Più di ventimila migranti e antirazzisti sfilano per le vie del centro

Milano, 1 marzo: una giornata CON tutti noi!

Il primo sciopero migrante è stato un successo di partecipazione

Utente: disteyabasta
2 / 3 / 2010

Che a Milano la giornata promettesse bene, si era iniziato a capire dal colorato corteo di 2000 persone della mattina, e dalle azioni di denuncia della politica migratoria, come gli striscioni apparsi davanti al CIE di via Corelli e in altri luoghi-simbolo del controllo dei corpi. Ma è stata la manifestazione del tardo pomeriggio, voluta dal comitato 1 marzo, a dare a tutti la misura di quanto la mobilitazione stesse dando i suoi frutti. Già alle 17, ora del concentramento davanti al Duomo, diverse centinaia di persone affollavano la piazza. Una piazza che, benché molto vasta, alle 18 era già quasi colma di manifestanti, mentre i migranti tenevano lezioni di lingue straniere per italiani, e venivano lasciati volare centinaia di palloncini gialli. Quando il presidio si è trasformato in corteo e ha iniziato a muoversi verso il Castello Sforzesco, si è capito subito che il numero di partecipanti superava le 20000 persone (e su tale stima, fin troppo al ribasso, non può esserci mistificazione questurina che tenga). Un lungo e colorato corteo ha invaso le vie dello shopping con slogan, striscioni e bandiere. Migliaia i migranti di tutte le provenienze, molte le sigle sindacali, le associazioni e i partiti. Soprattutto, moltissimi i cittadini di tutte le etnie che hanno imposto la loro presenza in una città fatta oggetto delle più odiose strumentalizzazioni dopo i fatti di via Padova.

Tale via si presentava anche oggi presidiata da uno spropositato numero di vigili, carabinieri, poliziotti e militari, chissà se così privi di senso del ridicolo, da non vergognarsi di ciondolare inutilmente davanti a innocui passanti. Ebbene, la città ha risposto oggi con un secco rifiuto delle politiche securitarie e dei tentativi mediatici di innescare conflitti etnici, esplodendo in una partecipazione che ha lasciato entusiasti anche i più scettici della vigilia. Un corteo folto e determinato, privo di intoppi, ma soprattutto gioioso e consapevole. Un corteo che in Lombardia fa il paio con la mobilitazione di Brescia, una città dalla forte presenza operaia e migrante, e che segue di soli 10 giorni la già riuscita manifestazione meticcia del Samedi Gras. Un corteo che Milano farà bene a ricordare a lungo, perché, nel clima politico di un’epoca che si chiude con i pasticci pre-elettorali (chissà quanto casuali, poi) di Formigoni e soci, genera il sentore di una nuova stagione di lotte, una stagione nella quale il tema dei diritti migranti assume grande centralità. Una stagione nella quale il razzismo leghista e fascista, di cui la nostra metropoli è satura, non avrà più gioco facile.

Non sono mancate, nei luoghi di lavoro, le intimidazioni dei caporali, che hanno costretto i migranti a lavorare, pena il licenziamento (se così si può chiamare anche per il lavoro nero). Si tratta di un elemento da sottolineare, non solo perché il numero di manifestanti avrebbe potuto essere ancora maggiore, ma anche perché, in negativo, dimostra la giustezza della convocazione: i migranti che si organizzano fanno paura, anche in luoghi (come le ditte di corriere espresso) completamente privi di tutele sindacali. Di fatto la scelta di convocare la manifestazione principale la sera si è rivelata giusta, perché ha permesso la partecipazione anche di chi, letteralmente, non può scioperare.

Dopo le 20, il corteo ha raggiunto il Castello Sforzesco, e qui numerosi migranti hanno preso la parola dal palco. Da segnalare anche l’intervento di un migrante meneghino honoris causa come Dario Fo, per l’occasione avvolto in una sciarpa gialla. Soprattutto, a riassumere il senso di questa giornata è stato l’intervento di una migrante, che ha dichiarato tra gli applausi: oggi Milano è nostra, oggi l’Italia siamo noi.

Una giornata senza di noi, dunque, che è stata come volevamo fosse: una giornata CON tutti noi.