Mondadori, vertice in prefettura

Slitta invece l’incontro con il Comune Ieri un’altra ora di blocco davanti ai cancelli

19 / 6 / 2009

Continuano le proteste dei dipendenti rimasti senza un’occupazione davanti alla Mondadori printing. Un presidio è stato messo in atto anche ieri. Gli operai che lavoravano per la Finservice e la Rmservice ora in liquidazione, rimasti disoccupati hanno manifestato davanti ai cancelli e dalle 18 alle 19 hanno impedito lo svolgimento della regolare attività dell’azienda.
A quell’ora sul posto sono arrivate le forze dell’ordine che hanno fatto spostare i manifestanti. È bastato invitarli a lasciare libero il passaggio, non hanno opposto resistenza passiva come invece era accaduto martedì. Si tratta degli stessi operai che avevano messo in atto la protesta di martedì e che erano già stati identificati. La loro posizione è al vaglio del magistrato, Mondadori aveva presentato un esposto per la violenza privata e l’interruzione dell’attività lavorativa. Nell’arco della giornata i manifestanti si erano spostati anche in strada bloccando il traffico a singhiozzo per sensibilizzare la cittadinanza sui loro problemi.
La rabbia è salita dopo che hanno saputo che il Comune ha fissato un incontro con le parti in causa, il gruppo Pozzani, e la Prefettura, per venerdì 26 giugno. E una settimana in più per chi non ha ancora ricevuto gli stipendi arretrati. «Non ci si rende conto negli ambiti istituzionali e politici della gravità», ha sostenuto il segretario del sindacato cobas Adl-Rdb, Khaled Benammar. Secondo il legale Roberto Malesani «l’obbligo di pagamento diretto è da parte dell’appaltante. È la Mondadori che deve versare gli stipendi arretrati. La legge Biagi lo aveva espresso ed è la stessa che è stata riconfermata con la finanziaria». Ne è talmente convinto che ha richiesto un incontro urgente con la Prefettura; il viceprefetto Elio Faillaci ha dato la disponibilità per oggi a mezzogiorno.
«Troviamo ingiusto che nei nostri riguardi si pensi a denunciarci per violazione della proprietà privata e per chi ci ha messo in queste condizioni non ci sia nessuna sanzione», dicono. Malesani per questo ha deciso di fare un esposto alla Procura della Repubblica, affinché «chi è nel giusto e vuole i propri diritti rispettati, non passi dalla parte del torto». Ora, la legge Biagi, quella parte della normativa rivista più volte da Malesani, sembra essere l’unica via d’uscita. E lo ha scritto in una lettera inviata con urgenza all’attenzione di Prefettura e Comune.