La famiglia “naturale” non esiste

28 / 3 / 2019

Pubblichiamo un comunicato della Società Italiana delle Storiche sul XIII congresso mondiale delle famiglie con cui viene anche spiegata l’adesione mobilitazione “Verona città transfemminista” lanciata da Non Una di Meno.

Dal 29 al 31 marzo 2019 si terrà a Verona il XIII Congresso Mondiale delle Famiglie (WCF XIII), organizzato dall’IOF (Organizzazione Internazionale per la Famiglia). «La missione dell’IOF è di unire e dotare i leader di tutto il mondo di strumenti per promuovere la famiglia naturale» e il congresso «ha l’obiettivo di unire e far collaborare leader, organizzazioni e famiglie per affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società». 

Un ricchissimo patrimonio di ricerche ha tuttavia mostrato chiaramente che non esiste un unico modello di famiglia e che il concetto di famiglia “naturale” (esso stesso “artificiale”, frutto di una lunga evoluzione socio-culturale) è privo di qualsiasi base scientifica. Utilizzare il concetto di famiglia “naturale” come elemento di orientamento delle politiche sulla famiglia e sul matrimonio è pertanto una scelta puramente ideologica. 

La ricerca storica e antropologica, infatti, ha ampiamente dimostrato l’enorme variabilità delle organizzazioni familiari e domestiche nel tempo e nello spazio: non solo famiglie formate da una donna e un uomo ma anche famiglie poliandriche o poligamiche; non solo legami genitoriali dovuti a filiazione biologica, ma anche legami genitoriali non biologici, a partire dalle adozioni; non solo matrimoni tra persone di diverso sesso ma anche unioni, socialmente riconosciute, tra persone dello stesso sesso.

Peraltro numerose società, anche del passato, prevedono l’esistenza non solo di uomini e donne ma anche di persone intersex e/o appartenenti a un terzo genere. E anche dove l’organizzazione sociale prevalente è basata sul binarismo, la ricerca ha individuato la presenza, e ha ricostruito l’esperienza, di persone che non si riconoscono nel genere attribuito alla nascita e intraprendono transiti di genere. 

Decenni di indagine hanno inoltre dimostrato come la famiglia promossa dal WCF – formata da una coppia eterosessuale e basata su una netta divisione dei ruoli tra uomo e donna –, sia storicamente diffusa in contesti segnati da culture patriarcali fortemente sbilanciate a vantaggio del potere maschile. Pur presentando attualmente un’estrema ricchezza di equilibri relazionali e affettivi, tale forma di famiglia può tuttora essere sede di oppressione e sfruttamento, ed è il contesto nel quale, oggi, le donne rischiano più spesso di subire gravi violenze.

Il sostegno alla presunta famiglia “naturale”, oltre a promuovere una cultura che limita i diritti di autodeterminazione delle donne, produce esiti decisamente contrari ai principi di non discriminazione e uguaglianza che informano le nostre società, nella misura in cui mira a escludere altre forme di famiglia.

La Società Italiana delle Storiche (SIS), associazione fondata nel 1989 che raggruppa studiose accademiche e ricercatrici indipendenti, molte delle quali impegnate proprio nello studio delle famiglie e delle relazioni di genere nelle società del passato, considera pertanto con grande preoccupazione il patrocinio dato al XIII Congresso Mondiale delle Famiglie dal Ministero per la Disabilità e la Famiglia e da altre istituzioni pubbliche italiane, nonché la partecipazione all’incontro del Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Matteo Salvini, del Ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana, e del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica Marco Bussetti. 

In particolare, in quanto associazione alla quale aderiscono molte ricercatrici e docenti universitarie, la Società Italiana delle Storiche non si riconosce nella legittimazione data al XIII Congresso Mondiale delle Famiglie dal Ministro Bussetti con la sua stessa partecipazione e ne prende con voce chiara le distanze. 

La SIS ribadisce la totale infondatezza scientifica del concetto di famiglia “naturale”, e richiama la necessità che discorsi e iniziative politiche si basino e si sviluppino a partire dai risultati di serie e solide ricerche scientifiche, e non da prese di posizione infondate e ideologiche.

Per tutto quanto detto, la SIS aderisce alla mobilitazione “Verona città transfemminista” lanciata da Non Una di Meno e da altre organizzazioni per il 30 marzo a Verona