Marcon (VE) - Basta con i ricatti di Carrefour

Basta con le minacce e l'arroganza!

1 / 4 / 2015

Pochi giorni fa Carrefour di Marcon ha annunciato di voler procedere con il licenziamento di 52 lavoratori dell’Ipermercato. Era una mossa che in qualche modo ci si aspettava perché Carrefour è abituata a portare avanti una politica aziendale e di relazioni sindacali basata sull’arroganza e sulla minaccia.

In questi anni Carrefour ha sempre alzato in modo provocatorio il numero degli esuberi, nonostante che il personale dell’Ipermercato sia già stato ampiamente ridotto con procedure di mobilità incentivata. Questo ha consentito loro di gestire la massima flessibilità della manodopera per cui si lasciavano i lavoratori in Cassa Integrazione o Contratti di Solidarietà e contemporaneamente si coprivano le domeniche assumendo lavoratori interinali.

Ricordiamo che Carrefour è il secondo gruppo mondiale della grande distribuzione e che nel 2014 ha avuto globalmente degli utili operativi in crescita del 6,7%, a 2miliardi e 387 milioni di euro.

L’unica strategia aziendale in questi ultimi anni è stata quella di comprimere il costo del lavoro ed i diritti dei lavoratori. Carrefour ha preteso far lavorare le domeniche anche chi ne era esentato di diritto (part-time, lavoratori con figli di meno di tre anni; chi accudisce familiari disabili); hanno consentito alle aziende di assumere lavoratori precari per fare le domeniche. E adesso vorrebbero demansionare i lavoratori, oppure costringerli a lavorare di domenica con retribuzione ordinaria o togliere tutti i premi previsti dal Contratto integrativo Aziendale.

E nel frattempo che cosa ha fatto l’azienda?

Non ha predisposto un piano di sviluppo che preveda l’abbattimento dei costi dei prodotti, o la riduzione dei costi di gestione (auto aziendali, telefoni aziendali); oppure considerare la possibilità di trasferire caposettore, capireparto e capi servizi ai Carrefour non in crisi, possibilità presente nei loro contratti. Senza contare che questo eccesso di stratificazione organizzativa fa parte di un modello ormai superato le cui conseguenze sulla spesa del personale ricadono però sempre sui livelli più bassi. Un’altra possibilità potrebbe essere di ottenere una maggiore autonomia rispetto alla struttura centrale, in modo da ridurre gli sprechi.

L’unica cosa che non è possibile accettare è la minaccia dei licenziamenti. Altro che esuberi! Il personale è già ridotto all’osso ed è evidente che l’obiettivo di Carrefour è quello di peggiorare ancora di più le condizioni di vita ed economiche dei lavoratori.

BASTA CON LE MINACCE E L’ARROGANZA!

TUTTI UNITI CONTRO QUESTA ENNESIMA PROVOCAZIONE DI CARREFOUR!

NESSUN CEDIMENTO SUI DIRITTI E SULLE CONDIZIONI DI LAVORO

PER LA DEMOCRAZIA SINDACALE

31 marzo 2015

ADL COBAS TREVISO