La rivoluzione del Rojava non è sola!

Decine di manifestazioni in Italia contro l'attacco militare turco nel nord della Siria

13 / 10 / 2019

L’offensiva turca contro il Rojava è arrivata ormai al sesto giorno e non sembra che l’impeto iniziale si sia calmato. Le notizie che giungono dal fronte ci parlano di un’efficace resistenza delle Forze Siriane Democratiche nelle città sotto attacco, mentre pesa sulla resistenza la supremazia aerea turca. 

I bombardamenti indiscriminati dell’artiglieria turca stanno colpendo i quartieri residenziali di molte città, facendo crescere il numero delle vittime che ormai si contano a decine.

La pressione militare turca sta facendo si che decine di migliaia di persone, per sfuggire alle bombe, cerchino rifugio nell’entroterra siriano, mettendo ulteriormente in crisi la società del Rojava che si trova ad affrontare così una doppia emergenza, militare e umanitaria.

La diplomazia internazionale, come sempre in questi casi, rimane impotente davanti all’espansionismo turco: finora non si è andati oltre alle dichiarazioni di facciata dei vari presidenti e primi ministri che invitano la Turchia a ripensare le proprie mosse in nome della pace nella regione medio-orientale e altri che chiedono moderazione nell’intervento armato. Alcuni paesi hanno invece agito concretamente interrompendo la vendita delle commesse di armi alle forze armate turche. 

Ancora una volta la mobilitazione contro la mossa di Erdogan in Nord Siria arriva dai movimenti e dai solidali che in pochi giorni, data la gravità della situazione, hanno saputo convocarsi ed agire prima di tutti. In tante città del mondo ci sono state manifestazioni di sostegno al Rojava e alle popolazioni colpite dalla guerra: particolarmente massiccia la mobilitazione nelle città tedesche, dove centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza tra giovedì e domenica.

Anche l’Italia ha saputo prontamente rispondere all’invito alla mobilitazione lanciato dal KNK

A Venezia si è tenuto venerdì 11 ottobre un presidio davanti alla stazione F.S. di Santa Lucia. Centinaia i partecipanti e diverse le voci che si sono alternate al microfono. Il filo conduttore di tutti gli interventi che si sono succeduti è stato quello di accusare la scelta di Erdogan di attaccare l’esperimento della rivoluzione del Rojava, esperienza che dona pace e prospettive non solo al Medio Oriente tormentato dalla guerra ma al mondo intero. Il presidio poi si trasformato in un corteo che ha raggiunto il Ponte degli Scalzi dove sono stati esposti degli striscioni e ancora una volta è stato ricordato che il Rojava e la sua rivoluzione non saranno lasciati soli.

Sempre venerdì, a  Vicenza un centinaio di manifestanti che presidiavano davanti alla caserma Ederle, si sono avvicinati all'installazione militare statunitense e hanno lanciato vernice rossa contro l'ingresso principale della base, simboleggiante il sangue che sta venendo versato al confine turco siriano con la complicità di trump e gli stati uniti che hanno dato il via libera all’offensiva di Erdogan. Tafferugli con la polizia in tenuta antisommossa nel corso dell’azione.

Vicenza

Nella stessa giornata manifestazioni si sono tenute anche a Treviso e Schio.

Sabato mattina è stata la volta di Padova, dove centinaia di persone si sono concentrate in piazza garzeria, in pieno centro storico. Tanti interventi hanno ribadito che la rivoluzione del Rojava riguarda chiunque abbia in mente una società libera dalle diseguaglianze, dal patriarcato, dalle devastazioni ambientali, dai giochi di potere degli Stati nazione e della geopolitica internazionale. Presenti anche diversi giovani di Fridays for Future, che hanno sottolineato come l’esperienza “ecologista” del confederalismo democratico sia stata una spinta importante per tutti i movimenti climatici che si sono formati a livello globale in questi anni

Massiccia la mobilitazione a Torino, Bologna e Milano: qui uno spezzone curdo ha partecipato alla mobilitazione contro il CPR, in programma sabato pomeriggio.

Ad Ancona in centinaia si sono dati appuntamento in Piazza della Repubblica sotto la sede Rai. Spontaneamente i manifestanti si sono mossi in corteo non autorizzato fin sotto alla sede del Consolato Turco, dove è stato sanzionato l'ingresso con diverse scritte. Nelle Marche la mobilitazione prosegue con gli appuntamenti di Macerata, Ascoli, Pesaro e Fano.

Ancona

A Firenze diversi manifestanti hanno occupato l'ingresso degli Uffizi, mettendosi a sedere davanti alla porta: «siamo qui per pretendere che Ue e comunità internazionale fermino il massacro portato avanti dalla Turchia. Oggi a Firenze i turisti che vengono da ogni parte del mondo non potranno ammirare la Venere di Botticelli e i tesori del Rinascimento degli Uffizi».