In ogni caso, nessun rimorso

Andrea è in carcere perché da più di vent'anni ha deciso da che parte stare: contro i cpt, le guerre, le zone rosse, le devastazioni, le emarginazioni, il fascismo. Da una settimana tutti noi siamo meno liberi, ma non per questo arresi o remissivi.

2 / 12 / 2012

A causa di un cumulo di pene passate in giudicato, il nostro amico, compagno e fratello Andrea Olivieri è incarcerato da qualche giorno nel carcere di Bergamo.
I reati per i quali è stato condannato sono reati che permettono a lui e a tutti noi di andare nei tribunali e per le strade a testa alta, e senza nessun rimorso.



Siamo consapevoli che possiamo finire in carcere, lo abbiamo messo in conto molti anni fa, quando qualcosa ci ha fatto decidere da che parte stare.

Per ognuno di noi è stato in momenti modi o anni diversi, quello che ci accomuna è aver percorso le stesse strade, anche quelle più difficili e impervie di montagna, o quelle molto più pericolose delle nostre città. Da una settimana tutti noi siamo meno liberi, ma non per questo arresi o remissivi.

Sappiamo che si può finire in carcere, ma a Trieste è sicuramente più facile, è da molti anni che un Pm cittadino ci dedica le sue attenzioni in maniera quasi compulsiva, quindi siamo sempre pronti al peggio.

Andrea è in carcere perché da più di vent'anni ha deciso che i Cpt non devono esistere e vanno abbattuti; che se ci sono case vuote e persone senza casa allora è giusto riempire quelle case; che le zone rosse, quelle che escludono i cittadini dalle decisioni, diventano il limite della nostra autonomia; che la guerra è una condizione odiosa in cui nessuno deve vivere e questo va fatto notare soprattutto a chi quelle guerre le governa; che il territorio è di chi lo vive e non di chi lo vorrebbe svendere o violentare.

Queste le cose per cui è stato condannato e per cui oggi è ristretto alla Casa Circondariale di Bergamo, ma per dirla come Andrea: “non ci si pente di quanto fatto, non ci sono rimpianti”.

Francamente ci interessa poco rispondere agli articoli del Piccolo giornale di Tireste, risulteremmo sgradevoli e offensivi.

Noi aspettiamo solo che Andrea ritorni a camminare da libero, perchè tante strade ci sono ancora e tanti che hanno voglia di percorrerle.

Un abbraccio forte Andrea, ti aspettiamo.

Casa delle Culture
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