Lungo l'Adriatico, da nord a Sud: per il mare, fuori dal fossile!

20 / 7 / 2019

Oggi 20 luglio la costa adriatica, da nord a sud, si è riempita di iniziative contro le devastazioni ambientali prodotte dall'industria fossile.

L’Adriatico è il mare dove tanti miti, leggende e storie si allacciano lungo i secoli; dagli Argonauti a Ulisse, passando per i mori di Dulcigno e i mercanti veneziani, in questi acque si rispecchiano culture lontane e vicine, eppure sempre interconnesse.

Ma l’Adriatico è anche il mare della prima turistificazione di massa, dei grandi colossi chimici nati dopo la Seconda Rivoluzione industriale, della trivellazione forsennata iniziata nel secondo dopoguerra e in voga ancora oggi. Nessun governo è stato in grado di frenare questa devastazione, figlia di un capitalismo estrattivo che rapina i territori di ogni parte del pianeta e favorisce l’approfondirsi di una crisi climatica che ha l’effige del deserto che avanza, tragico e inesorabile.

Per questo, centinaia di attivisti e attiviste hanno colpito, con azioni dirette o iniziative d’impatto mediatico, alcuni dei centri nevralgici della devastazione disseminati nel tratto di costa che va dal Veneto alla Puglia meridionale. No alle trivelle, ai gasdotti, alle raffinerie e petrolchimici, a tutti gli ecomostri che inquinano ed espropriano beni comuni, ambiente, paesaggio, qualità della vita. L’obiettivo è quello di promuovere «un altro concetto di sviluppo, di energia alternativa, fuori dal giogo soffocante dell’impero delle multinazionali “estrattiviste” e di rapina, del capitale finanziario e dei governi complici».

In mattinata attivisti e attiviste della rete Siamo Ancora In Tempo - Veneto hanno raggiunto la centrale termoelettrica Palladio di Fusina, nei pressi di Venezia, un impianto a carbone con altissimo tasso di emissioni inquinanti. Nonostante il piano di decarbonizzazione, la chiusura dell'impianto paventata per il 2025 appare ancora un miraggio. L'iniziativa ha anche lanciato il Venice Climate Camp, che si svolgerà al Lido di  Venezia dal 4 all'8 settembre.

Sempre nel corso della mattinata, si è svolta una mobilitazione anche a Rimini, sostenuta da attivisti locali di SOS Adriatico e giovani di Fridays for Future. I manifestanti hanno provato a bloccare il traffico di una delle vie nevralgiche della città, ma è prontamente intervenuta la polizia per “normalizzare” la situazione.

Rimini

A Porto San Giorgio, nel sud delle Marche, le/i manifestanti sono stati accolti dagli applausi dei bagnanti. Durante la pedalata sulla costa fermana anche lo striscione «+ passerotti, - Jovanotti», per denunciare ironicamente la manifestazione patrocinata dal Wwf che ha luogo in diverse località balneari; un'operazione di greenwashing che chiude le spiagge libere, devasta l'ambiente e produce sfruttamento del lavoro volontario e gratuito.

È partita, invece, nel pomeriggio l’happening dei “cavalieri dell'ambiente”, in spiaggia e in mare, Falconara Marittima. La manifestazione ha preso di Mira la grande e impattante raffineria Api, ubicata nella cittadina marchigiana fin dal lontano 1933 e sede di diversi incidenti – anche mortali – nel corso degli anni, ma anche le piattaforme marittime dell’ENI e il progetto delle Grandi Navi nel porto di Ancona. Tutte opere che incidono fortemente sulle forme di vita dell’intera regione. Cinque pedalò in mare compongono il grande slogan «con API non si vola più», mentre in spiaggia è allestito un info point sui vari siti inquinanti della regione. Insieme alle/ai manifestanti di TrivelleZero Marche, dei comitati di lotta No Api, di TerreInMoto, anche attivist* umbr* NoSnam che nell'entroterra portano avanti la battaglia contro il gasdotto TAP che investirà le aree interne già colpite dal sisma.

Per il mare fuori dal fossile

Percorrendo la costa verso sud, manifestazione anche a Pescara, sia in mare che lungo la spiaggia per dire: «fuori dal fossile».

Per il mare fuori dal fossile

Performance acquatica anche a Termoli e pure nella cittadina molisana le/i manifestanti – che avevano lo striscione: «né gasdotti, né trivelle, il Molise è troppo bello» - sono stati applauditi dai bagnanti presenti.

La costa di San Foca, nel Salento, è stata invece teatro di una manifestazione No Tap. Il Trans Adriatic Pipeline è uno degli esempi più tangibili di industria fossile che uccide le economie locali. L'utilizzo di fonti fossili – come il gas di TAP - è causa non solo della crisi climatica, ma anche di quell'apartheid climatico che già costringe milioni di esseri umani alla fuga e a migrazioni per mancanza di risorse e possibilità di vita.