L'Italia che resiste...

Nella decima Giornata Internazionale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte e per la Difesa del Pianeta si manifesta in tutta Italia

8 / 12 / 2019

Prendiamo in prestito la frase di una nota canzone di Francesco De Gregori, che ci sembra descrivere al meglio quel mosaico di conflitti territoriali che si va componendo con sempre maggiore velocità. 

Proprio mentre a Madrid la governance del clima sta facendo l'ennesimo buco nell'acqua, ancora una volta le lotte climatiche e contro le devastazioni ambientali tornano al centro della scena politica nazionale. Nella decima Giornata Internazionale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte e per la Difesa del Pianeta si manifesta in tutta Italia: Val Susa, Falconara, Brindisi, Melendugno, Colfiorito (PG), Corleto Perticara (PZ).

In Val di Susa si è tenuta una due giorni di mobilitazione, che ha onorato al meglio il 14esimo anniversario della “liberazione di Venaus”. Ieri sera (sabato 7 dicembre) decine di attivisti e attiviste No Tav sono giunti davanti all’ingresso del cantiere in Clarea, dove è iniziato un fronteggiamento con la polizia. Un fitto lancio di lacrimogeni non ha impedito di sparare alcuni fuochi d’artificio.

Oggi migliaia di persone hanno partecipato alla marcia, che è partita dal Ponte Briançon di Susa ed è giunta proprio a Venaus. «Liberare tutt* vuol dire lottare ancora!» è lo slogan della manifestazione, che è un chiaro riferimento alle tante persone che nei prossimi mesi dovranno scontare lunghe pene detentive per essersi generosamente battute contro la costruzione di un’opera che – oltre al noto impatto ambientale – è stata un ricettacolo di corruzione e sperpero di denaro pubblico.

Lo striscione d’apertura del corteo - «c’eravamo, ci siamo, ci saremo» - marca ancora una volta l’accento sulla continuità di questo movimento, che negli anni ha saputo rinnovarsi, ma che è rimasto sempre fermo su un punto: a sarà düra!

Dalle grandi opere alle grandi centrali dell’inquinamento: nelle Marche è stata sanzionata la Centrale a Gas Eni di Falconara Marittima, territorio dichiarato ad alto rischio di crisi ambientale per gli impianti produttivi pericolosi.

Gli attivisti di Trivelle Zero Marche e di Fridays for Future hanno piantato alberi e presidiato l'entrata alla centrale ENI GAS sulla quale, da oggi campeggia a caratteri cubitali la scritta “Stop VelENI”.
«Stiamo protestando, come sta accadendo in questi giorni in tutta Italia, contro i piani di espansione dell’ENI nella ricerca e nello sfruttamento di petrolio e gas. Tutte le azioni di protesta stanno accendendo i riflettori sulle vaste operazioni di greenwashing che l’ENI sta realizzando per dare di sé un’immagine pulita».

In Puglia si sono svolte due manifestazioni contro la costruzione del gasdotto TAP, la mattina a Brindisi, nel pomeriggio sul lungomare di San Foca. «Tutto ciò che questo territorio sta pagando in termini di devastazione del paesaggio e privazione di libertà è assolutamente inutile ai cittadini che questi luoghi li abitano» dichiarano le Mamme No Tap.

Brindisi_No Tap

Manifestazione contro ENI a Corleto Perticara, in provincia di Potenza, dove ci sono 7 pozzi inquinati, con divieto di emungimento delle acque, diretta conseguenza dell’attività estrattiva della multinazionale nella Basilicata sud-occidentale. L’avvicendamento politico ai vertici della Regione non ha messo in discussione la presenza di ENI, anzi la sta favorendo ancora di più.

Falconara_Eni

Intervista_Valsusa