Annullata la "Festa Padana", un fallimento storico

La Lega cancella il raduno: "Venezia e' libera"

La corruzione, il crollo del consenso e le proteste contro la casta padana dello scorso anno ottengono la fine dell'appuntamento di propaganda dell'odio e dell'esclusione.

23 / 8 / 2012

Mercoledì 22 agosto la Lega ha annunciato ufficialmente la cancellazione della cosiddetta Festa dei Popoli Padani, programmata per il prossimo 16 settembre a Venezia.

Come diffuso dall'agenzia di stampa ANSA, "niente elmi più con le corna e baffi verdi per le calli veneziane. Ora si cambia." Dopo un giorno di suspense e qualche polemica, la Lega Nord ha annunciato il rinvio al 7 ottobre del suo annuale raduno. Ma, soprattutto, il tradizionale appuntamento leghista di fine estate si terrà "con modalità e contenuti rinnovati rispetto al passato" e non più a Venezia. E' un altro segno del passaggio del Carroccio dalla guida di Bossi a quella più 'borghese' di Roberto Maroni. A Venezia, sulla Riva degli Schiavoni, Umberto Bossi chiudeva la settimana di celebrazioni padane iniziata con la raccolta della 'sacra ampolla d'acqua' alle sorgenti del Po. Due passaggi in battello in Lombardia ed Emilia-Romagna. E conclusa, appunto, con il solenne discorso di Venezia tra bandiere e camice verdi. 

Negli oltre sedici anni di 'feste padane' (l'appuntamento saltò soltanto l'anno dell'ictus di Bossi), segnate puntualmente dalle contestazioni anti-Lega, devono essere ricordate nel 2009 l'aggressione razzista contro il personale immigrato di una trattoria nei pressi di piazza San Marco, per la quale è stata condannata una squadraccia composta da dirigenti e militanti bergamaschi del Carroccio e, nel 2011, la manifestazione "Venezia è un bene comune - Lega Nord la commedia è finita!", vietata dal ministro dell'Interno Maroni e, nonostante ciò, partecipata da oltre duemila persone, conclusasi con cariche, scontri tra i manifestanti e la polizia, e l'occupazione della stazione ferroviaria di Santa Lucia.

Ecco QUI da Youreporter.it la ricostruzione video della giornata del 17 settembre 2011.

Poi è venuta la caduta del governo Berlusconi, le inchieste sul malaffare e la corruzione all'interno della "casta padana" e anche le feste della Lega sono diventate il terreno di scontro tra Bossi e Maroni. Il Capo malconcio a difesa della tradizione, il neosegretario a sostegno dell'innovazione. Bossi ed i 'lefrebviani' del Carroccio vedono saltare i loro momenti di aggregazione del movimento, quelli dove si ascoltava 'Va pensiero' e l'urlo "libertà " di Mel Gibson nel film Braveheart. Solo l'irriducibile Mario Borghezio sembra pronto a rinverdire i fasti, andando alle sorgenti del Po sulla vetta del Monviso. Maroni, invece, non si è mai sentito a suo agio tra "baffi verdi ed elmi con le corna". Così la sua Lega al pratone di Pontida o alla laguna veneta sembra preferire il Lingotto di Torino, dove il 28 e 29 settembre si terranno gli Stati generali del partito. Tra gli invitati anche il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, il banchiere delle grandi opere e degli affari, ed il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. 

“E’ l’ammissione di un fallimento storico e il segno della fine di un’epoca.” Così il consigliere comunale di Venezia, Beppe Caccia, ha commentato la cancellazione del raduno della Lega Nord.

“E’ stata l’epoca in cui la casta padana spadroneggiava con la sua arroganza. In cui Venezia, città aperta e cosmopolita, doveva sopportare una vera e propria occupazione militare da parte di chi la invadeva per propagandare odio ed esclusione. In cui le forze dell’ordine, è accaduto solo un anno fa, venivano utilizzate come milizia privata dall’allora ministro Maroni, per tentare di zittire a colpi di manganello chi si opponeva. Ed è l’ammissione di un fallimento storico da parte di chi aveva promesso un cambiamento reale, la messa in discussione di privilegi e rendite consolidate, maggiore autonomia e ricchezza per le nostre comunità. I risultati sono sotto gli occhi di tutti."

“Il 16 settembre finalmente Venezia, città libera e democratica, potrà festeggiare davvero. - conclude Beppe Caccia - Adesso dobbiamo impegnarci per liberare anche il Veneto dalla casta padana e berlusconiana che ha occupato in questi anni tutti i posti di potere, ha inquinato il nostro ambiente, cementificato il territorio, fatto affari sulla sanità pubblica. E soprattutto non ha mosso un dito per tutelare in questi anni il reddito e le condizioni di vita di migliaia di persone dagli effetti della crisi. Anche di questo discuteremo  il prossimo 9 settembre a Vicenza, al Festival No Dal Molin, in un grande incontro di amministratori locali veneti, impegnati a difendere i servizi destinati ai propri cittadini e i beni comuni dall’attacco di cui sono oggetto.”