Macerata - 'La pazienza è finita' sanzionata la sede di Confindustria

Vernice rossa all'ingresso degli uffici. Pubblichiamo foto e video giunte anonimamente alla mail di redazione.

23 / 12 / 2020

Abbiamo ricevuto sulla nostra mail di redazione e pubblichiamo foto e video del sanzionamento della sede di Confindustria di Macerata. Nel video si vede della vernice rossa e una scritta sui muri che recita 'la pazienza è finita!'. Il chiaro riferimento è alle vergognose dichiarazioni fatte dall'ex presidente dell'Associazione degli Industriali della città marchigiana Domenico Guzzini.

- Il video giunto in redazione

La notizia sull'accaduto era circolata sulla stampa locale nel tardo pomeriggio di lunedì, accompagnata da un laconico commento dell'organizzazione degli industriali: "Condanniamo questa azione e altre forme di odio recentemente manifestate verso Confindustria Macerata edesideriamo ribadire come le priorità dell’Associazione, siano oggi tese alla risoluzione delle più urgenti questioni relative al sostegno dell’economia ed alla difesa della salute di tutti i cittadini della nostra provincia. Sono questi i valori e gli obiettivi che devono vedere unite tutte le Parti Sociali affinché ognuno possa generare il proprio contributo per rafforzare la resilienza del nostro tessuto sociale in questa fase così delicata".

Il riferimento è alle immediate reazioni di sdegno suscitate dalle dichiarazioni dell'ex presidente Guzzini: la pagina facebook di Confindustria è tuttora oscurata perché centinaia di utenti già nelle primissime ore avevano sfogato il loro risentimento e riempito di insulti la bacheca social degli industriali maceratesi, di conseguenza poi chiusa.

Nella tarda serata di giovedì scorso era giunta l'ufficialità delle dimissioni di Guzzini e la sua sostituzione protempore a seguito di un improvvisato consiglio direttivo chiamato a formalizzare l'inconsueto passo indietro. Fatto inedito per gli standard della classe dirigente del nostro paese e con tutta probabilità da ascrivere all'approfondirsi della crisi sociale ed economica ed ai timori che inevitabilmente porta con sè.

A pochi minuti dalla riunione direttiva dell'associazione degli industriali, giovedì era comparso uno striscione nei pressi della sede di via Weiden: 'Confindustria aguzzini! Dimettiamo lo sfruttamento!'.

Questo il post circolato attraverso i canali social del Centro Sociale Sisma:

CONFINDUSTRIA AGUZZINI

DIMETTIAMO LO SFRUTTAMENTO!

Questo lo striscione che campeggia sul cavalcavia prima della sede maceratese di Confindustria dove fra pochi minuti Domenico Guzzini presenterà le sue dimissioni. Un gesto con il quale il presidente provinciale e Confindustria stessa pensano di chiudere la questione, "e se qualcuno morirà... pazienza". Ma questa storia non può essere risolta così, non finisce con il capo cosparso di cenere e delle scuse più irricevibili delle dichiarazioni stesse.

Guzzini o no "e se qualcuno morirà... pazienza" è il pensiero degli Aguzzini, e finché non dimetteremo lo sfruttamento, tra vita e denaro continueranno a scegliere il denaro, sacrificando la vita. Lo testimoniano le scelte politiche assassine di Assolombarda dal marzo scorso. A testimoniarlo ci sono le vittime lasciate indietro, cadute insieme alla tutela della salute, calpestata dalla condanna alla produzione ad ogni costo, dalla condanna allo sfruttamento per il profitto di pochi. Il profitto di quei pochi, questo si che non si può mai fermare.

Uscire dallo 'stato di emergenza' significa anche uscire dall'imposizione di scelte governative piegate a uno spietato privilegio di classe, quello di un sistema economico dove la legge è solo quella del più forte. A questa legge è giusto disobbedire. Né confindustria, né le multinazionali che si arricchiscono nella crisi, né un governo dell'emergenza asservito al capitale possono continuare a decidere al nostro posto. Ora basta.

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