Fonte: Repubblica.it 14.09.09

Lavoro, la protesta sale sul tetto

E i sindacati annunciano battaglia

16 / 9 / 2009

Dopo l’Innse, dopo l’Esab, tocca agli operai della Metalli Preziosi dare vita a una protesta clamorosa. I lavoratori dell’azienda di Paderno Dugnano sono in mobilità da sette, lo scorso 9 luglio il tribunale di Monza ha dichiarato fallita la ditta. E si moltiplicano le manifestazioni in programma per questo autunno caldo. Ma i sindacati marciano in ordine sparso


Si fa sempre più frastagliato e complesso il quadro sindacale in Lombardia, tra lavoratori che salgono sui tetti (ultimi, quelli della Metalli Preziosi) e ripercussioni di vicende nazionali come l’abbandono da parte della Cgil delle trattative per il contratto dei metalmeccanici. Il risultato è che le diverse sigle marciano in ordine sparso. Nei giorni scorsi il segretario milanese della Cgil, Onorio Rosati, ha lanciato una iniziativa a Milano per ottobre (sarà un sabato, il 24 o il 31), auspicando che sia unitaria.

I tre segretari cittadini ne discuteranno il 21 settembre, ma l’a ccoglienza è fredda. La Cisl ha già programmato per il giorno seguente una manifestazione a Milano su lavoro e le politiche sociali: «Abbiamo gestito la crisi con senso di responsabilità, senza esasperare il conflitto — dice il segretario regionale Gigi Petteni — La chiave è il confronto fra sindacati, imprese e istituzioni, non la contrapposizione». La Uil non ha previsto ancora nulla ma, ragiona il segretario Walter Galbusera, «di fronte a una rottura nazionale ci devono essere forti elementi di convergenza». E sono proprio questi a mancare. Il 9 ottobre la Fiom sciopera per il contratto dei metalmeccanici, una protesta interregionale. Se la Lombardia sarà aggregata al Veneto, si farà a Milano. Se sarà accoppiata al Piemonte, è più probabile Torino.

In ogni caso, la divisione entra nel cuore delle realtà locali. Come la Lombardia, dove i confederali hanno mantenuto una coesione che ha consentito accordi quali quello con la Regione sulla cassa in deroga. Gli ammortizzatori sociali sono stati estesi a 53mila lavoratori, perciò Cisl e Uil non hanno gradito il recente attacco di Rosati al Pirellone sul welfare. «Fino a oggi nella Cgil abbiamo trovato un interlocutore serio che ha distinto ambito locale e nazionale — dice Petteni — vorremmo tenere assieme tutto quello che si può». Mentre Rosati, sulla Regione, chiarisce: «L’accordo sulla cassa in deroga certamente va bene, si tratta però di capire se le istituzioni siano capaci di politiche utili a uscire dalla crisi. Altrimenti, quando si esaurisce la cassa integrazione, l’i mprenditore non ha altra scelta che licenziare».

Contemporaneamente, c’è il movimentismo faidate dei lavoratori che perdono il posto. Il sindacato di base lo segue da vicino e aggiunge la sua data al calendario dell’autunno caldo: il 23 ottobre ci sarà uno sciopero generale indetto da Cub, Cobas e Sdl. Obiettivo «generalizzare e unificare le lotte in scuole, fabbriche, aziende e uffici». In questo clima è stata costituita ieri, dopo una lunghissima gestazione, la Fondazione per il Welfare, promossa da Cgil, Cisl e Uil. Molti i compiti statutari. La Cgil spinge per i progetti di microcredito riservati a lavoratori con contratti a tempo sia indeterminato che determinato, ovunque siano residenti (purché lavorino a Milano), mentre la Uil pensa alla promozione di mutue assicuratrici per la cura e l’assistenza di anziani non autosufficienti.

La gestione non si annuncia semplice. La presidenza spetta al sindaco di Milano (o a un suo delegato). Comune e Camera di commercio stanziano 2 milioni, i sindacati 1,6 a testa, la Provincia 500mila euro ma ci mette la sede, alcuni locali in via Pecchio, zona Buenos Aires.

Stefano Rossi