La furia collettiva di Anonymous vendica Megaupload

Anonymous Operation Tango Down

20 / 1 / 2012

La chiusura manu militari di Megaupload, con l'arresto del fondatore e di altre 6 persone che rischiano fino a 20 di carcere, è arrivata al momento giusto (un tempismo da servizi segreti italiani, si potrebbe dire) per l'amministrazione Obama.  Infatti il presidente USA era stato accusato  dal magnate Rupert Murdoch di non fare niente per difendere i diritti delle major  proprio negli stessi giorni in cui due disegni di legge repubblicani (ma appoggiati anche da alcuni democratici)  molto discussi, SOPA e PIPA, erano al vaglio del congresso. Due proposte di legge molto contestate che hanno portato nei giorni scorsi anche a clamorosi scioperi in rete (a cui ha aderito anche wikipedia e in minor forma google): le proposte di legge infatti si prefiggono di inasprire il  Digital Millennium Copyright Act (DMCA), ovvero la legge attualmente in vigore,  accordando al governo americano e  alle singole major  la possibilità di agire legalmente contro i siti che diffonderebbero materiali protetti da diritto d'autore. Ad esempio grazie alla SOPA sarà possibile intentare cause legali alla prima violazione di copyright (e causa legale significa spese spesso insostenibili per i blogger o i piccoli siti internet), ma soprattutto  il governo USA potrebbe addirittura attivare una censura tipo "cinese" verso determinati siti (impedendone l'accesso  o,  ad esempio,  impedendo ai motori di ricerca di visualizzare determinati risultati).

Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la chiusura forzata di  Megaupload. Megaupload è uno dei siti più utilizzati  tra quelli che forniscono i servizi di file hosting, noto soprattutto per il servizio di streaming video (MegaVideo) utilizzato per accedere gratuitamente alla visione di film e serie tv. Chi lo ha utilizzato questi diffusissimi cyberlockers di certo si è imbattuto almeno una volta in  quel fastidioso avviso che ci informava che il dato  video era stato rimosso per violazione del copyright: questo è quanto prevede teoricamente il DMCA, ovvero la semplice rimozione del link. Questo fino ad oggi.

 "Voi dite che non facciamo niente, che le leggi non bastano? E noi vi dimostriamo il contrario". 

E lo hanno dimostrato con un'operazione che non poteva che essere altamente mediatica e spettacolare, con gli arresti e le "minacce" di condanne gravissime direttamente da funzionari dell'amministrazione Obama, un'azione che d'un sol colpo spazza via le lamentele della majors e chiude in un cassetto le proposte di legge e  che permette ad Obama di ricambiare e di non perdere i favori delle lobby (giusto in tempo per la corsa alla riconferma). Ma anche un'azione che non aveva fatto il conto contro le nuove realtà che agitano e organizzano la rete: @anonymous.

Fair breeze blows, the white foam flows, the furrow follows free. Let’s pillage & plunder, rifle & loot; a pirate’s life for me!

Anonymous è un nome collettivo di hacktivists che nel 2003 si è riunito intorno a siti come 4chan, ma che dal 2010 in risposta all’attacco a Wikileaks, è diventato visibile protagonista con l’Operazione Payback e per i suoi celebri attacchi telematici a colossi economici come  Amazon, PayPal, MasterCard, Visa.

Nel 2011 Anonymous si è avvicinato ed ha incontrato il movimento #occupy wall street, appoggiando le mobilitazioni telematiche e mescolandosi nelle piazze.

Anonymous confront police - guarda il video della CNN

Anonymous negli ultimi mesi inoltre  ha portato a compimento numerosi cyber-attacchi sia contro obiettivi USA ma spesso anche fuori, sempre scegliendo con cura chi attaccare ( ad esempio in Italia  abbiamo registrato gli attacchi ai siti pro-tav, italia.gov, casapound ed ENI). Ma la risposta di oggi non ha precedenti: pochi minuti dopo le dichiarazioni ufficiali dell'FBI sugli arresti  è iniziato infatti il countdown per #opMegaUpload: una serie crescente di attacchi DDos  (Un attacco DDos è un attacco portato in larga scala ad un sistema informatico che mediante un'enorme quantità di  richieste di connessione è portato al collasso) ha fatto cadere in poche ore i siti dei principali sostenitori della difesa del copyright ed i più importanti siti governativi USA.

Il meccanismo è semplice: si sfrutta la velocità di comunicazione via Twitter e canali IRC e si lancia una lista di siti target alle comunità telematiche di hacktivists. Non occorre nessuna conoscenza informatica. Utilizzando il sistema Low Orbit Ion Canon (LOIC) disponibile on line (Anonymous a messo a disposizione lista di siti) per sferrare attacchi telematici del tipo DDos semplicemendo inserendo l'indirizzo del sito-target e pigiando un bottone. E' come se all'improvviso in rete partisse un corteo selvaggio simultaneo su scala telematica (migliaia di utenti, decine di migliaia di pc) indirizzando tutte le energie (banda) su un solo sito. Durante l'attacco DDos il sito collassa per la moltitudine di richieste simultanee.

Ieri notte (21.00 ora italiana) è cominciato proprio così con le corporazioni delle major, Recording Industry Association of America (RIAA) e Motion Picture Association of America (MPAA); si è continuato poi con il sito del Ministero della Giustizia  (justice.gov e doj.gov), Universal Music Group, l'HADOPI francese per concludere gli attacchi con il sito dell'FBI americana, mandante dell'operazione repressiva contro Megaupload. 

Ad un certo punto, per chi seguiva gli attacchi di Anonynous su twitter con  hashtag #opmegaupolad, è comparso un'appello dei cyber-attivisti di indirizzare gli attacchi sull'italiana Siae.it. Per qualche minuto ha vaccillato.

Un azione incredibile, per la velocità con cui è stata organizzata, per la portata degli attacchi e per il numero di persone interessate ( l'hashtag #megaupload su twitter ha raggiunto i 1800 tweet al minuto).

L'operazione #opmegaupload è durata per diverse ore e ha coinvolto oltre ventimila utententi world wide web.

Anonymous l'aveva detto e l'ha fatto.

You cannot censor the internet. You cannot subpoena a hashtag. You cannot arrest an idea. You CAN expect us (anonops on twitter)

Per seguire la vicenda cercare su twitter: @copyriot_anonop @anonops, @anonnews, @YourAnonNews.

#copyriot crew

Gallery