Si è conclusa oggi al Tribunale di Torino l’udienza preliminare per le giornate di mobilitazione del G8 University Summit del maggio del 2009 a Torino. Sette condanne, due assoluzioni e 17 rinvii a giudizio. E' quanto disposto dal giudice per l'udienza preliminare . Nello specifico per i nove giovani che avevano chiesto il rito abbreviato, due sono stati assolti, uno e' stato condannato a due mesi di arresto, cinque a un anno e uno a un anno e un mese di reclusione, per i reati di lesioni e resistenza aggravata.
Comunicato Uniriot Network - Negli stessi giorni in
cui le università sono attraversate da nuove e diffuse mobilitazioni
contro il governo dei tagli, mentre le assemblee gremite e le
indisponibilità dei ricercatori disegnano un nuovo quadro di radicale
possibilità di trasformazione della realtà che ci vogliono imporre,
poche settimane dopo lo slittamento del ddl Gelmini e le forti
mobilitazioni contro la crisi, ecco ritornare insopportabili gli
attacchi di chi ha paura della forza del dissenso, del conflitto
sociale, del desiderio di cambiamento.
Poco più di un anno fa
migliaia di studenti dell’Onda assediavano l’illeggittimo G8 University
Summit a Torino: noi c’eravamo, e con tutti abbiamo resistito alle
cariche che difendevano l’inviolabilità di quell’insostenibile evento
che pretendeva di ratificare le politiche di smantellamento e
dequalificazione dell’università. Eravamo lì, così come eravamo nelle
facoltà e nelle strade per mesi con migliaia di altri studenti, così
come ci siamo in tanti oggi mentre i tagli stanno determinando il
collasso finanziario degli atenei e ipotecando il nostro futuro.
Gli arresti del luglio 2009, la cosiddetta Operazione Rewind,
coordinata da Caselli e Sparagna, trovò un’immediata e forte risposta:
decine di rettorati occupati, cortei e manifestazioni in diverse
università e città italiane :insieme ad affermare che dietro quello
scudo c’eravamo tutti, per richiedere libertà per tutti i nostri
compagni e per ribadire che i percorsi di conflitto contro le politiche
sulla formazione non possono essere fermati né da poliziotti e
magistrati né dalle retoriche violente, quelle sì, del governo.
Oggi
arrivano inaccettabili le notizie dal tribunale: sette condanne, due
assoluzioni e diciassette rinvii a giudizio. Dei nove studenti che
avevano chiesto il rito abbreviato: uno è stato condannato a due mesi;
un altro a un anno ed un mese, cinque ad un anno, tutti accusati di
lesioni e resistenza aggravata; due sono stati assolti. Gli altri
diciassette sono stati rinviati a giudizio, non avendo optato per il
rito abbreviato.
Nel paese dei Marchionne e dei Tremonti, dei
codardi e dei razzisti al governo, della precarietà come condizione
comune di una generazione esclusa da qualunque forma di welfare, i
desideri di cambiamento e le pratiche di conflitto diventano
immediatamente problemi da reprimere e criminalizzare: in questo paese
governato da vecchi burattini il terrore del dissenso abita i sonni dei
poliziotti, dei ministri, finanche dei rettori e degli imprenditori. Ci
vorrebbero soli, impauriti, deboli, ricattati: ma oggi gli studenti
con coraggio, rabbia e desiderio continuano ad opporsi alle politiche
di gestione della crisi, all’attacco ai diritti, al ricatto della
precarietà, ed è questa la migliore risposta a chi per colpire le
espressioni di conflitto, le istanze di libertà, di dissenso e
immaginazione di un'altra università, di un’altra società.
Per
questo con tutta la nostra indignazione, ma anche con un pieno di
desiderio di riprenderci il nostro futuro, non solo esprimiamo agli
imputati tutta la nostra solidarietà ma affermiamo inoltre che nessuno
deve sentirsi più solo perché la sfida comune di riprenderci quello che
ci spetta riguarda tutti: ed è questa la migliore risposta ai Caselli,
ai ministri e ai governi che pensano di fermarci o di impaurirci con
le gravissime e inaccettabili condanne, i procedimenti giudiziari e le
operazioni poliziesche. Non ci fermerete così!
Liberi tutti, subito…per riprenderci assieme il nostro futuro!
Noi alimentiamo un sogno
e quanto abbiamo già mosso
nelle strade del mondo cospiriamo fitto
vedi che si guadagna a non rigare dritto:
che è nostro il cielo e il mondo intero
chi riuscirà mai a metterci un freno?
(Assalti Frontali, Un'intesa perfetta)
Uniriot
Network - Studenti e studentesse delle facoltà ribelli di Roma,
Padova, Bologna, Torino, Pisa, Perugia, Venezia, Napoli, Palermo,
Genova.