Cosa
hanno in comune la scuola di italiano Liberalaparola, l’associazione
difesa lavoratori e il progetto Melting Pot Europa? La risposta è
semplice: la Carta di Lampedusa.
Perché la Carta di Lampedusa sposa i diritti dei migranti con i diritti dei lavoratori, il diritto alla lingua con il diritto ad un’accoglienza degna.
Perché la Carta di Lampedusa sposa i diritti dei migranti con i diritti dei lavoratori, il diritto alla lingua con il diritto ad un’accoglienza degna.
Ed erano per l’appunto tre le voci che abbiamo ascoltato ieri
sera dal palco del Cso Rivolta di Marghera: Riccardo Ferrara per l’Adl
Cobas, Davide Carnemolla per Liberalaparola e Nicola Grigion per Melting
Pot. Ma l’ospite d’onore era comunque lei, la Carta di Lampedusa, che
Nicola ha invitato tutti non solo a sottoscrivere (chi non lo avesse
ancora fatto, può ‘linkarsi’ dal sito di www.meltingpot.org)
ma anche ad adottare.
“Metterla in pratica in ogni situazione è un passaggio fondamentale per rendere viva la Carta che altrimenti resterebbe una mera dichiarazione di principi. Ed invece deve diventare uno strumento di lotta finalizzato a rimuovere gli ostacoli alla sua applicazione”. Nicola quindi ha sottolineato come la stesura di questo documento formalizzata a Lampedusa, non per una questione simbolica ma perché nell’isola si toccano con mano le conseguenze di una politica che alza muri invece di costruire ponti, abbia disegnato un linguaggio nuovo, capace di restituire realtà ad un fenomeno come quello migratorio dove si è fatto abuso non solo di infondati allarmismi xenofobi ma anche di retoriche ‘buoniste’.
“Metterla in pratica in ogni situazione è un passaggio fondamentale per rendere viva la Carta che altrimenti resterebbe una mera dichiarazione di principi. Ed invece deve diventare uno strumento di lotta finalizzato a rimuovere gli ostacoli alla sua applicazione”. Nicola quindi ha sottolineato come la stesura di questo documento formalizzata a Lampedusa, non per una questione simbolica ma perché nell’isola si toccano con mano le conseguenze di una politica che alza muri invece di costruire ponti, abbia disegnato un linguaggio nuovo, capace di restituire realtà ad un fenomeno come quello migratorio dove si è fatto abuso non solo di infondati allarmismi xenofobi ma anche di retoriche ‘buoniste’.
Esempi
di come la Carta di Lampedusa possa essere proficuamente adottata nella
quotidianità sono stati presentati da Davide, che ha ricordato
l’accoglienza indegna riservata ai profughi dalla Libia e gestita da una
Prefettura totalmente impreparata ad affrontare un problema sociale
come quello delle migrazioni.
Quindi Riccardo ha concluso la serata raccontando la storia dell’Artoni e dei lavoratori caricati dalla polizia solo perché protestavano contro un ingiusto licenziamento. Anche questo è la Carta di Lampedusa.
Quindi Riccardo ha concluso la serata raccontando la storia dell’Artoni e dei lavoratori caricati dalla polizia solo perché protestavano contro un ingiusto licenziamento. Anche questo è la Carta di Lampedusa.