Eppure Mare Nostrum doveva a ver risolto tutto, affidando la vita di migliaia di persone nelle mani degli scafisti per poi raccoglierli in mare una volta che i radar ne avrebbero segnalato la presenza. Ma anche l’operazione militare/umanitaria italiana, sventolata come la grande soluzione, comincia a rivelare la sua verità. Fino a quando non saranno istituiti percorsi di ingresso autorizzato e sicuro per chi fugge dalle guerre, quel canale umanitario chiesto a gran voce da migliaia di persone con l’appello lanciato proprio da queste pagine dopo la strage del 3 ottobre 2013, sarà impossibile mettere fine alle morti, alle violenze, agli abusi e le torture sui migranti.
Già negli scorsi giorni sono arrivate
notizie di altre tragedie consumatesi intorno alla fine di aprile. 139
morti del confine che vanno aggiungersi ad un bollettino di altri
ventimila in questi due ultimi decenni. Quaranta persone erano morte in
acque libiche solo ieri.
La notizia di oggi però ci parla di decine di morti in acque pattugliate
dall’operazione Mare Nostrum le cui navi si spingono fino a 12 miglia
dalle coste libiche. Il barcono è affondato a 50 miglia dalla Libia e a
100 miglia dall’isola di Lampedusa. Si parla di circa 400 persone a
bordo e finora solo 200 di queste sono state tratte in salvo. Sono invece tra i quindici ed i venti i cadaveri recuperati. Non si conoscono però le dinamiche del naufragio. Ciò
che invece sembra chiaro è che l’ipocrisia della risposta dei governi
europei a questa incessante richiesta di protezione, guarda alle morti
del mediterraneo facendone una questione di distanze. In mare insomma si
può morire purché non avvenga sotto i nostri occhi, nel Mare Nostrum appunto....
Per questo rilanciamo a tutti l’appello per l’apertura immediata di un percorso di ingresso sicuro e garantito per chi fugge dalla guerra, un canale umanitario che sottragga il destino di migliaia di persone che hanno il diritto di chiedere asilo, dalla morte, abbattendo anche le barriere interne all’Europa che ingabbiano migliaia di persone in Italia o nel primo paese di approdo.
Le notizie sulla probabile tragedia continuano ad arrivare frammentate, Giusi Nicolini alla Stampa dichiara che a bordo c’erano almeno 400 persone, 14 i corpi senza vita recuperati circa 215 sopravvissuti e almeno 200 dispersi.
Appello per l’apertura di un canale umanitario fino all’Europa per il diritto d’asilo europeo