Manduria, 2 aprile, contro le detenzioni e la guerra. Verso la libertà!

2 / 4 / 2011

Quello che stiamo vivendo e vedendo da qualche giorno nel nostro territorio e nello specifico nel percorso che va dal porto militare di Taranto alle campagne tra Manduria e Oria non può che aver cambiato le nostre esistenze e le nostre scelte singole e collettive.

Le barbarie delle guerre, che costringono popolazioni a migrare in cerca di miglior vita dovrebbero scatenare in tutti quel sentimento di vicinanza e complicità che invece, come abbiamo capito fin da subito con ciò che stava accadendo a Lampedusa, è diametralmente opposto a ciò che il Governo Berlusconi sta producendo.

Non solo è inaccettabile il modo con cui vengono trattati i migliaia di migranti giunti sulle coste italiane e l'accoglienza loro riservata, ma è ancora più inaccettabile la distinzione strumentale che si sta facendo tra profughi e migranti irregolari.

Non riusciamo neanche ad accettare che si consumino, quasi nel silenzio e nella rassegnazione, ancora tragedie nel mare, migranti che nella traversata verso la libertà ci lasciano la vita e sembra quasi che sia il prezzo che qualcuno debba pur pagare, troppa fortuna sarebbe, arrivare tutti!

E ancora non possiamo accettare l'ennesima guerra che si sta combattendo nei cieli libici, come se fosse l'unica possibilità per sconfiggere un Ràis del quale da tempo immemore denunciamo le nefandezze ma che fino all'altro giorno riceveva tende a baciamano nelle sue vacanze romane.

Tutto questo ci spinge ad essere in marcia, oggi 2 Aprile, qui a Manduria, in questa giornata di mobilitazione nazionale contro i bombardamenti e contro le dittature perchè quella odierna non vuole essere una semplice testimonianza o una banale solidarietà, vuole essere bensì il nostro modo di sostenere il popolo tunisino nel suo percorso per la democrazia e giustizia, di contestare la detenzione dei migranti nei campi di prigionia, siano essi tendopoli-ghetto, villaggi della marginalità, isole-prigione o vecchi Cpt.

Non asseconderemo mai l'ipocrita distinzione utilizzata per respingere i giovani tunisini tacciati di clandestinità. Essi altro non sono che quei ragazzi che qualche mese fa hanno cacciato via il loro tiranno e che ora hanno scelto di attraversare il mediterraneo in cerca di maggior fortuna. Queste persone sono da accogliere e proteggere, a differenza di quanto sta accadendo nella democratica e occidentale Italia dei nostri giorni.

Siamo e saremo complici delle centinaia di giovani che in questi giorni, e ieri specialmente, hanno aperto quel varco nella rete che li teneva in gabbia e sono fuggiti verso la libertà, verso quei treni carichi di speranza per arrivare a Roma, Milano, la Francia, il Belgio o chissà quale altro posto dove sperano di vivere una vita degna, di ricongiungersi magari ai loro familiari e poter finalmente riorganizzare le loro esistenze.

A loro non possiamo che dire Welcome! La libertà è tutto!

Li ci sono chiese, macerie, moschee e questure
Li frontiere, prezzi inaccessibile e freddure
Li paludi, minacce, cecchini coi fucili, documenti, file notturne e clandestini
Qui incontri, lotte, passi sincronizzati, colori, capannelli non autorizzati,
uccelli migratori, reti, informazioni, piazze di tutti laiche pazze di passioni

Non possiamo quindi che aderire all'appello nazionale di oggi 2 Aprile:

Contro la guerra e la cultura della guerra

Per sostenere le rivoluzioni e le lotte per la libertà e la democrazia dei popoli mediterranei e dei paesi arabi

Per l'accoglienza e la protezione dei profughi e dei migranti

Contro le dittature, i regimi, le occupazioni militari, le repressioni in corso

Per il disarmo, un'economia ed una società giusta e sostenibile

Stop ai bombardamenti e per il cessate il fuoco in Libia

Rete antirazzista Taranto - Campagna Welcome