Messina - Teatro Pinelli il ritorno. Alla ex casa del portuale!

COMUNICATO STAMPA EX CASA DEL PORTUALE: il ritorno del Teatro Pinelli. Interventi artistici, jam session e grandi sorprese!

25 / 1 / 2014

"Allora questa cosa secondo me è forte perché è giusta. E quando si ha la forza della giustizia e la si unisce ai valori della Costituzione si vincono le battaglie.” Dall’intervento di Ugo Mattei, (giurista della Costituente dei beni comuni, coautore del referendum sull’acqua bene comune) al Palacultura occupato *** l’intervento completo è disponibile sulla nostra pagina pubblica

Oggi, sabato 25 gennaio 2014, forti dell’assenza dei sigilli siamo rientrati nella ex casa del portuale. Siamo lavoratori dello spettacolo, lavoratori della conoscenza, artigiani, precari, studenti, attivisti. La legittimità della riappropriazione di un bene comune che abbiamo già liberato nove mesi fa, ricostruito, trasformato, aperto alla città è talmente forte che solo l’ipocrisia e gli interessi privatistici possono celarne l’evidenza. Dall’inchiesta apparsa ieri sul settimanale Centonove apprendiamo che il bene in questione fa parte del patrimonio immobiliare del Comune. Allora ci chiediamo anche come mai l’ufficio patrimonio non fosse al corrente di questo sgombero. Siamo cittadini, non sudditi, per cui pretendiamo trasparenza da un’amministrazione che si dichiara pubblicamente in favore degli usi civici e che ha promosso un assessorato all’autogestione dei beni comuni.

Come si evince dall’inchiesta apparsa su Centonove ieri e da un articolo precedente su tempostretto (6 settembre 2013):

“Il dubbio sulla titolarità ci è venuto - spiega il vicesindaco e assessore al patrimonio Guido Signorino sul cui tavolo è finita la patata bollente - e stiamo approfondendo la questione. E’ vero, la Casa del portuale era inserita nel Piano di valorizzazione nel 2008, ma in un secondo momento sembra sia stata spostata. E’ proprio questo il punto che stiamo cercando di appurare prima di decidere il da farsi e procedere. Stiamo lavorando sulle carte con grande attenzione”.

Sempre nell’articolo di settembre: “Secondo l’ex vicesindaco Franco Mondello appartiene al Comune, secondo il commissario liquidatore Placido Matasso è della Regione. “Lo dimostrano le carte” spiega Mondello. La palla passa adesso al vicesindaco Signorino che dichiara: “Stiamo approfondendo la questione, perchè qualche dubbio c’è”. Per rinfrescare la memoria: Cosa Nostra è sempre dietro l'angolo, o di fronte… basti pensare ai Magazzini Generali che più volte sono stati dichiarati in odor di svendita a personaggi molto noti alla magistratura: “Il Vinciullo risulta godere a Messina fama di solidissimo imprenditore ed appare in grado di gestire, mediante i suoi saldi legami con la famiglia Sfameni e con Michelangelo Alfano, affari di rilevante portata nei quali l’autorità giudiziaria messinese sospetta l’inserimento di pesanti interessi di tipo mafioso”

http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2012/10/il-comune-dismette-gli-amici-degli.html

Infine sappiamo bene chi è Placido Matasso, noto anche alla magistratura per la vicenda casa nostra (ribattezzata dalla stampa “Cosa Nostra”. Matasso fu nominato curatore fallimentare di quell'impresa da legacoop, in quanto “sponsorizzato” dal psi. Matasso qualche mese fa rivendicava la titolarità dell’area ex casa del portuale richiamando l’attenzione dello stesso presidente Crocetta: “l’ atto di vendita stipulato il 16 maggio del 1959 dall’allora sindaco Carmelo Fortino e dal console della Capitaneria di porto Giovanni Maimone. L’atto aveva per oggetto «la concessione in vendita di 1960 metri quadri di area comunale alla Compagnia portuale Italia, per la costruzione della Casa del Portuale ». Simbolico il prezzo fissato a 1.960 lire. L’amministrazione comunale dell’epoca giustificò la vendita del terreno ricadente nella zona dei Magazzini Generali per consentire la realizzazione «dell’importante opera finanziata dalla Regione siciliana». L’edificio, dunque, è della società cooperativa Italia, la quale, però, è stata posta in liquidazione e la Regione siciliana, dopo aver affidato a Placido Matasso l’incarico di commissario, ha incamerato questo bene nel suo patrimonio dichiarato indisponibile, cioè che non può essere dismesso”. Di chi è dunque la Casa del Portuale? Per il teatro pinelli la ex casa del portuale è un bene comune, è proprietà collettiva dei cittadini che in questi mesi se ne sono presi realmente cura. Così come la sughereta di Niscemi nella quale negli ultimi due giorni è stata ultimata la costruzione delle parabole statunitensi del MUOS, armi di distruzione di massa dell’imperialismo, con la complicità del governo siciliano e nazionale.

Come afferma il vicepresidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, “se si guarda alla nostra Costituzione, si scopre agevolmente che il nostro non è affatto uno “Stato persona giuridica”, come affermava lo Statuto albertino, ma uno “Stato comunità”, che è costituito dai “cittadini sovrani”. In questa visuale, lo “Stato persona” è solo la “Pubblica Amministrazione”, la quale, come da tempo ha dimostrato il Sandulli, è semplicemente un “organo” dello Stato comunità.

Sul piano pratico, c’è una importantisima conseguenza da sottolineare. Se la “proprietà collettiva” “prevale” su quella privata, ed il contenuto della proprietà privata è soltanto quello previsto dalla “legge”, davvero non c’è più alcuna possibilità di riconoscere il “ius aedificandi”, come insito nel diritto di proprietà privata. Il diritto di edificare è rimasto nei “poteri sovrani del popolo”, rientra cioè nei contenuti della proprietà collettiva del territorio e non risulta affatto “ceduto” a privati con la “cessione” di parti del territorio a singoli cittadini.

Quando ci lamentiamo degli scempi paesaggistici, della cementificazione, delle distruzioni della natura non possiamo limitarci alla “denuncia”: è un nostro “diritto di proprietà collettiva” che è stato leso, e questo diritto è ben più grande e più tutelato del diritto di proprietà privata".

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