 / 2016

A Trieste e Bolzano, città simbolo del Novecento italiano e luoghi di confine per antonomasia, si sono svolti, sabato 20 febbraio, due presidi antifascisti per respingere i raduni di Forza Nuova nelle due città.

A Bolzano, almeno nell’ultimo anno, è sempre più evidente e visibile la presenza dell’estrema destra e, in particolare, di Casa Pound. Solo tra il 2015 e il 2016 si sono verificati diversi episodi di aggressioni e violenze perpetrati dai fascisti che, in nome della loro “virilità del Ventennio”, trovano sempre l’occasione buona per alzare le mani.

La città altoatesina ha anche il triste primato di aver eletto, unico caso in Italia, un consigliere comunale (nelle scorse elezioni del 2015) proprio dei “fascisti del Terzo Millennio”; un personaggio che ha candidamente dichiarato che Hitler, nel bene o nel male, è riuscito a governare un Paese e, per il popolo dei lavoratori tedeschi, ha fatto indubbiamente tante cose positive.

Il neo consigliere si è permesso di dirle, certe stupidaggini, perché sapeva di avere buona compagnia in Consiglio: insieme a lui sono entrati vecchi missini nazionalisti riciclati qualche mese prima, giovanotti pseudo fascisti spesso identificabili per il braccio destro teso, rampanti leghisti con fazzoletto e cravattina rigorosamente verde. A sedere, come maggioranza, un centro-centro-sinistra italiano completamente dilaniato al suo interno e un partito tedesco, la SVP, in chiara virata a destra.

Fortuna ha voluto che il Consiglio Comunale ha retto poco per lasciare strada ad un Commissario del Governo che, purtroppo, si sta alacremente dando da fare contro accattoni, immigrati, prostitute considerati il vero degrado della città e, di fatto, continuando quella politica del “sindaco-sceriffo”, pardon “commissario-sceriffo”, tanto cara a molti sindaci del PD.

L’avanzata dell’estrema destra altoatesina si può spiegare, in parte, con l’arrivo, nell’ultimo anno e mezzo, dei profughi; questi ultimi vedono proprio il confine al Brennero come la porta maestra verso il Nord Europa e, proprio per questo, considerano quello altoatesino come un territorio di passaggio.

Oggi la provincia ospita un numero risibile di richiedenti asilo se paragonato al resto d’Italia. Ma tanto basta per scatenare le ideologie più retrive e xenofobe e per dar visibilità ai “bravi ragazzi” di Casa Pound, Forza Nuova e gruppuscoli simili che, spalleggiati da alcuni “giornalacci” locali in cerca di qualche like o visualizzazione in più, continuano a portare avanti la battaglia a favore dell’italianità contro l’immigrato che ruba casa, lavoro e perché no, anche l’aria che respiri.

L’idea, insomma, è quella di parlare alla “pancia” della gente, dare delle soluzioni facili facili, populiste e ben dosate, il mix giusto per scatenare odio e razzismo.

Ecco così che, da caritatevole cittadina tra le Alpi, simbolo della tranquillità montana e del latte appena munto, Bolzano si è trasformata in un vero e proprio “laboratorio”, purtroppo, per la seconda volta: nel periodo delle bombe e del terrorismo, nella famosa “Guerra dei tralicci”, il territorio altoatesino è stato trasformato in un campo di battaglia condiviso da spie, servizi segreti deviati, NAR, nazisti e nostalgici del regime; oggi, invece, si incrociano i peggiori estremismi di destra, speculatori austriaci con l’intento di cementificare la città (progetto Kaufhaus), politici brizzolati in cerca di consenso elettorale (viste le imminenti elezioni primaverili), giornalisti in cerca di notorietà.

Ed è proprio il “Laboratorio Bolzano” la grande sfida degli antifascisti e delle antifasciste della città. La prima risposta è stata la partecipata manifestazione del 23 gennaio contro l’aggressione, da parte di un membro di Casa Pound, a un ragazzino di appena 16 anni: in quelle strade, quel sabato soleggiato, ha sfilato la Bolzano degna, meticcia e solidale; quel giorno in tanti e tante hanno dimostrato che l’antifascismo è vivo e vegeto.

I “fronti caldi” restano indubbiamente tanti, il clima che si è creato non potrà certo essere un retroterra positivo, ma la moltitudine variegata che si è presa per mano quel 23 gennaio può essere l’inizio di una lotta, e l’unica speranza, per liberare la città da spettri sempre più nefasti!