Lo scorso 5 settembre la Lyon-Turin ferroviaire aveva deciso di denunciare Erri De Luca perché in un’intervista aveva detto che il Tav “andava sabotato”. Lo scrittore aveva commentato anche il ritrovamento di cesoie (trovate insieme ad altro materiale nell’auto di due militanti arrestati il 30 agosto 2013) affermando: “Sono utili a tagliare le reti, dove falliscono mediazioni e trattative, il sabotaggio è l’unica alternativa”. Parlando delle lotte contro le devastazioni e gli sprechi dell’alta velocità in Val di Susa, le aveva definite “come il punto più alto della coscienza civile del Paese”.
Detto, fatto. Ieri la Procura di Torino
con il solito pull di magistrati esperti di No Tav, per mano del gup Roberto
Ruscello ha rinviato a giudizio per istigazione a delinquere Erri De
Luca, che non ha fatto una piega alla
notizia, affermando anzi che è onorevole essere rinviati a giudizio per un
reato di opinione. «Mi metteranno sul banco degli imputati e ci saprò
stare. Vogliono censurare penalmente la libertà di parola. Processarne uno per scoraggiarne cento:
questa tecnica che si applica a me vuole ammutolire le lotte.
È un silenziatore e va disarmato». Lo scrittore de Il peso della farfalla non fa marcia indietro
sulle sue affermazioni, in una recente intervista a Repubblica De Luca dove aveva precisato: «Non ho
mai fatto l’esaltazione del sabotaggio. Ho semplicemente detto che
quell’opera in Val di Susa va sabotata per diverse ragioni che tutti conoscono
bene…». Tuttora difende il diritto d’opinione, la libertà di parola e il
proprio sostegno ai No Tav. Invita, infine, i magistrati di Torino
a indagare i piani alti del Tav, piuttosto che «perseguitare il
movimento».
Erri De Luca ha partecipato fisicamente a molte delle manifestazioni che si
sono svolte in Val di Susa e con grande coerenza ha sempre sottolineato l’alto valore morale e sociale delle lotte che
si sono sviluppate contro il progetto dell’alta velocità, così come ha
sostenuto le lotte ambientali e contro le grandi opere che si susseguono da
anni negli specifici territori.
È evidente il tentativo di criminalizzare tutti coloro che si oppongono alle logiche imprenditoriali, alle cricche affaristiche, alla devastazione degli ecosistemi, in particolare di fare di Erri De Luca, una specie di ‘cattivo maestro’ che con la forza potente delle sue parole scientemente promuove azioni e attività che escono dall’alveo della legalità costituita.
Una sorta di legittimazione a posteriori di attività illecite.
Forse non si sono ancora resi conto, o meglio, non vogliono gli uni e non possono gli altri, accettare che la legittimazione delle lotte No Tav non vengono dall’alto del carisma di Erri ma dall’appoggio e dal sostegno della popolazione della valle, la grande manifestazione torinese di un mese fa per la liberazione dei militanti arrestati ne è la testimonianza più recente, e comunque 30 anni di lotte sono lì a dimostrarlo a tutti.
Grazie Erri.