In vino veritas

“Le colline del prosecco” patrimonio Unesco

11 / 7 / 2019

Il 7 di luglio, l’Italia ed il Veneto festeggiavano la nomina “Le colline del prosecco” di Conegliano e Valdobbiadene a Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco. Forse fondamentale l’intervento di Lino Banfi.

La notizia è ovviamente stata accolta con euforia dal governatore della regione Veneto Luca Zaia, dal gruppo industriale Consorzio del Prosecco e da molti produttori del territorio.

Il Prosecco è il vino italiano più conosciuto e più bevuto al mondo, con un volume di export in continuo aumento. Il vitigno base per la produzione di Prosecco è la Glera, le cui uve devono costituire almeno l'85% del totale. Oltre 5.000 addetti operano attorno alla produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.  L’80% della produzione di Prosecco è commercializzato all’estero, con picchi di crescita soprattutto in Gran Bretagna. È di poco tempo fa la notizia del bilancio della vendemmia 2018, che ha visto una crescita della produzione del 10,7% rispetto all’anno precedente, con 3,6 milioni di ettolitri, pari a un valore di due miliardi e 369 milioni di euro (+ 13,4% rispetto al 2017).

Una vera e propria macroeconomia tutta veneta.

Un vero e proprio disastro per l’ambiente veneto.

Molte critiche sono state avanzante a questa nomina da gruppi ambientalisti, cittadini, comitati e piccoli produttori.

La letteratura scientifica attesta ormai da anni come l’ampio uso di erbicidi, fungicidi, insetticidi etc usati nella viticoltura intensiva, rappresenti un importante fattore di rischio per la comparsa di tumori e malformazioni infantili. In molti casi, dopo i trattamenti, le persone confinanti con il campo di vite, accusano difficoltà respiratorie, bruciore di gola, eruzioni cutanee, e altri malori. Per non parlare della scomparsa di lucciole, bombi e cavallette, oltre alla diminuzione delle api, dell’impatto che questa manipolazione e stravolgimento del territorio ha sulle biodiversità sia in termini di fauna che di flora. Ed ora si è finalmente iniziato a parlare di suolo.

È emerso da studi dell’Università di Padova che tre quarti della perdita di terreno dai pendii della regione vinicola del Veneto, sede di un certo numero di vini di Denominazione d’Origine Controllata e Garantita (DOCG), sono il risultato della produzione di prosecco. Si parla di 400.000 tonnellate di terreno ogni anno, o 4,4 kg per ciascuna delle bottiglie di prosecco che la regione produce, e il fatto che di Prosecco se ne producano 446 milioni di bottiglie l'anno (90 milioni nell'area storica nella provincia di Treviso) dimostra come l’impatto ambientale sia tutt’altro che trascurabile. L’erosione del suolo è un fenomeno fisiologico che, secondo gli esperti, può essere considerata nella norma fino a 1,4 tonnellate per ettaro l'anno ma un tale tasso di perdita è insostenibile (un tasso di erosione medio di 19,5 tonnellate per ettaro all’anno). Non sono solo brutte notizie per la salute dei vigneti, ma anche per l’ambiente e per noi cittadini che lo abitiamo.  Nel frattempo cresce la contestazione dei produttori di Prosecco nei confronti delle ricerche e delle critiche: «Frenare l'erosione - dicono - è interesse primario di chi produce vino».

La domanda di questo pregiato vino è tuttavia in costante aumento (dal 2003 ad oggi c’è stato un incremento della produzione del 129 per cento) e, per soddisfarla, è aumentata la produzione e la coltivazione delle vigne ha subito un’ulteriore intensificazione, con conseguenti cambiamenti nell’uso del suolo. In questi ultimi vent’anni, l’area dei vigneti trevigiani è passata da 4mila a 7mila ettari. Questa espansione è avvenuta a scapito di altre colture e, soprattutto, di aree naturali e seminaturali come boschi e superfici prative. L’agricoltura convenzionale, oggi, può arrivare a modificare la morfologia e struttura dei versanti per ottimizzare la meccanizzazione e la produzione agricola, incrementando notevolmente i processi erosivi.

Il suolo non è solo un ammasso di terra inerte, il suolo è un insieme di materia organica, detta humus (che in media occupa il 5% in volume), di sostanza minerale, detta regolite (45%), di aria (25%) e di acqua (25%) Il suolo è uno degli ecosistemi più complessi e variegati in natura e ospita un quarto della biodiversità del nostro pianeta. Al suo interno si trova un’incredibile varietà di organismi, i quali svolgono funzioni essenziali per l’ecosistema. Un suolo di buona qualità inoltre protegge l’acqua potabile, filtrando potenziali inquinanti e cattura il 20% circa del carbonio immesso nell’atmosfera dalle attività dell’uomo. L’erosione del suolo può comprometterne la qualità, privandolo dello strato superficiale altamente fertile, rappresentando dunque una delle principali minacce per questo fragile e complesso ecosistema e mettendo a rischio la sicurezza alimentare globale e la fornitura di acqua pulita.

Possiamo salvare l’area? I vigneti del Prosecco potrebbero ridurre la loro perdita di suolo? Una soluzione potrebbe essere quella di lasciare l’erba tra i filari delle vigne, dimezzando l’erosione totale come dimostrano le simulazioni, oppure si potrebbe includere la piantumazione di siepi intorno a vigneti o la presenza di vegetazioni nei pressi di fiumi e torrenti. Si potrebbe anche ridurre il numero dei terrazzamenti e incrementare i fondi e gli studi sull’agricoltura conservativa ma al momento, l’unica cosa certa è che la nostra richiesta di prosecco sta divorando ettari di suolo.

Zaia e il Consorzio del Prosecco derubricano le critiche come invidia e studi poco accurati. Quando il problema sarà più evidente vedremo cosa diranno. Forse non comprendono che non esiste nessuna campagna contro il Prosecco, piuttosto modalità da attuare per contenere il fenomeno dell'erosione. (Il modello empirico RUSL, usato negli studi sub-citati è una delle metodologie maggiormente utilizzate per la stima dell'erosione, la stessa che si utilizza in tutta l'Unione Europea.)

La giunta regionale e gli amministratori locali tutti leghisti da più di vent’anni, hanno dei diretti interessi e responsabilità sui fatti (Zaia è di nativo di Conegliano e nel trevigiano ha costruito il suo successo politico). Esiste un legame tra la regione e i produttori, tra i controllati e controllori. I pesticidi sono veleni, hanno dei limiti di utilizzo, fissati nelle “Linee tecniche di difesa integrata” dettate dalla regione ma le ditte spesso lavorano con deroga regionale, che stanno diventando la norma, nel 2016 di queste deroghe ne sono state rilasciate 28. il Veneto ha i livelli più alti di consumi di pesticidi di tutt’Italia, quasi 12kg per ettaro contro una media italiana di 5 chili.

Dai dati Arpav emerge come nella Marca Trevigiana nel 2017 siano state vendute oltre 3.900 tonnellate di pesticidi ripartite tra 1.422 prodotti, il 35,02 per cento dei quali con effetti cronici, tossici o molto tossici per la salute; per Istat il totale ammonterebbe invece a quasi 5.000 tonnellate.

Sono numeri impressionanti, che chiamano in causa Zaia e la sua Giunta: quali progetti sono stati avviati per ridurre i potenziali rischi per la salute? per la tutela dell’ambiente acquatico? Delle api e gli altri insetti impollinatori?

Ma la regione non si limita a concedere deroghe, elargisce anche contributi per nuovi impianti. L’estendersi della coltura della vite ma anche la sostituzione di vecchi vigneti con nuovi adatti alla meccanizzazione, sta trasformando il paesaggio veneto. Esemplare il caso di Vidor, un comune in cui sono stati asportati i cipressi che ricordavano i morti della grande guerra per fare posto a nuovi impianti di Glera. Per la realizzazione di questi impianti spariscono boschetti, alveoli fluviali, si fanno sorgere terrazzamenti e collinette artificiali, tutto in regola con la legge grazie a decretini, concessioni straordinarie, e se va male ed arriva la questura condoni (pardon Pace Fiscale)

Il Veneto già soffocato tra cemento, inquinamento dell’aria, Pfas e il recente caso SESA, riceve la sua nomina a Patrimonio Mondiale Unesco per le sue “Colline del Prosecco” ma lascia ai suoi figli un deserto tossico ed arido in vera eredità.

Letture consigliate:

“Estimation of potential soil erosion in the Prosecco DOCG area (NE Italy), toward a soil footprint of bottled sparkling wine production in different land-management scenarios” Salvatore E. Pappalardo, Lorenzo Gislimberti, Francesco Ferrarese, Massimo De Marchi, Paolo Mozzi https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0210922

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S001282520900035X

http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/suolo/file-e-allegati/TV_rischio_erosione_200k.pdf

https://www.regione.veneto.it/c/document_library/get_file?uuid=56c9df6b-9d7d-4266-b6e8-a40ce919259c&groupId=10701

https://www.regione.veneto.it/web/agricoltura-e-foreste/difesa-integrata

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/07/06/prosecco-patrimonio-unesco-noi-ambientalisti-protestiamo-e-il-motivo-e-presto-detto/5303882/

https://www.wired.it/attualita/ambiente/2017/07/21/vino-cambiamento-climatico/