Miteni - «Non vogliamo essere avvelenati», continua la lotta contro i pfas

Il 21 ottobre inizierà il processo contro chi per anni ha inquinato l'intero Veneto. Il comunicato del collettivo resistenze ambientali di Padova.

19 / 9 / 2019

È davvero finita la storia della fabbrica Miteni di Trissino? Per decenni lo stabilimento ha sversato Pfoa e Pfas,  composti di carbonio e fluoro, nel Torrente Poscolo. L'allarme sulla pericolosità del prodotto, su operai e vicentini, è inizato a partire dal Duemila. Negli ultimi anni il raggio dell'inquinamento prodotto da Miteni si è allargato a macchia d'olio. Di contro è cresciuta mese dopo mese la lotta, portata avanti da cittadini, comitati, che ha influito sulla chiusura dello stabilimento. Il 21 ottobre inizierà il processo contro chi ha messo a repentaglio la salute di migliaia di persone. E adesso? Cosa succederà? Chi pagherà la bonifica. Di seguito il comunicato del collettivo resistenze ambientali di Padova.

Il 21 ottobre si terrà il processo a Miteni, la fabbrica di Trissino responsabile del grave inquinamento da pfas nella nostra regione, presso la procura di Vicenza con il ministro dell'ambiente Costa come parte civile. Deve essere ribadito che tutto ciò, al di là degli esiti, delle responsabilità, dei ritardi della stessa procura e delle forze politico-istituzionali che governano il territorio, dalla Regione alle amministrazioni locali, è frutto delle lotte e delle mobilitazioni di migliaia di cittadini, molti comitati ed associazioni. 

Dalla marcia dei P-fiori, ai 10000 di Trissino, alle azioni dirette contro la Miteni come tute bianche ed Angry animals, abbiamo attraversato da protagonisti e come corpo collettivo questo movimento, culminato con l'accerchiamento della Miteni, in una memorabile giornata di festa e di lotta. Sotto processo non è solo la "fabbrica di morte", ma tutto l'apparato politico - amministrativo che ha permesso questa devastazione del territorio e catastrofe ambientale, con l'avvelenamento della nostra terra e delle nostre acque. Altro che "paroni a casa nostra"! Tutti costoro hanno hanno messo a repentaglio la salute, la qualità della vita, sia sul piano fisico che psicologico, l'intera catena alimentare nella nostra regione... Un vero e proprio crimine ambientale, tra i più terribili ed odiosi! Non solo:questi ritardi, che ancora permangono e sono ancora senza un'adeguata risposta sul piano concreto, hanno permesso alla Miteni di trovare i tempi giusti per dichiarare il fallimento e sottrarsi così all'onere della bonifica integrale e radicale dell'intera area inquinata. 

Chi pagherà questa bonifica è gli eventuali nuovi acquedotti per acqua pulita? Andrà a finire come al solito che pagherà Pantalone, ovvero gi stessi cittadini con le bollette? Oltre il danno anche la beffa? Proprio per questo è necessario continuare la lotta e la mobilitazione con ancor maggior forza e determinazione. Bonifica subito, chi inquina paga, screening del sangue generalizzato e gratuito per tutti i cittadini che ne facciano richiesta, al di là dell'insensata divisione tra aree più a rischio ed altre meno. L'acqua corre ovunque attraverso i nostri territori e le nostre provincie, così come i prodotti alimentari!