La Climate March conquista il Lido

Dopo l'iniziativa mattutina al red carpet, la già annunciata marcia per il clima porta in piazza centinaia di persone che chiedono giustizia climatica

7 / 9 / 2019

«What do we want? Climate justice! When do we want it? Now!», un grido corale che si leva dalla Climate March del Lido di Venezia. Nemmeno a farlo apposta il concentramento è coinciso con il passaggio di una grande nave Msc; centinaia di persone si sono dirette al molo spontaneamente per contestarla. «Fuori le navi dalla Laguna» è ormai un ritornello noto da queste parti; l'ennesima riprova che le grandi opere - tra cui anche i mostri galleggianti - sono tra le cause della distruzione del pianeta.

Dopo l'occupazione del red carpet di questa mattina, la marcia di oggi pomeriggio rappresenta un momento ancora più importante per porre l'accento sulla crisi climatica, in particolare nel suo nesso con le grandi opere. È anche una delle azioni più importanti del Venice Climate Camp, che ormai da quattro giorni è il centro di azioni e dibattiti per attivisti da ogni parte d'Europa.

dettagli

Un corteo intergenerazionale, in cui però spicca il netto protagonismo delle giovanissime generazioni che lottano per il proprio futuro, ed è proprio Oma di Fridays For Future Vicenza ad aprire le danze degli interventi, che con foga rilancia «Abbiamo lanciato una sfida e l'abbiamo vinta, siamo arrivati sul Red carpet. Questa mattina l'abbiamo occupato per sette ore. Per richiedere quello che ci spetta, quello che ci serve adesso: giustizia climatica e un reale cambiamento del sistema!».

Un corteo, inoltre, vede la solidarietà e la partecipazione di diversi comitati territoriali di tutta Italia, tra cui il comitato Stop Biocidio di Napoli, nel suo intervento Raniero afferma: «la prima cosa da dire è grazie ad ognuno di noi, a chi ha deciso di prendersi la scena e occupare il Red carpet facendolo diventare un green carpet. A Napoli lottiamo contro biocidio e devastazione ambientale. Questa battaglia e quella contro i cambiamenti climatici per noi sono necessariamente la stessa battaglia: lottiamo per il futuro e la vita».

Interviene anche una delle mamme No Pfas, che da anni stanno conducendo una battaglia contro l’avvelenamento idrico di buona parte del Veneto. La lotta un’acqua pubblica e pulita accomuna territori di tante parti del mondo devastate dal capitalismo estrattivo.

Un saluto arriva dalla Val di Susa, portando l'esperienza della lotta No Tav: «La lotta al cambiamento climatico equivale a lotta contro grandi opere inutili e spreco di denaro. Non ci sará mai un capitalismo verde, non si può parlare di voler difendere l'ambiente e poi bucare una montagna».

Arriva anche la voce della componente internazionale che sta animando da giorni il Lido, Valij di Ende Gelände racconta: «Siamo venuti in centinaia dalla Germania, qui al climate camp di Venezia. Abbiamo protesta contro grandi navi, è bellissimo essere qui perché si capisce che il movimento è davvero internazionale».

Leandro da Dresda incalza: «Qui abbiamo mostrato a chi sostene i nazionalismi, che esiste un'Europa che si organizza ed è fatta di movimenti sociali. Nell'azione di oggi siamo stati veloci ed efficienti. Non l'avevo mai visto prima,ma adesso so che lo vedrò ancora tante volte. E cantare bella ciao sul red carpet è stato il miglior momento della mia vita da attivista».

Il corteo prosegue per le strade del Lido che però viene fermato da uno spropositato schieramento di forze dell’ordine, con idranti è blindati, sbarra alla marcia la strada verso il Red Carpet. Una vera e propria provocazione, che viene rimandata al mittente dalle migliaia di persone che marciano per le strade del Lido di Venezia: «la polizia ci sbarra la strada, ma non tiene conto che sul red carpet ci siamo già stati stamattina, per ben 7 ore!».

polizia

Nonostante le continue provocazioni di digos e polizia il corte prosegue per le vie del Lido compatto e felice e che si dichiara che questa giornata è già vinta e che il red carpet è già stato conquistato.

Si conclude a Santa Maria Elisabetta la Climate March e si chiude anche una giornata storica per i movimenti climatici, che sono riusciti a sfruttare al meglio la cornice della Mostra del Cinema per imporre nel dibattito pubblico un messaggio chiaro: per fermare la crisi climatica non serve un green new deal dettato dalla governance, ma un green new deal dal basso, universale e radicale.