Le prime piazze contro il governo sono quelle studentesche

12 / 10 / 2018

Quasi centomila studenti e studentesse sono scese in piazza oggi, in oltre 50 città italiane, per manifestare contro le politiche del governo “giallo-verde”, sui temi che riguardano la formazione pubblica e non solo. L'attacco che questo governo sta sferrando contro il mondo della formazione, contro le donne, contro i migranti e in generale contro le componenti più marginali della nostra città, oggi ha ricevuto una delle prime risposte di piazza degne di note.

La scuola è uno dei terreni in cui il sedicente “governo del cambiamento” maggiormente si rende interprete della continuità con i precedenti esecutivi: nessuna rottura con i dettami della “Buona Scuola”, in particolare con la famigerata Alternanza scuola-lavoro, nessun investimento pubblico contenuto nel Def, nessun provvedimento concreto per contrastare la precarietà giovanile. Al contrario, la scuola sta diventando sempre più un laboratorio di repressione e controllo; lo dimostra il fatto che il decreto “scuole-sicure” sia stato una delle prime iniziative promosse dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini.

In questo quadro i temi principali delle manifestazioni di oggi riguardavano proprio il desiderio di emancipazione collettiva giovanile da questo giogo governativo reazionario, intriso di razzismo, richiami patriarcali e proibizionismo. In tutte le piazze ci sono state iniziative antiproibizioniste e in solidarietà ai migranti, certamente i più colpiti dal nuovo assetto normativo uscito da questi primi mesi di governo “giallo-verde”.

A Roma cinque mila persone si sono ritrovate a piazzale Ostiense e sono giunte in corteo fino al ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere. In migliaia a Torino, dove sono stati bruciati in piazza i manichini dei due vicepremier, Salvini e Luigi Di Maio, al grido di: «chi non salta della Lega è!». Bruciata anche una finta telecamera sotto la sede del Miur, come segnale di forte opposizione alle nuove politiche di controllo all’interno delle scuole.

studenti Torino

Molto animate le piazze del sud in particolare in Campania, tra Napoli e Benevento. Nel capoluogo campano gli studenti e le studentesse hanno sanzionato il palazzo della questura per manifestare la propria opposizione al decreto scuole sicure e per dare solidarietà alla famiglia di Stefano Cucchi.

studenti Napoli

Centinaia di persone in piazza anche nelle città venete. A Mestre Circa 200 studenti e studentesse hanno ribadito che la scuola necessita di maggiori investimenti per poter garantire una formazione critica, per fare in modo che i luoghi di cultura siano in grado di essere veri antidoti al razzismo dilagante. Il corteo è anche la prima risposta allo sgombero di L.O.Co. di ieri, effettuato di comune accordo tra amministrazione comunale e questura che ha riportato al degrado e all’abbandono uno spazio che era finalmente stato liberato dopo più di 10 anni di incuria. La mobilitazione continuerà nei prossimi due giorni con attività culturali nel parco adiacente all’ex CUP.

studenti Mestre

A Vicenza 150 persone in piazza. Sono stati distribuiti preservativi ed assorbenti, per chiedere incentivi ai beni primari e ad un'educazione alla sessualità. È stato inoltre simbolicamente distrutto "il muro dell'ignoranza" di questo governo, razzista e sessista. Il corteo termina con un'assemblea pubblica in piazza.

studenti Vicenza

In tanti e tante anche a Padova, dove il corteo studentesco ha ribadito la necessità di informazione e integrazione, invece che politiche repressive e beceri tentativi del ministro degli Interni di cancellare i diritti. Il corteo è finito davanti alla prefettura dove vengono lasciati alcuni spinelli giganti.

studenti Padova