Manoscritto trovato in Zona Dozza

Una recensione a 'La Q di Qomplotto' di Wu Ming 1.

26 / 5 / 2021

La Q di Qomplotto è molto probabilmente la più lunga rivendicazione che sia mai stata formulata e scritta. Poco meno di 600 pagine, comprese le fondamentali note, per dichiarare neanche troppo tra le righe che questa volta ai reduci bolognesi del Luther Blisset project la faccenda è sfuggita di mano, credevano fosse Gert e invece dal pozzo è uscito Jake Angeli.

Ma partiamo dal principio, come guastare una festa.

Il libro a firma Wu Ming 1 ripercorre non solo la genesi e le fasi cruciali di QAnon ma ne contestualizza lo sviluppo e attraverso un lungo ed accurato excursus storico accompagna lettrici e lettori nel mondo dei complotti cunicoli cunicoli cunicoli la buca del coniglio non viene solo mostrata veniamo scaraventati al suo interno per incontrare i Beatles che giocano a bridge con le Streghe di Salem mentre Nanni Balestrini è intento a gonfiare palloncini con Gramsci i Rosacroce mangiano una pizza in un sotterraneo con Tom Hanks Burioni Jenny MCarthy guardano L’esorcista in una casa della Bassa padana Trump la Fallaci l’abbé Barruel vagano per i cimiteri alla ricerca di resti umani ma tornano zuppi fradici gocce dopo gocce gocce gocce Penn e Teller in un bar estraggono il 5G dal vaccino e lo tagliano in 5 G spiegando come rimetterne una per una dentro al vaccino.

Questo Quadro d’insieme, o almeno lo strato superficiale della tempera, ci aiuta a rispondere alla domanda “QAnon, come è stato possibile?” andando oltre la semplice, liberatoria, consolatoria e pericolante – e come emerge nel libro, pericolosa - alzata di spalle accompagnata dal classico “sono un branco di coglioni fuori testa”. Ma è grattando con cura il primo strato di colore che il dipinto lascia senza fiato, e dire che eravamo preparati, perché la targhetta del quadro recitava testualmente “grattare con cura il primo strato di colore”. Il vero cuore del libro è – a nostro parere – nella spiegazione dei trick con cui rompere il castello di carte che tiene in piedi il complotto… senza far cadere le carte. Come? Spiegando puntualmente, passo dopo passo, come questo paradosso di prestigio possa stare in piedi nonostante tutto e tutti.

Ebbene, l’intreccio dell’analisi storica finemente documentata dei complotti e la cassetta degli attrezzi – in cui troviamo più conigli, cilindri e bussolotti che chiavi inglesi e giraviti – è ad uso e consumo di quella che abbiamo definito a ragione la più lunga rivendicazione che sia mai stata scritta. Ma cosa rivendica Wu Ming 1? Che dietro la genesi di QAnon c’è la Wu Ming Foundation. 

Che l’idea iniziale era quella di creare una burla mediatica ai danni della destra americana, ma che ad un certo punto hanno perso il controllo della situazione e il famigerato coltello dalla parte del manico. Badate bene: non troverete mai scritto “siamo stati noi a scrivere i primi messaggi su 4chan firmandoci Q”, ma ad una lettura attenta quale è stata quella che noi abbiamo fatto la confessione appare fin troppo evidente. E ve lo dimostreremo.

Iniziamo la nostra disamina ricordando che da mesi oramai il collettivo Wu Ming rilascia interviste e scrive analisi in cui afferma che i primi messaggi apparsi in rete a firma “Q” siano da attribuire a Qualcuno che si è ispirato al celebre romanzo del 1999 ed alle scorribande del collettivo Luther Blissett. Queste dichiarazioni sono servite naturalmente per preparare il campo e per iniziare a “mostrare la sutura”, come dicono loro. Ma tutto questo non è stato fatto in maniera troppo esplicita perché, per loro stessa ammissione, ad un certo punto Q è stato sottratto ai suoi creatori ed ha preso tutt’altra direzione. Andando ad elementi più specifici abbiamo contato ben 66 pagine, tutte multiple di 6, in cui le iniziali delle prime tre parole con cui si inizia il primo paragrafo sono SSN, ovvero: Siamo Stati Noi. Questo è un sistema di comunicazione in codice piuttosto comune nei testi antichi che sicuramente sono stati letti dall’autore per scrivere La Q di Qomplotto.

Ma chiaramente non siamo che all’inizio, la data – giorno e mese – del primo messaggio firmato Q corrisponde con il giorno di nascita di uno dei membri della Wu Ming Foundation. Caso? Coincidenza?  Ma continuiamo. I lettori di Giap, il blog del Collettivo Wu Ming, ricorderanno i lunghi post di qualche anno fa in cui il collettivo stesso spiegò il perché abbandonava definitivamente il mondo dei social network. Articoli molto corposi ed interessanti ma che, guarda caso, coincidono esattamente con il periodo in cui QAnon “cambia rotta”. E’ evidente che dopo aver perso il controllo di quella che nelle loro intenzioni doveva essere la burla politica del secolo, i Wu Ming hanno deciso di fare un passo indietro, di cancellare quanto più possibile le tracce della loro presenza sulla rete. Da quel momento in poi si limiteranno ad utilizzare il loro blog, molto più gestibile e meno ambiguo rispetto al resto.

Ma veniamo a quello che forse è l’elemento più sconvolgente: lo stile sostanzialmente identico tra lo QAnon degli esordi ed il romanzo Q e e il suo parallelismo con le dinamiche dei Luther Blissett.

Come è possibile che negli Stati Uniti, paese in cui Q e i Luther Blissett arrivarono solo marginalmente, ci sia un così fine conoscitore della loro opera? Tutto ciò è impossibile. I primi messaggi di quello che sarà QAnon sono evidentemente usciti dalla stessa penna di chi ha scritto le lettere di Qoélet.

Ironia della sorte, o beffa delle beffe, sembra quella che colpisce i Wu Ming loro malgrado al termine dei 5 anni di via di QAnon. Si perché dopo la sconfitta nella “battaglia finale” di Capitol Hill, anni dopo che i Wu Ming ne hanno perso il controllo iniziale, anche per QAnon la storia sembra essersi conclusa con un “non si prosegua l’azione secondo un piano”.

Quello che avete appena letto è un manoscritto che ho rinvenuto alle porte di Bologna e mette insieme, in modo rocambolesco, molti degli elementi delle fantasie di complotto elencati ed analizzati ne La Q di Qomplotto. Naturalmente non c’è il Collettivo Wu Ming dietro alle prime gocce di QAnon come non c’è nessun Soros dietro ai migranti che attraversano il Mediterrano. Ciononostante questa sorta di non recensione complottista mi permette di evidenziare un aspetto su tutti che ritengo fondamentale tra quelli che Wu Ming 1 ha magistralmente lasciato trasparire nel suo libro. Ovvero il Qomplotto come forma mentis. Si perché se i singoli complotti sono molto spesso ricorsivi presentando elementi comuni – e schemi comuni, come l’autore dimostra – che rendono ciascuna fantasia impossibile senza quelle precedenti è evidente come allo stadio di maturazione delle nostra società del capitalocene il complotto ha permeato ogni meccanismo di pensiero individuale e collettivo. Soprattutto per questo “le fantasie di complotto difendono il sistema”. Non si tratta più, o non si tratta solo, di credere nelle scie chimiche o negli illuminati, nei sacrifici rituali o nelle fantasticherie legate al Club 27 (fantasia che nel libro a dire la verità non è presente). La questione è molto più profonda perché ciascuno di noi ha interiorizzato ed utilizza, spesso in maniera inconscia, gli stessi processi mentali che ritroviamo in chi crede nei complotti di qualsivoglia natura. Tutto ciò non solo relega il conflitto ad una realtà parallela, non solo nasconde le cause spesso fondate alla base della nascita del complotto annacquandole, ma rende difficile se non impossibile qualunque ragionamento complesso e articolato. La mente esce sempre dal discorso collettivo alla prima uscita che incontra, quella più immediata e rassicurante, proseguire il viaggio è sempre più arduo. Per questo – e qui sono d’accordo con gli ignoti autori del manoscritto – non possiamo cavarcela con un’alzata di spalle o travestirci da Nelson Muntz quando ascoltiamo un complottista, per questo non possiamo limitarci ad opere di debunking fredde e stucchevoli. 

Tutte queste dinamiche sono emerse in tutta la loro drammaticità nel periodo dell’emergenza pandemica, facendo detonare tutte le mine tossiche che negli anni si erano inserite nei nostri pensieri. Servono altri strumenti e altri approcci, dobbiamo essere in grado di costruire storie e orizzonti più affascinati dei complotti, tenere insieme – suturare se vogliamo – verità e meraviglia. Le prime righe del Manifesto del Partito Comunista non sono costituite da teoremi astrusi e puntuali teorie economiche, si parla di “spettri” e “sacra caccia alle streghe”.

In questo La Q di Qomplotto è un libro indispensabile, rovescia l’iceberg del complotto – di cui QAnon era solo la piccola parte emersa – portando a galla l’enorme mole di ciò che appariva sommerso. E lo fa - ca va sans dire – senza farci perdere tutto il divertimento. Come d’altra parte a volte fa la storia stessa, se è vero come è vero che i Templari, i più agguerriti sbirri del cristianesimo, nonché personaggi fondanti di molte fantasie di complotto, hanno smesso di esistere nel 1312. Sarà un caso? Io non credo.

inpuntadisella