Monselice (PD) - Un 1° maggio occupando il centro riciclaggio

Settanta lavoratori immigrati, in gran parte donne, occupano il posto di lavoro contro il deprezzamento della paga oraria

30 / 4 / 2009

Un primo maggio inedito, non rituale, non celebrativo. Sicuramente, a guardarci intorno, neppure l’ultimo.

Sono 75 i lavoratori e le lavoratrici della cooperativa MyLog che da questa mattina occupano il Centri di Riciclo di Monselice (CRM), nella Bassa padovana. Dopo scioperi ed incontri con la Prefettura sembrava raggiunto un accordo, ma la CRM ancora non ha dato corpo agli impegni presi.

Sono lavoratori e lavoratrici migranti, la quasi totalità provengono dal Marocco, tra loro, più della metà sono donne assunte dalla cooperativa MyLog per le operazioni di smistamento e riciclaggio rifiuti.

Tutto era nato dalla proposta formulata dalla coop. MYLOG e dal Consorzio Team Service (che come sempre rispondo di un appalto dato da altri, in questo caso da CRM) alle lavoratrici e ai lavoratori, in cui si chiedeva la riduzione della paga oraria di 1,20 €, per far fronte, a loro dire, alla crisi, al calo del prezzo della plastica ed alla scomparsa della carta da selezionare.
In realtà, si scopre più tardi, non vi è nessun legame tra il deprezzamento della plastica e la riduzione dei guadagni visto che la tariffa è regolata su base triennale e che quindi gli introiti della cooperativa non sono mutati.

L’Associazione Diffesa Lavoratori, che conta la totalità degli iscritti nella cooperativa ha sottolineato più volte la gravità della situazione: è inverosimile subordinare il salario al prezzo delle merci che vengono prodotte. Si sarebbe trattaerebbe ovviamente di un fatto molto grave, un precedente molto pericoloso. Tanto più che il lavoro di selezione dei rifiuti è parte della filiera che parte dalla raccolta differenziata, passa attraverso la selezione, per arrivare alla fine al vero e proprio riciclaggio delle materie recuperate. E tutto ciò riveste ovviamente un ruolo di utilità sociale e pubblica di importanza primaria e strategica. Infatti l’ente pubblico pensa a questa funzione come ad un bene comune che non può essere legato esclusivamente al prezzo di mercato delle materie da riciclare. I Comuni infatti, la raccolta differenziata, la fanno a prescindere dal prezzo di mercato. Questo principio dovrebbe non valere per le persone che sono impiegate in questo settore? Vale in altri settori, tipo i trasporti o la sanità, o la scuola, all’interno dei quali, ovviamente, il salario non dipende dal mercato".

I lavoratori e le lavoratrici si erano rivolti ainche agli enti locali, (decine e decine di comuni della bassa padovana) che utilizzano proprio il Centro di Riciclo di Monselice per lo smistamento dei loro rifiuti, ma neppure le amministrazioni coinvolte hanno saputo intervenire sulla situazione. Loro hanno rapporti con la ditta che svolge la raccolta e solo indirettamente sono legati al riciclaggio finale.

L’ultima puntata della vicenda nella giornata di giovedì 30. Prima un tentativo di incontro alla sede centrale della CMR si è trasformato in una occupazione degli uffici della stessa ditta, poi, nel pomeriggio, una volta appresa l’intenzione da parte di CRM di disattendere gli accordi, il picchetto convocato davanti al centro rifiuti è diventato una vera occupazione. Mentre un camion entrava nel centro, i lavoratori e le lavoratrici hanno varcato i cancelli scegliendo, dopo una assemblea, di occupare la CRM almeno fino a lunedì 4 maggio, quando ci sarà una nuova convocazione dei dirigenti del Centro Riciclo Monselice con la Prefettura.


Vedi anche:
Padova - In 200 contro la crisi sotto la Prefettura(20.04.09)

Link:
Associazione Difesa Lavoratori