Monselice (Pd) - Progetto Revamping : Cgil, Cisl, Uil in difesa della distruzione ambientale

Alcune riflessioni sul progetto Revamping dell' Italcementi

8 / 6 / 2010

Scrivo queste note sia come esponente del sindacalismo di base (ADL-Cobas – USB) che è presente in molte situazioni critiche della bassa padovana, sia come ex residente di Monselice che ha partecipato, a partire dalla fine degli anni 60, a molte battaglie per rendere migliore questo territorio.

Vorrei prima di tutto fare una premessa. Vent’anni fa nasceva il Parco dei Colli Euganei. Quando è stato istituito, voleva rappresentare un luogo dove sperimentare una modalità di sviluppo economico e sociale "alternativa" che, partendo dal rispetto dei luoghi, desse un significato nuovo allo sviluppo delle comunità euganee. Era evidente e lo è ancora di più oggi, che la presenza dei tre cementifici nel raggio di 10 chilometri, rappresentasse e rappresenta un corpo estraneo ad un progetto che doveva individuare ben altre direttrici di sviluppo. Ma il progetto del Parco è rimasto un progetto incompiuto, in particolar modo perché sono rimasti i tre cementifici che continuano a deturpare e ammorbare l’ambiente. E’ evidente che in una situazione di questo tipo, pensare ad uno sviluppo diverso è molto difficile. Solo per pensare ad una delle possibili alternative a questo modello di sviluppo, è scontato che il turista che passa per Monselice, sia che arrivi da sud o da nord e vede la bellezza della Rocca restaurata, da un lato, ma dall’altro vede due impianti mostruosi per la produzione di cemento, possa pensare di fermarsi per trascorrere qualche giorno di relax. E allora le cose sono due: o si pensa che la scelta del Parco dei Colli Euganei fosse una semplice boutade e che la chiusura delle cave fosse solo merce di scambio con gli albergatori di Abano e Montegrotto, oppure si pensava che quella scelta rappresentasse una effettiva inversione di tendenza che doveva comunque mettere in conto la chiusura dei cementifici.

I sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, unitamente alle RSU, hanno espresso il loro fermo convincimento che si debba realizzare il progetto “revamping”. Non dicono però che questa scelta implica necessariamente l'affossamento definitivo del progetto del Parco Colli e che l’unico sviluppo possibile per questo territorio, almeno per i prossimi 30 anni, sarà basato sulla centralità della produzione di cemento

Sarebbe questa una strategia che guarda al futuro, in tempi nei quali è sempre più evidente che, o si progetta uno sviluppo ecosostenibile - che prevede ovviamente sempre meno l’impiego di cemento – oppure, anche dal punto di vista economico non c’è futuro. E’ veramente incredibile che all’interno dei sindacati confederali vi sia ancora una mentalità interamente subalterna ai grossi centri di potere e a logiche produttivistiche che hanno portato alla devastazione dell'ambiente e a danni incalcolabili all'ambiente e alla salute dei cittadini. Vedi solo l'ostinata difesa da parte dei sindacati confederali del polo chimico di Porto Marghera, nonostante le migliaia di omicidi bianchi perpetrati in nome dello sviluppo.

C'è chi vuole far credere che essere contro il “revamping” significhi essere contro gli operai che lavorano nei cementifici. E’ invece esattamente l’opposto! Contrastare il progetto dell’Italcementi e dei Pesenti significa mettersi nell’ottica di costruire un nuovo futuro , non più vincolati dall’obbligo di accettare la presenza, per chissà quante altre generazioni, dei cementifici.

Il problema allora è quello di andare fino in fondo sulla scelta del Piano Ambientale dei Colli Euganei approvato dall’Ente Parco, che dichiara incompatibile la presenza delle cementerie nell´area del Parco. E quindi, stabilire dei tempi per la loro chiusura, aprendo una gara di idee per arrivare ad una trasformazione del territorio che, salvaguardando reddito e lavoro, ponga le basi di una nuova epoca storica di sviluppo eco-compatibile. 

  E’ il momento di scelte coraggiose, ma anche di buon senso, perché gli argomenti che ci devono portare ad opporci al progetto “revamping” non sono solo di natura strategica, di concezioni diametralmente opposte di sviluppo, che, di per sé dovrebbero essere sufficienti, ma attengono anche al fatto che, da persone semplici, non ci possono convincere alcuni argomenti dell’Italcementi.

 Ad esempio: sembra che l’unico scopo di un investimento di 160 milioni di € sia quello di abbattere le emissioni nocive del 50%, dei costi dovuto al risparmio del consumo energetico - che, da solo, dovrebbe garantire l'ammortamento in dieci anni dell'investimento effettuato - con una produzione di cemento che rimarrà invariata. Si danno numeri, cifre, difficilmente verificabili, ma si può non essere diffidenti su quello che viene dichiarato? Sappiamo da sempre, che a ricatto segue ricatto e sempre in nome della difesa dei posti di lavoro. Come è stato detto da più parti, se verrà posta la necessità di bruciare CDR perchè diversamente l'impianto non sarà in grado di sopportare l'aumento dei costi, si sarà sottoposti ad un ennesimo ricatto occupazionale e avanti di questo passo.

Inoltre, non si dice che Italcementi, come combustibile per il nuovo forno, prevede l'utilizzo di almeno 100.000 tonnellate annue di Pet-coke, conosciuto anche come "feccia del petrolio". Perché non dire che data la sua composizione, l'Osha, ente statunitense per la sicurezza sul lavoro, ha fissato un limite di esposizione che non va mai superato in quanto è alta la probabilità che causi danni permanenti o la morte? Perché non sottolineare che l'uso del Pet-coke come combustibile nella raffineria di Gela, ha suscitato interrogativi sulla possibile correlazione con le malformazioni e i numerosissimi tumori nella popolazione locale?

Difendere i lavoratori, non sempre coincide con la difesa di "quel" posto di lavoro, ma passa anche attraverso la ricerca di alternative occupazionali più salubri per la popolazione e per gli stessi addetti, che non dimentichiamolo, in questi anni hanno pagato un prezzo altissimo in termini di salute.

Ai confederali purtroppo, questo coraggio manca da sempre .

Per ADL-Cobas USB Gianni Boetto

No Revamping Monselice (PD)