Mestre - Pulizia delle scuole, MIUR e Manutencoop sotto accusa

GENITORI IN LOTTA: MILLE IN ASSEMBLEA AL PALASPORT PER SCUOLE PULITE E SICURE E PER UN’ ISTRUZIONE DI QUALITA’

1 / 2 / 2014

Tutti ricordano il premier Letta da Fabio Fazio giurare che, se il suo governo avesse effettuato ancora tagli alla scuola, si sarebbe dimesso.

Ebbene, le bugie hanno le gambe corte: hanno tagliato ancora, raschiando il fondo del  barile, sulla salute dei piu’ piccoli, gli allievi delle scuole primarie e dell’infanzia, e sulla pelle dei più deboli, le lavoratrici/ori degli appalti delle pulizie delle scuole.

Non bastavano gli 8 miliardi in tre anni, attraverso la cosiddetta riforma Gelmini, tagliando ore di lezione, il sostegno ai disabili, i posti di lavoro prima occupati dai precari e aumentando il numero di allievi per classe; non bastavano il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità di docenti e ata.

   Con la spending review del governo Monti sono stati ridotti in modo straordinario pure i fondi per gli appalti per le pulizie.

 L’attuale governo, con il “decreto del fare”, li ha confermati e ha attivato una Gara Consip, gestita direttamente da un Ente Ministeriale, che ha portato nel Veneto e in Friuli a vincere l’appalto per i prossimi due anni la Manutencoop, la quale ha imposto ai lavoratori degli appalti storici contratti capestro con la riduzione anche del 50/80% degli orari settimanali: quindi paghe da fame e scuole sporche, dirigenti scolastici che chiudono i plessi per la situazione igienica insostenibile, sindaci che chiedono le ispezioni dell’ASL e genitori infuriati.

   Da anni è in atto l’esternalizzazione dei servizi di pulizie delle scuole, con gli appalti al ribasso alle solite cooperative, allo scopo di ridurre gli organici del personale ata e dei collaboratori scolastici (il personale ata del MIUR è tra l’altro in gran parte precario e le assunzioni a tempo indeterminato, se non sono bloccate, sono effettuate con il contagocce).   Ridurre gli organici quindi, magari appaltando al massimo ribasso le pulizie a cooperative che retribuiscono a ore e con salari irrisori i propri dipendenti.

Curioso che, con l’esternalizzazione, non si risparmi proprio: costa più l’appalto, per gli utili d’impresa delle solite cooperative legate al sistema dei partiti, che se assumessero a tempo indeterminato il personale e i collaboratori scolastici necessari per far funzionare il servizio.

Curioso pure che il risparmio sulle pulizie delle scuole, previsto dal “decreto del fare”, venga girato all’Università, all’insegna della coperta troppo stretta che si tira da una parte all’altra, in una logica di “guerra tra poveri”.

Non solo però le lavoratici Manutencoop non ci stanno e sono in lotta dai primi di gennaio, da quando la nuova impresa è subentrata all’appalto, ma neppure i genitori che, autorganizzati nel  GRUPPO PROVINCIALE INTERCOMITATI E INTERISTITUTI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA, sono al loro fianco con proteste, scioperi, delegazioni di massa all’Ufficio Scolastico Regionale, in Comune, in Provincia e in Prefettura, rivendicando il ripristino dei finanziamenti per gli appalti, ma, in prospettiva, la fine della logica delle esternalizzazioni e l’assunzione in pianta stabile di tutto il personale necessario.

I fondi infatti, integrati dal Governo solo per i mesi di gennaio e febbraio, non bastano e dal 1 marzo la situazione sarà ancora peggiore in tutto il territorio nazionale, visto che l’apposito Tavolo governativo che doveva risolvere il problema entro il 31 gennaio, finora non ha trovato un quattrino per le nostre scuole.

In mille si sono ritrovati mercoledì 29 gennaio al Palasport Taliercio di Mestre, imponendo all’Amministrazione Comunale la messa a disposizione della struttura, per una grande assemblea popolare per rivendicare scuole pulite e sicure, ma anche per riprendere la mobilitazione.

Intanto con un grande corteo per lunedì 10 febbraio, assieme alle lavoratrici Manutencoop in sciopero, ma in prospettiva per rimettere in moto tutte le componenti della scuola: docenti, studenti, lavoratori e genitori e tutti quelli che intendono la scuola un bene comune.

Chissà che, ancora una volta, come per la lotta alla Moratti e alla Gelmini, non siano proprio i genitori, liberi da sindacati di Stato che affossano e controllano le lotte, a risvegliare gli insegnanti e i lavoratori della scuola da un insano torpore e da una insopportabile frustrazione per le sconfitte subite e non si dia nuovo vigore al conflitto sociale e sindacale per mettere al centro istruzione, università e ricerca e far finire l’austerità che blocca il futuro.

Stefano Micheletti

Insegnante Cobas

Venezia, 30 gennaio 2014