Dalla prescrizione dei fatti della Raniero alle recenti operazioni di polizia giudiziaria

La legge (h)a due velocità

di Maddalena Cerasuolo*

11 / 1 / 2013

Napoli 17 marzo 2001

A seguito degli scontri di piazza in occasione del global forum, 85 manifestanti vengono condotti alla caserma Raniero per essere identificati. Lì subiscono pestaggi, violenze fisiche e psicologiche, minacce e non sono liberi di allontanarsi.

Di li a pochi giorni 10 appartenenti alle forze dell’ordine sono individuati quali responsabili di quelle violenze e raggiunti da ordini di custodia cautelare e pesanti imputazioni.

Napoli 9 gennaio 2013

La Corte d’Appello del tribunale di Napoli dichiara i reati loro ascritti definitivamente prescritti per decorso del tempo.

Dopo le condanne in I° grado solo per sequestro di persona ( i reati di lesioni, violenza privata, abuso d’ufficio e falso si erano già prescritti in precedenza) , la Corte d’Appello non emette nessuna condanna anzi, di fatto dichiara che, come nel caso della Diaz a Genova, anche a Napoli è passato troppo tempo.

Troppo tempo perché lo Stato condanni e punisca i colpevoli di reato di cui potrebbe essersi affievolito il sentimento di riprovazione sociale.

Troppo tempo per accertare colpe e responsabilità a carico di pubblici ufficiali che in primo luogo come cittadini non possono essere esposti ad accuse di reato per un tempo indefinito.

E’ proprio questa la duplice funzione della prescrizione: come istituto giuridico essa è posta infatti a garanzia sia degli accusati che degli apparati statuali affinchè questi siano sollecitati ad attivarsi in un tempo congruo ed adeguato all’accertamento della responsabilità ed alla definizione di una punizione.

Ci sembra solo alquanto anomalo che lo spirito garantista della prescrizione operi molto spesso a favore dei pubblici ufficiali, dei funzionari di pubblica sicurezza e dei dirigenti per i quali il tempo processuale sembra dilatarsi . E’ stato così a Napoli, lo e’ stato a Genova dove per i fatti della scuola Diaz e della caserma Bolzaneto nessun poliziotto sconterà alcuna condanna , sempre per lo stesso motivo, sempre per la prescrizione.

Non ci sembra invece che il tempo processuale e quello repressivo trascorrano nello stesso modo anche per noi. Arresti dei manifestanti differiti con la prova televisiva, condanne a piu’ di 100 anni di carcere per aver distrutto vetrine ed automobili ( che per definizione sono cose meno delicate delle persone) e dopo appena 10 anni dai cortei del G8, provvedimenti restrittivi della libertà personale spillati a distanza di pochi mesi dai fatti contestati e preventivi rispetto allo svolgimento di un processo che accerti le corrette responsabilità, sempre a carico di manifestanti ( come in ultimo sta accadendo ai nostri compagni di Padova) .

Eccola la doppia velocità. Ecco la legge uguale per tutti che per qualcuno è più uguale ancora.

I reati commessi alla caserma Raniero come a Bolzaneto non hanno perso per noi l’immediatezza di un ricordo vivido nella memoria di chi quelle violenze ha subito e non ne ha ricevuto ne ristoro ne giustizia, ne’ sono stati dimenticati dall’opinione pubblica che tutt’oggi definisce quei giorni e quei fatti come la piu’ grave sospensione della democrazia in questo paese.

Le sentenze non si cambiano, si cambiano le leggi quando producono sentenze inique ed ingiuste.

I reati di cui i poliziotti sono accusati, se considerati singolarmente, sono prescritti, ma presi nell’insieme danno il quadro di un comportamento complessivo inumano e degradante oltre che assolutamente incompatibile con la funzione ( presunta) di protezione che questi stessi poliziotti sarebbero chiamati ad esercitare.

Sequestro di persona, lesioni fisiche, violenze psicologiche, pestaggi diffusi, abuso d’ufficio; in una parola TORTURA.

Non un semplice reato ma un crimine contro l’umanità per questo imprescrittibile e configurabile come reato proprio ovvero solo a carico dei pubblici ufficiali con cui la vittima di quelle vessazioni si trova in stato di sudditanza psicologica.

Non ci sorprende allora che la proposta di legge per l’introduzione di questo reato nel nostro codice penale sia arenata in commissione giustizia al parlamento; non ci sorprende l’ennesimo inadempimento dell’Italia alle norme internazionali sulla giustizia, non ci sorprende neanche quest’ultima prescrizione a favore dei poliziotti violenti.

Voi prescrivete pure, noi non dimentichiamo.

* partigiana