Marche - Un 25 aprile di liberazione come pratica collettiva

26 / 4 / 2021

Una giornata intensa e ricca di iniziative anche nelle Marche quella del 25 aprile di quest'anno. Iniziative che, in forma spontanea o più o meno organizzata, sono state tutte contrassegnate dalla volontà collettiva di recupero dello spazio pubblico, oltre la statica ritualità delle celebrazioni istituzionali e il tentativo di vietare la partecipazione per mezzo delle misure restrittive imposte dallo stato di emergenza. 

Da Pergola a Caldarola, in tante e tanti si sono impegnati per riaffermare la memoria collettiva della resistenza che si voleva ingabbiare e silenziare col pretesto delle limitazioni anticontagio.

Falconara Marittima attiviste e attivisti organizzatrici del tradizionale festival autogestito Falkatraz hanno dato vita all'unica manifestazione pubblica in città in mattinata davanti al Monumento ai Caduti e Martiri della Resistenza di via Matteotti: un centinaio di persone e decine di interventi perchè "oggi più che mai è importante stare dove dobbiamo essere, tornare ad abitare lo spazio comune".

Falconara Marittima

A fine presidio sono stati poi appesi striscioni in luoghi simbolici della città sui temi della difesa della terra e del mare, minacciati da nuovi progetti di trivellazione: 'la loro e’ Transizione Necrologica ma non staremo a guardare'. Il filo rosso della battaglia ambientale lega due Festival, due date simboliche, 25 aprile e 1 maggio, due città, due movimenti in lotta: nel pomeriggio un gemellaggio virtuale fra Taranto e Falconara all'interno della maratona online promossa dal Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti.

"25 aprile e 1 maggio, due date storiche che i movimenti hanno saputo rendere attuali e presenti e strappare ai cerimoniali ufficiali che le rendono vuote e inutili. Due giornate che ci parlano dell'orgoglio della lotta di tante e tanti, in siti più noti come nelle più sperdute periferie, nelle grandi città come in provincia, da nord a sud, per una reale conversione ecologica oltre l'economia da fonti fossili. Due Feste che oggi ancora non possiamo tornare a praticare come vorremmo. A questo proposito esprimiamo solidarietà al mondo dei lavoratori della musica e dello spettacolo, da troppo tempo costretti al silenzio e in assenza di adeguate coperture e garanzie di reddito, insieme a tanti altri lavoratori invisibili e sfruttati."

Fano

Azioni di guerriglia odonomastica a Fano praticate dalle militanti del collettivo Sisters on the Block e dello Spazio Autogestito Grizzly per ricordare che i nomi delle strade raccontano solo una parte della nostra storia.

"Abbiamo deciso di cambiare volto, rinominato e dedicato le vie della nostra città a delle donne che hanno combattuto e combattono per la libertà. Donne e storie che troppo spesso non trovano spazio nella ricostruzione storica istituzionale, donne che con le loro vite, le loro esistenze e le loro azioni hanno creato nuovi percorsi, nuove visioni, demolendo tutto ciò che si pensava non fosse scardinabile."

Interventi, musica e letture al monumento ai caduti della Resistenza. "Una giornata viva, non scontata, mai stanca nella nostra città. Una giornata in cui passato e presente si fondono in una pratica di liberazione e resistenza, memoria e attualità. Una data da festeggiare, una lotta da continuare. La libertà non è data una volta per tutte. Ogni giorno scegliamo da che parte stare, scegliamo di lottare contro l'oppressione di genere, di classe, dei confini."

Senigallia

Anche a Senigallia già alle nove del mattino tante e tanti antifascisti, insieme al partigiano Nibio Greganti, si sono recati a San Silvestro per deporre una corona di fiori nel monumento dedicato al sacrificio di Aldo Cameranesi e alla lotta partigiana.

Alle undici, invece, la piazza principale si è riempita di centinaia di persone. Età diverse, culture diverse, storie diverse e appartenenze politiche diverse, "ma tutte e tutti uniti per celebrare chi in armi ci ha donato diritti e libertà, scacciando l'invasore nazista e sconfiggendo i traditori fascisti."

'Maggioranza Olivetti: fascisti, misogini, negazionisti' Queste le parole scritte e firmate dallo Spazio Autogestito Arvultura portate dentro la manifestazione collettiva e plurale della rete Senigallia Antifascista e dell'Anpi.

"Liberazione e Resistenza non potevano essere rappresentate da chi oggi governa la città, da chi ha il proprio passato e il proprio presente legato a chi impose la dittatura, legiferò le leggi razziali, portò il paese in guerra e riempì i vagoni per i campi di sterminio. Persone del genere non sono degne di rappresentare storia e identità dell'Italia democratica, repubblicana e antifascista."

Porto San Giorgio

Grande partecipazione alle passeggiate nei luoghi della resistenza organizzate dal Csa Officina Trenino a Porto San Giorgio, in ricordo del partigiano Umberto Cerretani, e dal Collettivo Caciara ad Ascoli Piceno nel luogo simbolico del Colle San Marco. 

"Come ogni 25 aprile e 3 ottobre abbiamo organizzato una passeggiata sul 'sentiero della memoria', dove i partigiani morirono nell'ottobre del '43, combattendo contro i reparti nazisti che arrivavano dall'Abruzzo e che avevano nei giorni precedenti occupato e invaso la città. Abbiamo attraversato e ricordato il loro sacrificio, attraverso le varie postazioni dove i partigiani in quei giorni spararono e uccisero i nazisti. Quest'anno, causa Covid, la commemorazione al sacrario ha risparmiato le solite frasi senza senso che il sindaco della nostra città è abituato a pronunciare ogni anno e come Collettivo abbiamo comunque deciso di non partecipare alla deposizione dei fiori sul sacrario da parte delle autorità, che si ricordano un solo giorno l'anno di essere antifascisti."

Ascoli Piceno

Le attivist* del Laboratorio Sociale Fabbri anche a Fabriano hanno voluto dare possibilità a quanti lo desiderassero di parlare e di intervenire al margine della celebrazione al sacrario dei martiri della Resistenza fabrianese. "Per ritrovarci, per discutere di dignità in tempi di compressione dei diritti, per ritornare in strada, per fare ascoltare ancora le Voci di Liberazione nei nostri territori."

Fabriano

"Quest'anno abbiamo deciso di festeggiare il 25 Aprile insieme a tanti antifascisti del territorio, in modo spontaneo e autentico. Sotto alla statua del partigiano si sono alternati tanti interventi che parlano di diritti, di lotte, di dignita', di antifascismo e liberazione. Oggi piu' che mai c'e' bisogno di ritrovarsi, di resistere e dire ancora una volta che i fascisti non avanzeranno nelle nostre città!"

A Jesi in Piazza Pergolesi un centinaio di antifascist* si sono ritrovati per affermare l'importanza non rituale della liberazione.

In molt* hanno risposto alla chiamata dello Spazio Comune Autogestito Tnt, insieme al Collettivo Transfemminista di Jesi e al Collettivo studentesco Corto Circuito "per dare voce e corpo alla volontà di non lasciare questa giornata alle celebrazioni istituzionali che ne svuotano il significato. La memoria deve essere un dispositivo vivo che ci aiuti nella lettura del presente e la resistenza la spinta quotidiana di ogni nostra azione. Per ricordare che i partigiani e le partigiane hanno combattuto il fascismo non posso essere equiparat* all'oppressore fascista. Per riaffermare la necessità di fare nostri i valori della resistenza e la sua importanza per le lotte di oggi e di domani. Per combattere ogni discriminazione di razza, genere o classe. Lotta e resistenza, vaccini contro il virus fascista!"

Jesi

Le antifasciste e gli antifascisti del Maceratese si sono dati appuntamento sul Monte San Vicino per un '25 aprile in cammino', per raggiungere un luogo simbolo della Resistenza del maceratese, quell'Abbazia di Roti che ha dato rifugio nel corso della guerra di Liberazione alla Banda Mario: la formazione partigiana meticcia e internazionalista che forse più di ogni altra ha rappresentato e rappresenta la storia di questi territori.

Più di 300 persone sono salite a piedi da Braccano a Roti, sulle tracce del battaglione Mario, riappropriandosi di quel rito collettivo, laico e partigiano, che prende corpo nelle 'marce della memoria' che tradizionalmente attraversano il territorio provinciale nella celebrazione della Liberazione.

Roti

"Il 25 aprile 2021 ha segnato crediamo una svolta nella presa di parola pubblica e collettiva. In tutta Italia si sono tenuti cortei, presidi, momenti non di mera testimonianza ma segnali importanti che parlano di una rinnovata voglia di intervento sul presente e sul futuro. Il '25 aprile in cammino', lo diciamo senza alcuna esagerazione o enfasi, è stata una giornata straordinaria. Compagne e compagni provenienti non solo dalla provincia ma da tutte le Marche erano presenti per ribadire la volontà di riprendersi il diritto a festeggiare e a manifestare. Nel corso degli interventi che si sono susseguiti l'elemento che è emerso con più forza è stato proprio quello che riguarda la necessità di uscire dalla parcellizzazione delle relazioni imposte dallo stato di emergenza che si protrae da 14 mesi. Occorre continuare a percorrere quella strada perché la Liberazione non sia solamente un ricordo legato a quei giorni di 76 anni fa ma una pratica quotidiana, ora più che mai." 

Nella retorica stantia del discorso pubblico di questi ultimi anni le Marche vengono rappresentate senza sosta come 'il laboratorio delle destre', ma una giornata come quella del 25 aprile indica plasticamente come serva superare le semplicistiche ricostruzioni vittimiste e dimostra che, pur senza negare limiti e difficoltà, il territorio è vivo e reattivo.

"La data del 25 aprile 2021 insegna come nonostante la gravità delle sfide del tempo presente possiamo, dal basso, riaprire spazi di possibilità e di ripresa di iniziativa, riconquistare all'autorganizzazione sociale il terreno perduto nel discorso e nell'azione conflittuale, per tornare a immaginare e praticare percorsi di trasformazione e di liberazione collettiva."