Sale la tensione nel paese

L'Irlanda unita è un obiettivo realistico

Lo dichiara il il Presidente del Sinn Fein Gerry Adams

15 / 6 / 2009

In una conferenza stampa svoltasi a New York, due giorni fa, il presidente del Sinn Fein Gerry Adams ha detto che “quello di un’Irlanda unita è un obiettivo realistico”. Adams ha aperto un convegno organizzato negli States sul tema dell’unità irlandese. “Perché la domanda – ha detto Adams – non è tanto come riusciremo a raggiungere l’unità dell’Irlanda, quanto piuttosto come gli irlandesi-americani e gli Usa ci aiuteranno a raggiungerla”. Per il presidente del Sinn Fein il problema infatti non è ‘se ci sarà un’Irlanda unita, ma come e quando’. 

Adams ha sottolineato la determinazione del suo partito a raggiungere l’obiettivo e ha sottolineato di aver nominato il ministro per lo sviluppo regionale Conor Murphy e il senatore Pearse Doherty a capo della task force denominata ‘United Ireland’. Proprio il ministro dell’assemblea del nord Irlanda, Murphy, è stato di recente vittima di un attentato alla sua abitazione. Due automobili sono state date alle fiamme davanti alla casa di Murphy che è stato costretto a far evacuare la famiglia. “Un attacco vigliacco – ha detto il ministro del Sinn Fein – che ha lasciato i miei figli e mia moglie sotto shock e che avrebbe potuto avere drammatiche conseguenze”. L’attentato è stato attribuito dallo stesso Murphy a ‘dissidenti repubblicani’. Il ministro ha detto che “finora nessuno ha rivendicato questo atto, ma è imperativo che ciò avvenga. I responsabili devono uscire dall’oscurità – ha aggiunto – e dire alla gente perché hanno fatto questo attentato e che cosa vogliono. E a quel punto sarà la gente a decidere se la via offerta loro da questi personaggi è migliore di altre”. 

La tensione nel nord Irlanda è palpabile. Dopo i due attentati dei mesi scorsi rivendicati da Real Ira e Continuity Ira, uno degli obiettivi dei cosiddetti ‘dissidenti repubblicani’ sembra essere proprio il Sinn Fein e i suoi ministri e rappresentanti. Il vice primo ministro dell’assemblea per il Nord Irlanda, Martin McGuinness (lui stesso ex comandante dell’Ira) non ha usato mezzi termini quando ha etichettato i dissidenti come dei ‘traditori’ del processo di pace irlandese e del repubblicanesimo. Immediata la risposta, a Pasqua, degli accusati: “Da adesso in poi – hanno scritto – nessuno di quelli che ci chiamano traditori potrà sentirsi tranquillo”.